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14 Febbraio 2025 13:00

Zuppa, minestra e minestrone: quali sono le differenze

Spesso usati come termini sinonimi, in realtà si tratta di tre preparazioni ben diverse, che differiscono tra loro per il tipo di ingredienti usati, per la presenza o meno di pasta e riso e per la consistenza, più brodosa o più corposa. Ecco come distinguere zuppa, minestra e minestrone.

A cura di Martina De Angelis
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Quando arrivano i mesi più freddi e piovosi dell’anno non c’è niente di meglio di un cibo coccola, soprattutto uno caldo, avvolgente ed energetico. Per questo in autunno e inverno amiamo tanto le zuppe, le minestre e i minestroni, ma anche le creme e le vellutate: sono piatti unici nutrienti, caldi e gustosi, che puoi comporre con qualsiasi combinazione di ingredienti ti piaccia. Ti sarà sicuramente capitato di usare questi termini come sinonimo uno dell’altro, ma in realtà si tratta di tre ricette ben diverse tra di loro per il tipo di alimenti che le compongono e per la consistenza finale. Ma se è facile distinguere una vellutata, come si fa a capire cosa differenzia zuppa, minestra e minestrone? Scopriamolo insieme.

La minestra

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La minestra è un piatto tipicamente invernale molto diffusa in Italia, soprattutto nella cucina settentrionale e in particolare nelle cucine regionali di Lombardia e Veneto. La ricetta deve il suo al termine “minestrare”, amministrare, e fa riferimento al compito del capofamiglia che anticamente “ministrava”, cioè suddivideva tra i membri del nucleo, quello che spesso era l’unico piatto a tavola. La minestra è una preparazione liquida e brodosa, da preparare con verdure stagionali di vario tipo, legumi (a cui si possono aggiungere anche diversi tipi di carni) e prevede l’aggiunta di pasta, riso o altri cerali come farro e orzo. Esempio perfetto di questa preparazione è la minestra d’orzo tipica della gastronomia altoatesina, mentre spostandoci all’estero possiamo indicare come minestre preparazioni come  il celebre ramen giapponese.

La zuppa

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In ogni angolo d’Italia c’è un tipo di zuppa: è una delle ricette più comuni della cucina popolare italiana, una di quelle ricette contadine caratterizzate dall’uso di prodotti locali e dall’impiego di tecniche sedimentate nel tempo. L’origine della parola zuppa viene attribuita alla lingua gotica, al termine “suppa” con cui veniva indicata la fetta di pane adagiata nelle scodelle in cui veniva versato il brodo. Il pane è uno dei componenti fondamentali della zuppa, che sia nella classica fetta da inzuppare per assorbire la parte liquida o che sia in forma di crostini; per quando riguarda la ricetta, la zuppa è composta solo da verdure e non prevede mai l’aggiunta di pasta e/o riso, mentre accetta l'aggiunta di legumi o patate. Proprio per la presenza di pane e crostini, che assorbono gran parte della componente liquida, la zuppa risulta densa e consistente. È molto diffusa in Toscana, con i cavoli neri come verdura principale, ma si trova in ogni regione d’Italia in varianti diverse; all’estero, tra le più famose, la zuppa di cipolle francese e il borsch di cavolo dell’Ucraina.

Il minestrone

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Il minestrone è una preparazione meno antica, che in Italia non si usava preparare prima della scoperta dell’America. Quando hanno iniziato a essere introdotti nuovi ingredienti, come per esempio le patate, il mais e i fagioli, anche i contadini del nostro paese hanno iniziato a cucinare questo piatto unico dagli ingredienti poveri ma di grande sostanza. Il minestrone è a metà strada tra zuppa e minestra, prevede tecnicamente il brodo ma può essere più o meno brodoso e di solito si prepara con diverse verdure e legumi come ingredienti principali e con l’aggiunta di un farinaceo come la pasta o il riso (ma può essere servito anche senza). Oggi le verdure che si usano sono quelle di stagione, ma la ricetta permette di consumare anche quello che non è esattamente freschissimo, proprio come si faceva anticamente. Tra le molte declinazioni esistenti di minestrone ne esiste uno davvero particolare, una sorta di elisir di lunga vita: si prepara solo in Ogliastra, un’area della Sardegna, e si dice che sia il motivo per cui proprio lì la percentuale di  centenari è il 13% più alta del resto d’Italia.

Minestra, zuppa e minestrone: tutte le differenze

Per quanto siano simili come preparazioni minestra, zuppa e minestrone si differenziano principalmente per gli ingredienti utilizzati nella ricetta e per la consistenza più o meno brodosa.

In generale possiamo dire che:

  • La minestra è liquida perché il brodo non viene assorbito, si prepara con vari tipi di verdure e prevede l’aggiunta di riso, pasta o cereali come farro e orzo; può prevedere anche l’impiego di diversi tipi di carni.
  • La zuppa è poco brodosa per via della fetta di pane o dei crostini con cui viene servita e che assorbono buona parte della componente liquida. Si prepara solo con le verdure e non prevede l’aggiunta di pasta o riso, ma sono accettate eventuali varianti con legumi e cereali come l’orzo.
  • Il minestrone è a metà tra zuppa e minestra, può essere più o meno brodosa e si prepara con un mix di verdure, legumi e tuberi come ingredienti principali, a cui si possono aggiungere pasta, riso o cereali.
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