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26 Dicembre 2024 18:00

Vuoi prendere sagge decisioni? Meglio farlo a stomaco vuoto secondo la scienza

Lo studio dell’Università di Utrecht offre una prospettiva interessante sul legame tra fame e processi decisionali. I risultati evidenziano come il nostro stato fisiologico influenzi profondamente il modo in cui elaboriamo le informazioni e scegliamo tra le opzioni disponibili.

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Quando si tratta di prendere decisioni importanti, il consiglio potrebbe sembrare paradossale: meglio affrontarle a stomaco vuoto. Questa inusuale teoria, supportata da una ricerca condotta dall'Università di Utrecht, in Olanda, e pubblicata sulla rivista scientifica PLOS One, suggerisce che la fame, invece di offuscare la mente, possa effettivamente migliorare la capacità decisionale.

Lo studio: fame e processi decisionali

Pensare che la fame possa affinare il nostro giudizio sembra strano, considerando che, in uno stato di privazione alimentare, la nostra attenzione tende a concentrarsi su una soluzione immediata, come addentare un hamburger anziché optare per l'insalata portata da casa. Tuttavia, secondo i ricercatori olandesi, la fame mantiene alto lo stato di arousal (o allerta), una condizione psicofisiologica che favorisce risposte rapide e intuitive. Questo stato di attivazione potrebbe aiutarci a evitare di cadere nella trappola di ragionamenti eccessivamente elaborati, spingendoci verso scelte che, seppur intuitive, risultano spesso più vantaggiose.

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Per testare questa ipotesi i ricercatori hanno reclutato 81 studenti universitari, sottoponendoli a esperimenti che misuravano la loro capacità di prendere decisioni in condizioni di fame o sazietà. Tutti i partecipanti hanno digiunato durante la notte precedente al test. Al mattino, metà di loro ha ricevuto uno yogurt denso e nutriente per placare l’appetito, mentre agli altri non è stato offerto nulla. Questa distinzione ha permesso di creare due gruppi con livelli di fame nettamente differenti.

I partecipanti sono stati coinvolti in tre compiti distinti. Due di questi prevedevano lo svolgimento dell’Iowa Gambling Task, un classico test psicologico che simula le dinamiche del gioco d’azzardo per studiare i processi decisionali. Il terzo compito consisteva in un questionario volto a valutare la capacità di posticipare una gratificazione immediata in favore di una ricompensa maggiore a lungo termine, come scegliere tra ricevere 27 euro subito o 50 euro dopo tre settimane.

I risultati dello studio hanno rivelato che i partecipanti affamati si sono distinti in entrambi i test dell’Iowa Gambling Task. Questo compito presenta ai soggetti quattro mazzi di carte, due "buoni" e due "cattivi". I mazzi buoni offrono guadagni più piccoli ma costanti e penalità minime, mentre quelli cattivi garantiscono ricompense elevate ma anche perdite maggiori. Gli studenti affamati hanno dimostrato una sorprendente capacità di individuare rapidamente i mazzi più vantaggiosi, scegliendo strategie che, a lungo termine, garantivano risultati migliori. Anche nel questionario sulla gratificazione differita, i partecipanti affamati hanno mostrato una maggiore propensione a preferire ricompense più significative a lungo termine, dimostrando una capacità decisionale più razionale rispetto ai colleghi sazi.

Gli scienziati concludono che la fame potrebbe favorire decisioni più intuitive e spesso migliori, grazie a un sistema cognitivo più focalizzato sugli obiettivi principali. A stomaco pieno, invece, si tende a ponderare troppo, rischiando di rimanere intrappolati in analisi eccessivamente complesse. Tuttavia, questo vantaggio non è universale: se da un lato la fame migliora le capacità di risolvere problemi pratici, dall’altro potrebbe ostacolare il controllo su desideri immediati, come seguire una dieta o resistere alla tentazione di una sigaretta.

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