Un pane cotto per 24 ore con i vapori caldi dei vulcani islandesi: è il Volcano bread. Una tecnica antica, che sfrutta la geotermia, riportata in auge da uno chef e dal suo resort vista lago. Composto principalmente da farina di segale, il pane risulta quasi denso e spugnoso, dalla consistenza simile a quella di una torta, con note caramellate. È utilizzato per accompagnare la trota affumicata, l’aringa, il salmone ma è ottimo anche con del burro spalmato.
Il Volcano Bread è uno dei prodotti islandesi più iconici della nazione. Il suo nome evoca qualcosa di unico ed effettivamente questo tipo di pane unico lo è davvero. Si tratta di un pane di segale il cui impasto è cotto all’interno di un recipiente chiuso ermeticamente e sepolto in una sorgente geotermica per 24 ore. Praticamente viene cotto a vapore, grazie al calore della terra in cui viene seppellito. Un prodotto autoctono incredibile che caratterizza uno dei "piatti" più globali che esistano: il pane è probabilmente la specialità più antica e diffusa in ogni posto del mondo.
Questo tipo di lievitato è tipico del lago di Laugarvatn ma la tecnica è diventata famosa grazie a Sigurður Rafn Hilmarsson, uno chef molto bravo in panetteria e pasticceria, vero cultore di questo prodotto. Hilmarsson, come riporta Tasting Table, è il titolare della panetteria di Laugarvatn Fontana. Un luogo meraviglioso, perché si trova in una bellissima stazione termale geotermica naturale.
La fama del posto deriva da diversi fattori: oltre alle classiche piscine d’acqua calda naturale a cielo aperto, ha delle incredibili cabine di vapore che danno direttamente sul lago di Laugarvatn, tra il parco Þingvellir e Geysir, a solo un’ora da Reykjavik. Proprio in queste pozze geotermiche che liberano calore a 100 °C viene cotto il pane. Gli abitanti della zona hanno sempre usato 6 forni geotermici per cucinare, non solo il pane: altro piatto tipico del lago di Laugarvatn è infatti l’agnello cotto in questo modo.
Il metodo di preparazione del pane, conosciuto anche come Lava Bread, è molto semplice: si parte da un impasto di farina integrale e di segale, latticello, lievito, bicarbonato di sodio, sale e golden syrup, uno sciroppo di zucchero caramellato noto anche come "miele vegano". L’impasto si chiude in un contenitore di metallo e sigillato, viene poi sepolto in questo particolare terreno e cotto per 24 ore. Il giorno dopo si dissotterra la pentola e il pane viene letteralmente sfilato via. Il prodotto finale sarà un pane scuro, molto soffice e vellutato, dalle note dolci dovute al golden syrup. Il pane risulta quasi denso, non arioso come i lievitati italiani; è spugnoso con note caramellate. La giornalista Michelle Gross dice che "è un pane davvero buono da gustare, sia fresco che caldo. Anche appena dissotterrato è incredibilmente umido, ha quasi la consistenza di una torta". Il Volcanic bread viene utilizzato per accompagnare la trota affumicata, l’aringa, il salmone ma è ottimo anche con del burro spalmato.