Il vin brulé è una bevanda alcolica tipicamente invernale a base di vino rosso, zucchero, scorza di agrumi, buccia di mela, stecche di cannella, anice stellato, noce moscata e chiodi di garofano. Si tratta di una preparazione immancabile nei chioschi dei mercatini di Natale in tutta Europa, in particolare in Inghilterra, Francia (dove la ricetta prevede anche l'aggiunta di un goccio di cognac) e Germania, chiamata, rispettivamente, mulled wine, vin chaud e glühwein.
Per realizzarlo, si parte dalla scelta del vino, che dovrà essere corposo, strutturato, dalle note fruttate e, ovviamente, di ottima qualità: tra i migliori ci sono il Lambrusco, il Sangiovese, ma anche il Barolo e il Pinot nero mentre, per una variante bianca, diffusa soprattutto in Veneto, puoi optare anche per il Sauvignon Blanc e lo Chardonnay. Sarà sufficiente, come ha fatto la nostra Melissa, versarlo in una pentola con il resto degli ingredienti e lasciarlo sobbollire per 15 minuti.
Grazie alla cottura lenta, il vino perderà parte della sua componente alcolica, ma, se desideri una bevanda dal gusto più intenso e con una gradazione più bassa, ti suggeriamo di tenerlo sui fornelli per almeno una mezz'ora. Per eliminare ancora un po' di alcol, alcuni usano "bruciare" il vin brulé, avvicinando una fiammella alla superficie del vino. Una volta pronto, può essere conservato in frigo per 2-3 giorni al massimo: basterà scaldarlo al momento del servizio.
Il risultato sarà un vero e proprio toccasana contro il freddo, una coccola da gustare in compagnia come digestivo al termine del pasto, ma anche per un aperitivo rinvigorente o come rimedio naturale contro il raffreddore. Se desideri puoi anche offrirlo agli ospiti insieme a un vassoio di frollini al burro o biscotti al vino, abbinarlo a uno strudel di mele oppure, a seconda della stagione, a un castagnaccio o a un cartoccio di caldarroste.
Scopri come preparare il vin brulé seguendo passo passo procedimento e consigli. Se ti è piaciuta questa ricetta, prova anche il bombardino, il liquore al cioccolato e quello alla liquirizia.
Con l'aiuto di un pelaverdure, ricava la scorza del limone, dell'arancia e la buccia della mela rossa. La cosa importante è che siano sottilissime e, nel caso degli agrumi, che non presentino anche la parte bianca, detta albedo, che potrebbe conferire alla bevanda un gusto amarognolo. Prediligi sempre frutta non trattata, preferibilmente di provenienza biologica 1.
Con l'aiuto di un pelaverdure, ricava la scorza del limone, dell'arancia e la buccia della mela rossa. La cosa importante è che siano sottilissime e, nel caso degli agrumi, che non presentino anche la parte bianca, detta albedo, che potrebbe conferire alla bevanda un gusto amarognolo. Prediligi sempre frutta non trattata, preferibilmente di provenienza biologica 1.
Raccogli in una pentola, preferibilmente d'acciaio, lo zucchero, le stecche di cannella, l'anice stellato, i chiodi di garofano e la noce moscata grattugiata 2.
Raccogli in una pentola, preferibilmente d'acciaio, lo zucchero, le stecche di cannella, l'anice stellato, i chiodi di garofano e la noce moscata grattugiata 2.
Unisci le scorze degli agrumi e la buccia di mela, poi versa il vino 3.
Unisci le scorze degli agrumi e la buccia di mela, poi versa il vino 3.
Porta sul fuoco e lascia cuocere a fiamma bassa per 15 minuti. Se preferisci abbassare ancora di più la gradazione alcolica e ottenere un sapore maggiormente intenso, puoi prolungare la cottura fino a 30 minuti 4.
Porta sul fuoco e lascia cuocere a fiamma bassa per 15 minuti. Se preferisci abbassare ancora di più la gradazione alcolica e ottenere un sapore maggiormente intenso, puoi prolungare la cottura fino a 30 minuti 4.
Versa il vin brulé nei bicchieri individuali, guarnisci con una fettina di limone, un pezzo di anice stellato e una stecca di cannella, poi gustalo in tutta la sua bontà 5.
Versa il vin brulé nei bicchieri individuali, guarnisci con una fettina di limone, un pezzo di anice stellato e una stecca di cannella, poi gustalo in tutta la sua bontà 5.
Il termine "vin brulé" significa letteralmente, dal francese valdostano, proprio "vino bruciato". Le sue origini affondano le radici nell'antica Grecia, fino ad arrivare ai tempi dei Romani quando si beveva il conditium paradoxum, descritto dal gastronomo Apicio nel De re coquinaria, come una bevanda a base di vino dolcificato con il miele, scaldato a più riprese e aromatizzato con zafferano, pepe, foglie di nardo e datteri; una volta pronto, era tradizione offrirlo agli ospiti al termine del pranzo.
Le varianti del vin brulé sono numerosissime, così come gli accompagnamenti: per esempio, in Germania viene consumato insieme ai biscotti di pan di zenzero speziati, mentre in Francia è solitamente sorseggiato insieme ai bredele, pasticcini di pasta frolla alsaziani. In Italia e in particolare in Veneto viene realizzato soprattutto durante il panevin, ovvero il falò di inizio anno, insieme alla pinza, una focaccia dolce preparata con farina di polenta.