Alla scoperta dei monumenti paleocristiani di Ravenna e delle specialità gastronomiche tipiche del territorio. Prosegue il nostro tour che abbina arte, cultura, e tanto, tanto, cibo.
Prosegue il tour che abbina alcuni dei Patrimoni Unesco italiani alle ricette tradizionali dei vari territori di riferimento. In questo nostro su e giù per lo Stivale, dopo la carrellata di prodotti e piatti tipici di San Gimignano e Castel Del Monte, stavolta volgiamo lo sguardo un po’ più a nord. Precisamente a Ravenna, cittadina romagnola caratterizzata dalla presenza di un importante sito. Quello dei monumenti paleocristiani, riconosciuti Patrimonio Unesco dal 1998.
Il sito Unesco ravennate (la città fu la prima capitale dell’Impero Romano d’Occidente, nel 402) si compone di otto diversi monumenti, tutti di epoca paleocristiana. Sono il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il Battistero degli Ariani, la Cappella Arcivescovile, il Mausoleo di Teodorico, la Chiesa di San Vitale e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, tutti edificati tra il V ed il VI secolo d.C. Straordinaria importanza storico-artistica per questo sito, formato da edifici di culto che rispecchiano considerevoli vicende storiche, politiche e religiose della città.
Non solo fascino nelle architetture tra basiliche, mausolei e battisteri, grande rilievo anche per le opere d’arte presenti all’interno di questi magnifici edifici. Su tutti splendidi mosaici simbolo della tradizione stilistica romana fortemente caratterizzata dall’influsso bizantino. Volgendo gli occhi da un’opera all’altra, tra le varie costruzioni, scorreranno inoltre davanti al nostro sguardo le testimonianze, i segni, del passaggio dall’antichità all’Alto Medioevo.
Fatto questo veloce, sicuramente non degnamente esaustivo ma comunque doveroso excursus tra i monumenti paleocristiani di Ravenna, andiamo a scoprire quali sono i piatti e i prodotti che caratterizzano la gastronomia del luogo. Cosa si mangia da queste parti? Come rifocillare lo stomaco dopo un'abbuffata di arte, storia e cultura?
La risposta romagnola ai tortellini emiliani. Impossibile non cominciare dai celebri caplèt. In brodo, magari nelle giornate più fredde, o con il ragù, i cappelletti sono un must della tradizione gastronomica di questa parte di Regione. Pasta all'uovo tagliata a quadretti, farcita con del formaggio (parmigiano, ma anche ricotta o raviggiolo) poi chiusi dando la forma, per l'appunto, di un cappello. Con le estremità non intrecciate, come nel caso dei tortellini, ma chiuse a triangolo.
Uova, formaggio, pangrattato e un pizzico di noce moscata per un impasto morbido che viene passato (e da qui il nome della ricetta) in uno schiacciapatate con ampi fori. Anche in questo caso è possibile gustarsi i passatelli in brodo, di carne o di pesce.
Il re delle grigliate romagnole, alternativa alle più classiche braciole di maiale. Carne ovina ottenuta da animali di età compresa tra i sei mesi e i due anni, solitamente marinata in sale, aglio e rosmarino e poi servita dopo una doverosa pennellata di olio.
Doverosa citazione la merita la piadina. Una preparazione semplice negli ingredienti, di umili origini, diventata la regina dello street food romagnolo e soggetta, ormai, a innumerevoli tentativi di imitazione. Squacquerone e prosciutto, ma anche erbe di campo e salumi vari: non c'è una regola per la farcitura, a totale discrezione dei gusti di ognuno.
Termine dialettale per indicare la sfoglia sporcata, la spoja lorda viene anche chiamata minestra piena o minestra imbottita. Piccoli quadretti di pasta all'uovo a malapena ripieni (per questo si parla di sfoglia appena sporcata, in quanto poco farcita). Ricotta mista, uova, parmigiano reggiano e un pizzico di sale.
Da buona località a due passi dal mare non potevano mancare piatti a base di pesce e altri prodotti d'acqua salata. A Ravenna, più precisamente a Marina di Ravenna, annualmente si tiene un festival dedicato alla cozza selvaggia locale. Come in molte altre zone costiere sia romagnole sia marchigiane, inoltre, è ricca la proposta dei tipici brodetti a base di varie specie di pesce.