Che cosa significa versare il vino alla traditora? Perché in tante parti d’Italia si usa quest’espressione? Da cosa nasce il detto? Il tutto è legato a un silenzioso metodo di uccisione particolarmente in voga nel Medioevo.
C’era un periodo in cui il più classico dei bicchieri di vino, la più normale delle bevute, invece di rappresentare un momento di convivialità, felicità e aggregazione come oggi, poteva essere sinonimo di un appuntamento nemmeno così galante con la cupa mietitrice. Eredità di questo periodo non è, fortunatamente, il rischio di lasciarci le penne bevendo semplicemente un calice, bensì un'espressione entrata nel lessico popolare nostrano e usata in particolar modo nel Centro Italia. Versare il vino alla traditora: ma da cosa deriva questo detto?
In un’epoca in cui le cene tra ricchi e influenti signori erano spesso un pretesto per parlare di politica, stringere alleanze, cementare rapporti o confrontarsi anche con eventuali nemici, veri o semplicemente sospettati, bere un apparentemente innocente bicchiere di vino poteva significare un biglietto di sola andata per l’aldilà.
Niente frecce, archi, spade o altro genere di armi bianche: in passato per uccidere qualcuno di scomodo, qualche dissidente politico, un nemico o anche un traditore vero e presunto, poteva anche bastare banalmente un bicchiere del nettare di Bacco. Lo stesso bicchiere che oggi ci beviamo in amabile e piacevole compagnia, magari durante l’aperitivo, era strumento di uccisioni in un passato in cui la società era ben abituata alla cruenza.
L’opportunità di uccidere qualcuno senza spargimenti di sangue, facendo sembrare tutto una casualità però poteva rappresentare un'opportunità da non lasciarsi sfuggire per chiunque, in un periodo in cui anche un minimo pretesto poteva sfociare in scontri e violenti combattimenti.
Per capire meglio l’origine di questa espressione bisogna tornare molto indietro nel tempo: probabilmente già all’epoca degli antichi Romani, di certo più di recente nel corso di Medioevo e Rinascimento. Poteva capitare che qualche personalità più o meno importante, per eliminare segretamente qualcuno di particolarmente avverso, usasse del vino apparentemente normalissimo se non fosse per un piccolo particolare. Del veleno al suo interno.
Un veleno versato nel bicchiere assieme al liquido stesso: una strategia mirata a uccidere qualcuno di preciso individuato in una tavola piena di commensali. Lo stratagemma? In un anello realizzato ad arte veniva nascosto del veleno, e bastava versare il vino tenendo la bottiglia (o la brocca) in modo che coprisse la mano, girando abilmente il dorso rivolgendolo verso il bicchiere così da far cadere anche la sostanza mortale. Palmo rivolto in alto e mano nascosta: tanto bastava per far fuori qualcuno di scomodo.
In questo modo l’anello era coperto dalla stessa bottiglia e, al momento del servizio, il veleno cadeva mescolandosi al liquido. Così facendo ogni problema legato a quel commensale era presto risolto. Facile, e fatale, come bere un bicchiere d’acqua. O di vino, in questo caso.
Un sotterfugio, attuato di nascosto, un gesto disonesto e vigliacco: compiuto a tradimento, appunto. Racconti narrano come questo espediente fosse particolarmente utilizzato alla corte di Lucrezia Borgia, la quale nel corso del Rinascimento era solita eliminare numerosi suoi avversari e dissidenti avvelenandoli di nascosto nel corso di tante cene da lei organizzate.
Da casi del genere, insomma, è nato il detto “versare il vino alla traditora”, intendendo la modalità in cui la bottiglia viene tenuta con il palmo rivolto verso l’alto e le dita ben nascoste dal corpo della bottiglia stessa.
Oggi, ovviamente, versare il vino in questo modo non rappresenta più un pericolo mortale, ma proprio per questo retaggio è sconsigliato dal galateo e dalla buona educazione a tavola. Viene insomma considerato un metodo non corretto da seguire. Ogniqualvolta ci si ritrovi quindi a servire qualsiasi tipo di liquido, posizionandosi alla destra del commensale, sarebbe meglio impugnare la bottiglia dal suo fondo, così da tenere la mano non solo lontana dal bicchiere ma anche ben visibile all’occhio di chi andrà poi a bere. Un accorgimento che qualche secolo fa poteva fare la differenza tra vivere o morire.