Questa cooperativa sociale delle Madonie ha appena vinto due prestigiosi premi per le sue attività di promozione alla legalità e valorizzazione del patrimonio enogastronomico: conosciamola insieme.
Siamo in Sicilia, precisamente nelle Madonie, tra Villalba, Vallelunga Pratameno e Valledolmo: qui ci sono 150 ettari confiscati alla mafia, fino al 1983 in mano ai boss della famiglia Greco di Ciaculli, che nel corso degli anni sono diventati un punto di riferimento per chi combatte la criminalità a colpi di agricoltura, educazione alla legalità e rispetto del territorio. La Cooperativa Sociale Verbumcaudo, con sede a Polizza Gerosa, in provincia di Palermo, è composta da ragazze e ragazzi che hanno scelto di restare o tornare nella loro isola d’origine: nel 2019 ha preso in gestione questi terreni confiscati alla mafia – grazie all’opera di Giovanni Falcone – e gli ha resi un esempio virtuoso di rinascita, avviando produzioni di cereali, legumi, pomodori, olio e vino all’insegna del biologico e del sostenibile. Proprio a novembre 2023 Verbumcaudo si è aggiudicata due premi assegnati da Cia-Agricoltori italiani, la Bandiera Verde Agricoltura 2023 e la Bandiera Verde Gold, per l’impegno e la capacità di promuovere lo sviluppo rurale e valorizzare un patrimonio paesaggistico ed enogastronomico che rischiava di essere perduto.
Coltivare comunità e seminare futuro: potremmo riassumere con queste parole la forza motrice che ha visto la nascita di questa cooperativa sociale grazie al Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo, espressione di 19 comuni delle Madonie. Come ricordano Luca Li Vecchi e Manuela Di Lorenzo, due dei soci fondatori – che in totale sono 11 – all’inizio il fondo era completamente lasciato all’incuria.
Poi con il sostegno di Fondazione con il Sud e Fondazione Peppino Vismara, Verbumcaudo ha piano piano ristrutturato il vecchio baglio, che diventerà sede di laboratori e aule didattiche e dato nuova vita alla terra, con coltivazioni biologiche di pomodorino siccagno, che si adatta ai terreni secchi e non ha bisogno di apporto d’acqua, con cui si combatte il caporalato e si produce pure una genuina passata; grano duro Marco Aurelio, che dà origine a una pasta di qualità: legumi, come ceci e lenticchie e un vino bianco dal vigneto Placido Rizzotto (sindacalista ucciso dalla mafia nel 1948), una varietà autoctona tra le più antiche della Sicilia. Sulla porzione di vigna, si sta anche svolgendo un lavoro di ricerca, per approfondire la conoscenza di tipologie presenti, ma meno note, di cui ancora si sa poco da un punto di vista scientifico.
Menzione per l’uliveto secolare: dalla sua acquisizione si cerca di riportarlo agli antichi fasti, identificando e mappando le cultivar presenti. Il primo olio extravergine d’oliva è stato prodotto, ma grazie alla campagna ora in atto di “Adotta un albero d’ulivo” si può contribuire attivamente al processo di rinascita.
Manuela Di Lorenzo commenta: “Il fondo era in stato di abbandono, ma non ci siamo mai fatti vincere dallo sconforto, abbiamo rimboccato le maniche e siamo andati avanti per rendere Verbumcaudo un posto nuovo. Chi viene a trovarci ci dice che il lavoro fatto finora è stato svolto bene e si vede. Questo ci inorgoglisce, perché significa che il nostro investimento è stato ripagato”. A dimostrarlo non ci sono solo i premi vinti, ma anche le diverse attività promosse dalla cooperativa, dal creare opportunità di lavoro in un luogo da cui notoriamente si scappa alla realizzazione di un e-commerce per allargare il più possibile il pubblico, garantendo così un’economia trasparente con la collaborazione di tutta la comunità.