Dalla celebre Tonda Gentile delle Langhe alla pregiata Tonda Romana, fino alle varietà preziose di campane, siciliane e calabresi: ti portiamo in un viaggio alla scoperta delle nocciole italiane da conoscere e assaggiare, con qualche suggerimento su come usarle in cucina.
Le nocciole, frutto del Corylus avellana, sono tra le più golose varietà di frutta secca che abbiamo a disposizione: naturalmente cremose e dal sapore avvolgente, soprattutto se prima vengono tostate, sono buonissime come snack ma, soprattutto, danno il loro massimo delle ricette dolci ma possono essere usate anche nelle ricette salate, come per esempio la gustosa pasta con nocciole.
L’Italia è la prima produttrice europea di nocciole e infatti, sul suo territorio, vanta una ricchissima varietà di questa specialità, a partire da quelle a marchio Dop e Igp che rappresentano delle vere eccellenze. Una coltivazione antica, quella della nocciola italiana, come suggerisce il nome stesso della pianta: “avellana” deriva dalla città campana di Avella in Irpinia, zona che fin dall’epoca dei Latini.
Ricche di vitamina E e vitamina B9, fonte di grassi monoinsaturi, buonissime, le nocciole non dovrebbero mai mancare in cucina: ecco una piccola guida per imparare a conoscere le varietà più particolari e apprezzate di nocciole italiane.
Il Lazio è il primo produttore italiano di nocciole, merito soprattutto di una particolare varietà che risale addirittura al Medioevo: è la nocciola Tonda Gentile Romana Dop, facilmente riconoscibile per la sua forma perfettamente sferica e per il sapore fine e delicato. È tipica della provincia di Viterbo, area che si dedica alla sua coltivazione fin dal Quattrocento, e ha conquistato anche palati illustri come quello di papa Leone X (1513-1521), che secondo le cronache dell’epoca ne era particolarmente ghiotto. A partire dal Ventesimo secolo e tutt’oggi è la nocciola più usata dall’industria dolciaria locale (e non solo), soprattutto perché si sposa particolarmente bene con il cioccolato e quindi è ottima per preparare torroni, praline e cioccolatini, ma anche per torte, creme, gelati e liquori. Questa, insieme alla nocciola piemontese e alle nocciole campane, viene usata anche da Ferrero per produrre la mitica Nutella.
A condividere il primato di “nocciola più famosa d’Italia” insieme alla Tonda Romana troviamo la nocciola delle Langhe o nocciola del Piemonte, una delizia dal sapore delicato e dal guscio sottile che ha ottenuto il marchio Igp. La sua produzione si concentra nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, tra il Monferrato e le Langhe, può essere
tonda, gentile e trilobata ed è talmente buona da poter essere gustata in qualsiasi modo. Principalmente la trovi tostata come snack o impiegata nell’industria dolciaria piemontese e infatti è ingrediente immancabile di specialità come la gianduia e i mitici gianduiotti o la tradizionale torta alle nocciole.
La nocciola di Giffoni Igp è un grande vanto per il territorio in cui viene coltivata, precisamente la provincia di Salerno e i terreni vulcanici dell’Avellinese. Le prime attestazioni ufficiali di questa nocciola risalgono al Medioevo, ma sono stati ritrovati alcuni reperti archeologici che attesterebbero come questo frutto sia presente in Campania da ben prima, almeno dal II secolo avanti Cristo. Non una notizia sorprendente, se pensi che proprio da questa regione la nocciola si diffuse nel resto d’Italia. La nocciola di Giffoni si distingue per la sua polpa soda e consistente e per il sapore aromatico, caratteristiche che la rendono particolarmente adatta alla tostatura; nonostante si presti bene alla trasformazione industriale dà il suo massimo al naturale come snack energetico e infatti, in pasticceria, spesso è usata per guarnire i dolci.
Rimaniamo in Campania e precisamente in Irpinia per scoprire la preziosa nocciola Tonda di Avellino, un’eccellenza territoriale figlia di una tradizione antica: già nel Settecento, infatti, l’area della città di Avella era indicata come patria del nocciolo comune. La Tonda di Avellino oggi è coltivata in due specie, una bianca e una rossa, entrambe caratterizzate da forma sub-ellissoidale e polpa soda e usate principalmente per il consumo diretto.
Come avrai capito la Campania è una delle regioni principali quando parliamo di produzione di nocciole e infatti, oltre alle varietà più famose, ne ha tantissime altre altrettanto valide. Per esempio è meno conosciuta, ma buonissima, la nocciola Mortarella: ha una forma e una dimensione che ricordano i chicchi di caffè e una polpa compatta e croccante. Per il consumo in purezza è molto amata la nocciola San Giovanni, tipica delle aree pianeggianti comprese tra le province di Napoli e Avellino, mentre la nocciola camponica è una vera rarità poiché crede ad altitudini dove di solito non attecchisce la coltura del nocciolo.
Tonda, delicata, con note aromatiche esaltate dal processo di tostatura: la nocciola Siciliana (conosciuta anche come nocciola Nostrale) ha tutte le caratteristiche della nocciola d’eccellenza. Proprio il suo sapore particole la rende una base molto usata in pasticceria come alternativa o insieme alla tradizionale mandorla siciliana, ma viene impiegata spesso anche in dolci da forno, soprattutto in abbinamento con il cioccolato.
Anche la Sicilia vanta tutta una serie di cultivar locali di particolare pregio. Tra tutte ne segnaliamo due. La nocciola dei Monti Nebrodi, la più grande area protetta della regione che si trova nel messinese, venne introdotta nell’Ottocento e oggi è portata avanti da un piccolo gruppo di produttori locali. Ha un aroma molto intenso, motivo per cui si usa per specialità tradizionali come la pasta reale di Tortorici. Risale invece al periodo normanno la nocciola di Polizzi, una vera cultivar rara oggi in declino e tenuta vivo, anche in questo caso, da alcuni agricoltori locali. Al palato ha un gusto particolarmente intenso e si usa soprattutto per dolci tradizionali, anche per una versione alle nocciole dei nucatuli, i biscotti natalizi a forma di “esse”.
La nocciola Tonda Calabrese, o Tonda di Calabria Bio, è una particolare varietà di nocciola introdotta nell’area attuale del comune di Cardinale e dei suoi immediati dintorni dalla famiglia di origine borbonica dei Filangieri nell’800. Adattatasi perfettamente al territorio, tanto da diventare una vera eccellenza, la nocciola Tonda Calabrese ha sviluppato la sua caratteristica forma tondeggiante e un sapore aromatico che la rende particolarmente pregevole. La puoi gustare cruda e al naturale appena colta dalla pianta, oppure in prodotti dolciari come praline, cioccolatini e creme.
Torniamo in nord Italia per concludere il nostro viaggio con una piccola rarità: la nocciola Tapparona, una cultivar ligure tipica della Valle Sturla, nella zona di Chiavari. Nonostante sia molto antica, risalente almeno al XV secolo, oggi sta andando scomparendo perché non è una nocciola che si presta bene alla lavorazione industriale. Grazie al lavoro degli agricoltori locali e a una serie di marchi, tra cui l’Arca del Gusto di Slow Food, la nocciola Tapparona resiste nonostante i bassi volumi produttivi. In commercio la trovi principalmente come granella o come pasta di nocciola, mentre in cucina nella zona di appartenenza si usa per i dolci e per preparare una salsa cremosa con cui condire la pasta.