I Pfas sono una classe di composti chimici utilizzati in numerosi prodotti per la loro resistenza a calore, acqua e grassi. Sono noti come "inquinanti eterni" perché non si degradano facilmente nell'ambiente, accumulandosi negli organismi e causando potenziali rischi per la salute. In Italia sono molto presenti ma non sono ancora stati trovati negli alimenti.
In Francia sono state trovate alcune uova contaminate da Pfas, ovvero degli "inquinanti eterni", sostanze chimiche artificiali resistenti ai maggiori processi naturali di degradazione. L'allarme è stato lanciato dall'agenzia regionale delle Salute dell’Alta Francia: gli abitanti del dipartimento dell’Oise non devono consumare i cibi contaminati a causa di questi inquinanti molto nocivi. Ma cosa sono i Pfas e che rischio corriamo in Italia?
I PFAS, acronimo di PerFluorinated Alkylated Substances o in italiano "sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate", sono un gruppo molto vasto di sostanze chimiche artificiali, stimate in circa 7 milioni di composti diversi. Sono caratterizzate da una forte resistenza alla degradazione, tanto da essere soprannominate "sostanze chimiche eterne".
Sono onnipresenti nell'ambiente e possono essere trovati nell'acqua; negli alimenti a causa di imballaggi, terreni o acqua utilizzata; nell'aria a causa delle emissioni industriali. Potremmo addirittura essere noi stessi dei portatori perché possiamo accumulare queste sostanze nei tessuti grassi.
In Francia questo problema legato agli alimenti è comune perché non è la prima volta che vengono rilevate le sostanze chimiche eterne, soprattutto nelle uova. In questo caso si parla di un allevamento domestico, quindi non legato alla vendita esterna, e le autorità hanno accusato "alcune industrie nell'area circostante". Anche nel 2023 il problema sono state le uova domestiche in diverse regioni della Francia.
In Italia non abbiamo ancora avuto riscontri su una contaminazione degli alimenti ma una recente inchiesta di Greenpeace ha trovato quasi 18 mila analisi positive ai Pfas in 16 regioni: "La percentuale di valori positivi ai PFAS varia da Regione a Regione, anche a seconda dell’accuratezza delle misurazioni effettuate dai diversi enti pubblici. Più una Regione fa controlli e utilizza strumenti precisi e all’avanguardia, più è probabile che venga rilevata una positività da PFAS durante i monitoraggi. Basilicata (31%), Veneto (30%) e Liguria (30%) sono le Regioni con la più alta percentuale di analisi positive rispetto ai controlli effettuati tra il 2019 e il 2022. Anche altre sei Regioni (Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Campania) presentano un tasso di positività superiore al 10% nel periodo preso in considerazione". Quali alimenti sono più a rischio?
Ribadiamo però che al momento in Italia non è stato ancora riscontrato un rischio alimentare legato a questi composti chimici irriducibili quindi non dobbiamo aver paura. Dobbiamo solo fare attenzione a ciò che acquistiamo anche perché problemi seri li riscontriamo da anni: già nel 2013 si parlava di "emergenza" nel nostro Paese ma nulla è stato fatto in tal senso. Inoltre i Pfas non sono regolamentati perché difficili da trovare e analizzare.