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25 Settembre 2024 10:36

Uno chef stellato ha aperto un ristorante d’alta cucina gestito interamente da senzatetto

Adam Simmonds, uno dei bad guy della cucina inglese con un passato di tossicodipendenza, ha deciso di voler dare a tutti la seconda occasione che ha avuto lui. Ha aperto un ristorante di fine dining in una zona molto esclusiva di Londra e lo sta facendo gestire da 16 persone senza fissa dimora o a rischio di diventarlo.

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Foto dell’Indipendent

Il Primrose Hill, un quartiere chic di Londra, ospita un'iniziativa rivoluzionaria nel mondo della ristorazione: un ristorante totalmente gestito da senzatetto o ex senzatetto. Si chiama Home Kitchen, un progetto sociale che offre una seconda opportunità a persone senza fissa dimora. L'idea nasce dalla mente dello chef stellato Adam Simmonds, che da anni collabora con Soup Kitchen London, un'organizzazione benefica nata durante la pandemia per aiutare le persone in difficoltà. Lo stesso Simmonds ha avuto un passato molto turbolento, rischiando di finire in mezzo a una strada a causa dei suoi eccessi.

Una battaglia personale finita bene

"A prima vista, il ristorante sembra uguale a qualsiasi altro nella pittoresca strada di Primrose Hill, a nord di Londra: il personale è impegnato a preparare una serata al completo, i tavoli sono apparecchiati e i menu organizzati. Ciò che rende diverso questo ristorante appena aperto è che ha uno chef Michelin e il personale è composto quasi interamente da persone che hanno vissuto esperienze da senzatetto" scrive il Guardian.

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Graeme Robertson/The GuardianPhotograph: Graeme Robertson/The Guardian

Simmonds si è reso conto che molte persone senza casa erano disposte a lavorare ma non trovavano opportunità. Così, ha deciso di creare un ristorante dove potessero essere assunte a tutti gli effetti, con contratti regolari e stipendi onesti. L'obiettivo è duplice: offrire un'occupazione stabile e dignitosa a chi ne ha bisogno e sfatare i pregiudizi legati al mondo della strada.

Lo chef all'Indipendent ha detto che questa "è la più grande sfida professionale" che abbia mai affrontato perché il suo obiettivo è quello di creare un vero e propri ristorante di fine dining. Il personale, oltre a ricevere una formazione specifica sul lavoro, ha l'opportunità di conseguire una certificazione in cucina presso il Westminster Kingsway College. In questo modo, acquisiscono competenze spendibili nel mercato del lavoro e possono costruire un futuro migliore. Lo stipendio è composto dal salario minimo garantito per i lavoratori a Londra e una tessera per il trasporto pubblico (che nella Capitale del Regno Unito non vale poco) oltre ai corsi di cucina.

"Siamo qui per lavorare, non per ricevere la carità", afferma Jeremy ai colleghi inglesi, uno dei camerieri di Home Kitchen. "Vogliamo essere trattati come tutti gli altri e dimostrare che possiamo essere dei professionisti". Le sue parole sono un invito a superare i pregiudizi e a riconoscere il valore di ogni individuo, indipendentemente dal suo passato. Il ristorante impiega 16 persone senza fissa dimora o a rischio di diventarlo, ed è una risposta a due problemi. Michael Brown, uno dei fondatori, afferma al Guardian che il primo problema risolto è la carenza di personale nel settore e l'altro è la "percezione pubblica molto imperfetta di cosa significhi essere senza fissa dimora".

Simmonds è molto attento a queste tematiche sociali e da circa un lustro associa il proprio lavoro nell'alta cucina a questo tipo di iniziative perché in passato si è ritrovato a combattere contro molte dipendenze. Ha rischiato in prima persona di diventare un senzatetto a causa delle dipendenze, per questo motivo, dopo l'ultima disintossicazione, ha deciso di intraprendere un duplice percorso. Vuole dare alle persone quella seconda possibilità che egli stesso ha avuto ma che non è scontata.

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