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14 Marzo 2025 11:00

Un viaggio alla scoperta della Pignasecca, il mercato più antico di Napoli

La Pignasecca è da sempre uno dei luoghi più affascinanti di Napoli: mercato antichissimo custodisce autentici tesori della gastronomia partenopea, un caleidoscopio di profumi e colori, ma anche un epicentro di storie affascinanti da raccontare.

A cura di Francesca Fiore
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Il mercato della Pignasecca a Napoli è un vero e proprio tesoro gastronomico e culturale, un luogo dove la storia, i sapori e l'anima di Napoli si fondono in un'esperienza unica. Situato nell'omonima zona, nel quartiere Montecalvario, al limite dei Quartieri spagnoli, questo mercato all'aperto è il più antico della città, con una storia davvero affascinante che risale al XVI secolo. Se non ci sei mai stato nessun problema: oggi ti portiamo alla scoperta di in posto che lascia il segno. Uno di quei luoghi che, quando ci si ritrova a passare per le sue vie brulicanti di sapori, odori e pezzi di vita, sembra essere davvero "l'ombelico del mondo".

La storia del mercato più antico di Napoli

Il nome "Pignasecca" deriva da una leggenda affascinante: secondo quanto scrive l'Università Suor Orsola Benincasa le sue origini risalgono al 1500, epoca in cui la zona era fuori dalle mura della città ed era piena di orti. Si narra che, in quel periodo, in questa zona ci fosse una pineta popolata da gazze ladre. L'ultimo pino rimasto, ormai secco, fu risparmiato durante lo sviluppo urbano: per costruire via Toledo, infatti, gli orti furono spianati e di tutta la vegetazione non restò che questo pino ("pigna" appunto in napoletano). La presenza dell'albero divenne un macabro monito: fu utilizzato come forca per i criminali e, secondo la leggenda, le gazze vi nascondevano i gioielli rubati dalle case dei Viceré spagnoli.  

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La storia racconta che una famiglia andò a lamentarsi dall'arcivescovo del tempo a causa delle ruberie delle gazze: l'arcivescovo allora scomunicò le gazze, inchiodando la bolla di scomunica al tronco del pino su cui avevano nidificato. L'albero a poco a poco si seccò e divenne una "pigna secca": i napoletani avrebbero continuato a chiamare così questo luogo fino all'ufficializzazione della nomenclatura. Prima di chiamarsi Pignasecca, la zona era conosciuta come "Biancomangiare": anche in questo caso il nome è legato alla leggenda del Bosco del Biancomangiare che risale sempre al 1500.

Com'è fatto il mercato della Pignasecca

Visitare il Mercato della Pignasecca è come immergersi in un dipinto di Boccioni: un turbinio di movimento, colori e suoni che si fondono in un'unica, vibrante esperienza. La domenica mattina, in particolare, il mercato raggiunge il suo apice di vitalità. I fedeli escono dalla chiesa di Santa Maria di Montesanto, chiamata anche Chiesa degli artisti, e si riversano tra i banchi, mentre i giovani sfrecciano su motorini e le donne si affrettano a completare gli ultimi acquisti per il pranzo domenicale.

Passeggiando tra le bancarelle della Pignasecca, i sensi vengono letteralmente inebriati da un caleidoscopio di profumi e colori. Frutta fresca e colorata, formaggi locali, pescato del giorno, salumi pregiati e prodotti tipici come i friarielli, le alici marinate e i taralli, sono solo alcune delle delizie che si possono trovare in questo mercato. È uno degli epicentri dello street food partenopeo e qui puoi trovare alcune delle cose non solo più buone della città, ma anche più particolari: ad esempio le specialità che coinvolgono la lunga tradizione delle "tripperie".

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Alla Pignasecca si trovano ancora oggi tripperie storiche, alcune delle quali esistono da generazioni: locali che restano un punto di riferimento per chi vuole gustare la trippa preparata secondo le ricette tradizionali. Un esempio emblematico è la tripperia "Le Zendraglie", un'attività a condizione familiare aperta dal 1927, il cui nome si riferisce alle interiora degli animali. Fra le specialità più famose, quella del o' per e o' muss, che vi abbiamo ampiamente raccontato.

Per vivere appieno l'esperienza del Mercato della Pignasecca, visitalo preferibilmente di mattina, quando l'energia è al suo apice. Il sabato offre la più ampia selezione di prodotti, ma la domenica regala l'atmosfera più autentica e vivace.

La rumba degli scugnizzi di Raffaele Viviani

La canzone "La Rumba degli Scugnizzi" di Raffaele Viviani, scritta nel 1932 per l'opera teatrale "L'ultimo scugnizzo": offre uno spaccato vivido della vita popolare napoletana e, sebbene, non sia ambientata specificamente alla Pignasecca, ne condivide lo spirito e l'atmosfera. Probabilmente avrai sentito la versione di Massimo Ranieri, che l'ha resa ancora più famosa.

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La canzone è una sorta di scioglilingua: ambientata in un mercato napoletano, ne racconta proprio le attività e le vicende, alternandole alle urla dei venditori, elemento distintivo per un mercato così. Si tratta di un luogo di ritrovo, scambio e vita quotidiana per gli "scugnizzi", i ragazzi di strada napoletani: un caos giocoso in cui sentirsi stimolati dalla vita e allo stesso protetti. La Pignasecca, come mercato più antico e vivace della città, incarna perfettamente questo contesto, anche se ufficialmente non è la fonte di ispirazione della canzone è molto probabile che lo sia stata in via ufficiosa.

Se ancora non conosci questo mercato così affascinante, prima di visitarlo, ecco il racconto che il nostre creator Elpidio ne ha fatto, andando ad assaggiare le specialità più particolari di questo vivace bazar all'aperto.

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