Un piatto di pasta per chi entra nel bar e per chi ha necessità: non c'è neanche bisogno di chiederlo, esponendosi così a un senso di vergogna che in molti provano. L'idea è di una coppia di imprenditori titolari di un bar di Ciampino che, con questo gesto, vogliono rispondere al clima di paura, rabbia e disperazione che si percepisce nella loro comunità e non solo.
"Non è Karyno caffè": si chiama così il bar che a Ciampino ha deciso di attivarsi per un gesto di solidarietà ideato per la propria comunità. Un piatto di pasta gratis per chi ne ha bisogno, un'idea tanto semplice quanto importante, un'idea per combattere la crisi con positività e vicinanza. Dopo le nuove misure dell'ultimo Dpcm sono tantissime le famiglie che vedono nero all'orizzonte, a causa delle nuove restrizioni imposte a interi settori e alla crisi economica che imperversa da marzo scorso. Ma, fra tanti gesti di rabbia e indignazione, c'è chi ha deciso di farne uno diverso.
Malgrado la chiusura alle ore 18 che penalizza tutto il settore, ci sono baristi e ristoratori che hanno deciso di affrontare questo periodo puntando sulla solidarietà: fra questi Massimiliano Villa e Simonetta Canulli, coppia che gestisce il "Non è Karyno caffè" di Ciampino, in provincia di Roma. In questo clima di rabbia e frustrazione, infatti, c'è chi getta uno sguardo diverso sugli altri e sui loro problemi: “Mi sono accorto che molte famiglie non riescono nemmeno a mangiare – ha spiegato Massimiliano – Noi vorremmo aiutare queste persone con piatto di pasta caldo”. Già martedì 27, primo giorno dell'iniziativa, sono stati serviti diversi pasti caldi. “In questo momento storico di difficoltà è inutile piangersi addosso, o prendersela con gli altri: proviamo a pensare pure a chi sta peggio di noi anche solo con un semplice gesto, quale quello di offrire un piatto di pasta calda e un momento di convivialità”.
Da questi gesti possono nascere vere e proprie ondate di comprensione e solidarietà. Dopo l'iniziativa messa in campo dai due coniugi, infatti, diversi cittadini si sono offerti di portare al bar ingredienti di vario tipo, per realizzare i piatti di pasta in questione. Qualcosa che va oltre il pasto sospeso, perché nessuno pagherà quei piatti, nemmeno gli altri avventori. “Le persone fanno fatica ad ammettere la loro condizione, non è facile neanche entrare e chiedere il piatto di pasta. Per questo sono io che, oltre a promuoverlo sui social, lo offro alle persone che entrano o che guardano il menù con la possibilità di sedersi e consumarlo in totale tranquillità”. Qualcosa che va oltre anche la solidarietà ufficiale, perché non attende richieste di aiuto, ma lo fornisce spontaneamente senza pensare ad altro.