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4 Novembre 2022 10:32

Ucraina: si sblocca la rotta di grano e mais. 1,2 miliardi di chili già in Italia

Via libera della Russia all’accordo per le esportazioni di grano e mais. Riprendono le spedizioni anche verso l’Italia dove sono attesi oltre un miliardo di chili di forniture di cereali. La nota pubblicata da Coldiretti.

A cura di Alessandro Creta
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Dopo l'ennesimo stop russo alla partenza delle navi trasportatrici di grano e cereali (che ha causato un ulteriore rialzo dei costi delle materie prime) ora è arrivato un nuovo ok da Mosca. In partenza dai porti del Mar Nero direzione Italia le forniture di mais per l’alimentazione animale, grano tenero e olio di girasole. "Con il via libera della Russia all'accordo – si legge su una nota pubblicata da Coldiretti – riprendono le spedizioni anche verso l’Italia, dove sono arrivati dall’Ucraina quasi 1,2 miliardi di chili di mais per l’alimentazione animale, grano tenero e olio di girasole nell’ultimo anno prima della guerra".

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Ripreso in mano l'accordo, risalente alla scorsa estate, tra Nazioni Unite, Turchia e Ucraina per il via libera delle navi cargo contenenti grano e mais, materie prime di cui Kiev è tra i maggiori esportatori mondiali e importante fornitore per l'Italia (soprattutto per quanto riguarda il mais, destinato per lo più all'alimentazione animale).

Import dall'Ucraina: i dati italiani

Il nostro Paese nello specifico è costretto a importare circa la metà del proprio fabbisogno di mais per nutrire gli animali nelle stalle. Per quanto riguarda il grano, invece, l'Ucraina garantisce pressappoco il 3% dell’import nazionale, vale a dire 122 milioni di chili. Sono invece 260 milioni i chili di olio di girasole introdotti annualmente in Italia, secondo l’analisi su dati Istat relativi al commercio estero per il 2021. L’Italia si ritrova a dover  "… importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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"L’apertura di Putin è importante soprattutto – prosegue Coldiretti nel suo comunicato – per la forniture di mais alle stalle italiane in una situazione in cui i costi di produzione sono cresciuti del 57% secondo il Crea (il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, ndr) mettendo in ginocchio gli allevatori nazionali".

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