Lo zucchero di canna è uno tra i dolcificanti più comuni: grezzo e integrale, il suo colore caratteristico è ambrato o marrone, ma può essere anche bianco (perfetto nel mojito): no, non è più sano di quello da barbabietola. Andiamo alla sua scoperta.
Lo zucchero di canna è un prodotto ottenuto dalla lavorazione della canna da zucchero (Saccharum officinarum), una pianta tropicale che cresce in diverse parti del mondo, specialmente in Sud America, Africa e Asia. Uno degli zuccheri più popolari che si usano in cucina: il processo di produzione prevede l'estrazione meccanica del succo dai fusti attraverso la spremitura: è poi filtrato – passaggio in cui avviene la separazione tra il saccarosio e la melassa, ovvero la parte vegetale che conferisce il caratteristico colore scuro – fatto evaporare, cristallizzato, centrifugato e, infine, essiccato. La differenza principale tra le varie tipologie dipende dal grado di raffinazione, dalla quantità di melassa presente e dalle fasi della sua produzione, che può essere industriale o più artigianale. Le principali varietà in cui lo si trova in commercio sono due:
C’è da dire che anche lo zucchero di canna grezzo può essere bianco. Cosa significa? Siamo abituati a immaginare che lo zucchero da cucina dal colore candido che vediamo sugli scaffali abbia origine esclusivamente dalla barbabietola: invece, il prodotto derivante dalla lavorazione della canna da zucchero può essere sbiancato, decolorando i cristalli, senza però perdere il sapore leggermente caramellato. Perché, invece, lo zucchero da barbabietola non può essere grezzo o integrale? Per il sapore della sua melassa, che è amaro e non gradevole.
Partiamo subito dall’assunto che sia lo zucchero da barbabietola (Beta vulgaris var. saccharifera) sia quello di canna hanno la stessa composizione chimica: il saccarosio, una molecola formata da glucosio e fruttosio, che mette a disposizione energia rapida all'organismo. Rispetto all’apporto calorico, entrambi forniscono circa 4 calorie per grammo: valgono le stesse regole di consumo giornaliero. Non ci sono quindi differenze sostanziali se non quelle individuabili nella materia prima, ça va sans dire, nelle modalità di estrazione e del conseguente risultato in termini di colore, consistenza e sapore. Lo zucchero di canna grezzo e integrale sono meno versatili di quello bianco classico, per via della texture meno fina e del gusto ricco e aromatico.
Uno dei principali falsi miti sullo zucchero di canna è la credenza che sia più salutare rispetto allo zucchero bianco: molte persone, infatti, pensano contenga più nutrienti significativi. In realtà, le differenze nutrizionali, come visto, sono minime: lo zucchero di canna grezzo ha una piccolissima quantità di melassa, tale da non apportare benefici concreti. Vale lo stesso per lo zucchero integrale: la sua lavorazione è solitamente artigianale, è vero, ma dal punto di vista calorico e glicemico si può paragonare a quello ricavato dalla barbabietola; i sali minerali, le fibre e le vitamine presenti non possono essere considerate un plus per la salute.
Lo zucchero di canna grezzo ha lo stesso potere edulcorante di quello bianco tradizionale: possiamo quindi dire che è il suo sostituto più valido per dolcificare. Allo stesso tempo, la granulometria maggiore e il sapore caratteristico, ma non invadente, danno risultati differenti, che si riflettono nel gusto e nella texture di determinate preparazioni, come i dolci da forno, che saranno più rustici, le confetture e le conserve, piacevolmente caramellate, così come le bevande calde (come tè e tisane, dove si scioglie più lentamente) e i cocktail (immancabile per esempio nella caipirinha, nel mojito e in altri drink a base di rum). Lo zucchero di canna integrale ha bisogno di qualche attenzione in più per via della consistenza umida, per cui è importante bilanciare la presenza di liquidi negli impasti e gli aromi più complessi, talvolta speziati. Lo zucchero di canna può essere usato anche in piatti salati, specialmente in abbinamento a carne o pesce: per esempio, una marinatura a base di zucchero mascobado si rivela perfetta per arricchire le ribs di maiale cotte al barbecue.