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11 Gennaio 2025 16:00

Tutto sulle salse giapponesi: le più diffuse e come usarle al meglio

Teriyaki, ponzu, goma dare, ma anche wasabi e maionese giapponese: le salse usate nella cucina del Sol Levante sono tantissime e danno originalità e unicità a ogni piatto. Andiamo alla loro scoperta.

A cura di Federica Palladini
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Che la cucina giapponese sia un universo di sapori sfaccettati è ormai un dato di fatto anche per gli occidentali, che hanno imparato da qualche anno la lezione: oltre al sushi, c’è di più. A essere fondamentali nella gastronomia del Sol Levante, così come in tutta quella asiatica in genere, sono le salse, che accompagnano in modo sempre differente i piatti, donando  unicità alle preparazioni oltre a gusto ed equilibrio. Così, oltre alla evergreen salsa di soia, il condimento più popolare, sono entrate nel nostro vocabolario e, magari, anche in dispensa, salse ponzu e teriyaki, da abbinare a ricette originali o d’ispirazione nipponica. Di seguito abbiamo raccolto le salse più diffuse: per conoscerle, ma anche per poterle usare al meglio, dato che possono capitare sottomano in un negozio di prodotti etnici o mentre facciamo la spesa con un click.

I condimenti essenziali della cucina del Sol Levante

Prima di andare alla scoperta delle salse giapponesi più diffuse, è fondamentale partire da alcuni condimenti tradizionali (tipo i nostri olio d’oliva, burro e aceto) che diventano le basi su cui poi vengono costruite ricette più complesse, e diverse, a seconda delle combinazioni. La salsa di soia, per esempio, è un vero e proprio must have, presente in tantissime versioni diverse, leggere o più corpose, salate o meno. Subito dopo compare il dashi: il mix di alga kombu e di fiocchi katsuobushi (il tonnetto essiccato) è l’emblema del caratteristico gusto umami del ramen. Così come non può mancare il miso, uno dei più celebri insaporitori (basta pensare alla zuppa) che vede un impasto fermentato di soia e koji. Tra vini e aceti popolari, spiccano l’aceto di riso in tutte le sue declinazioni aromatiche, fondamentale nel riso per il sushi, il mirin, ricavato dal riso glutinoso, e il sakè, che si può sia bere, sia impiegare come alleato ai fornelli.

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Le salse giapponesi più famose

Vietato sottovalutare le salse: i giapponesi lo sanno bene, ed è per questo che ne hanno tantissime. Alcune si aggiungono in cottura, altre sono ottime nelle marinature, altre ancora sono topping e accompagnamenti che danno ai piatti la loro signature. Facciamo la conoscenza di alcune tra le più famose.

1. Salsa teriyaki

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Iniziamo dalla salsa teriyaki, probabilmente una delle più “sdoganate”, visto che il nome si associa a ricette che hanno superato i confini nazionali come il pollo teriyaki o il salmone teriyaki. Si tratta di un condimento tradizionale che si usa soprattutto per marinare carne, pesce, verdure, tofu e per insaporire i cibi nelle cotture in padella. Il termine deriva dall’unione di “tari”, che significa lucentezza, e “yaki”, ovvero grigliare o piastrare, mentre gli ingredienti per preparare questa salsa scura sono: salsa di soia, mirin, sake e zucchero, miscelati e cotti insieme fino a ottenere la tipica consistenza densa e lucida. Durante la cottura si forma una piacevole glassatura sulla superficie degli alimenti, facendoli diventare particolarmente invitanti: una declinazione è la salsa yakitori che, nome omen, è pensata appositamente per essere spennellata sugli spiedini di pollo nipponici.

2. Salsa ponzu

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Fresca, leggera e versatile, la salsa ponzu si prepara combinando salsa di soia, aceto di riso, succo di agrumi (il più diffuso è lo yuzu, simile a un mandarino giallo), katsuobushi e alga kombu, per un gusto perfettamente bilanciato tra l’acido e il sapido. Il condimento è particolarmente amato per esaltare pesce e verdure in modo delicato, senza sovrastare il sapore: si trova in accompagnamento al sushi, al sashimi, alla tempura, al tataki e come salsa per lo shabu shabu, un tipico piatto che prevede la cottura di cibo tagliato a fettine immergendolo all’interno di una pentola calda di brodo dashi posta al centro del tavolo.

3. Salsa gomadare

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La goma dare (o gomadare) è una salsa cremosa a base di una pasta di sesamo chiamata nerigoma che si realizza tostando e macinando i semi, risultando tipo una tahina a cui viene aggiunta la salsa di soia arricchita con altri ingredienti che possono essere il mirin, il miso, l’aceto di riso e lo zucchero, per creare un condimento dalla consistenza avvolgente e un sapore dolciastro. La goma dare è uno dei primi intingoli dello shabu shabu e si impiega frequentemente per dare cremosità ai piatti di noodles freddi e asciutti.

4. Maionese giapponese

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La vediamo protagonista generosa di icone dello street food come okonomiyaki e takoyaki: la maionese giapponese è una di quelle salse dall’allure occidentale che nell’ultimo decennio è diventata sempre più celebre, merito anche dei video su Instagram e TikTok. Perfetta come topping a zig zag o come farcitura in panini, ha una texture vellutata e un sapore allo stesso tempo delicato e accattivante: si prepara con tuorli d’uovo, olio vegetale e aceto di riso, spesso aromatizzata con dashi in polvere o del glutammato monosodico nelle versioni industriali, che amplificano la nota umami. La marca più famosa in commercio è la Kewpie, nome dell’azienda del signor Toichiro Nakashima, che mise a punto la maionese nel 1925 dopo un viaggio negli Stati Uniti, adattando la ricetta alla cucina del Sol Levante.

5. Salsa karashi

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Il karashi è una senape piccante giapponese che quando mangiata fa lo stesso effetto del wasabi, stimolando la lacrimazione. I semi di senape vengono fatti macerare e poi usati come guarnizione in diverse preparazioni tradizionali, tipo il nattò, un piatto a base di fagioli di soia fermentati che si serve a colazione. Dal karashi si ricavano anche delle salse morbide: mischiandolo con la pasta di miso e l’aceto di riso ecco il karashi-su-miso, oppure con la maionese in chiave karashi mayonēsu, che si abbinano entrambe con il pesce (la prima soprattutto con il salmone), e i frutti di mare.

6. Salsa warishita

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La warishita è una salsa dolce-salata che si prepara mescolando salsa di soia, zucchero, mirin, sake e dashi, e che si utilizza principalmente per insaporire il brodo. È chiamata anche salsa sukiyaki, facendo riferimento alla nota pietanza in cui viene usata maggiormente: un insieme di elementi (solitamente carne di manzo, verdure e noodles) cucinati in un pentolone posto in mezzo al tavolo, tipo il shabu shabu, simbolo di convivialità.

7. Salsa yakisoba

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Possiamo già intuire che la salsa yakisoba è l’anima del famoso piatto di spaghetti di grano saraceno fritti tipici del Sol Levante. A essere combinati insieme sono salsa di soia, salsa Worcestershire, zucchero, oyster sauce, sake (o mirin). Il gusto è un agrodolce che vira verso il sapido, ideale per dare carattere a ricette stir fry con noodles, carote, cipollotti, cavolo, pollo, maiale o gamberi: basta versarla durante la cottura e regolare la quantità a proprio piacimento.

8. Salsa wasabi

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Concludiamo con il wasabi, presente in ogni ristorante giapponese: pungente, stimola le vie nasali invece che il palato e, per questo, è ancora più temuto del peperoncino. Si affianca solitamente al sushi e al sashimi, è di colore verde e si ricava – nella sua versione originale – grattugiando l'omonima radice, che ricorda il rafano, e formando una sorta di pasta. Soggetto a imitazioni più economiche, il prodotto autentico viene definito hon-wasabi, altrimenti la salsa potrebbe essere stata realizzata con coloranti, rafano e senape, facilmente disponibili.

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Quello che i piatti non dicono
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