Food blogger, influencer e giornalisti nel mondo del cibo sono spesso confusi tra loro. Le differenze tra le tre figure, (tutte fondamentali), però sono tante.
Ha creato grande scalpore la storia che ha coinvolto Errico Porzio, famosissimo pizzaiolo napoletano, e Barbara Gambatesa, influencer da oltre 4 milioni di follower tra TikTok e Instagram. C'è chi si è schierato dall'uno o dall'altra parte. L'unica cosa certa in tutta questa vicenda è che l'Italia ha un'urgentissima necessità di creare una vera e propria giurisprudenza sul tema del web. Cosa si può fare? Cosa no? Storie e post social sono davvero "moneta corrente" e merce di scambio? Vediamo nel dettaglio il mondo dei food blogger: scrollando sui nostri smartphone vediamo di tutto nel feed, cerchiamo di capire come districarci tra questa incredibile mole di informazioni.
Ci concentreremo sul food blogger e sugli influencer legati al mondo del cibo ma è bene premettere che questo problema lo si trova in ogni tipo di argomento: dagli appassionati di armi a quelli di orologi. Esistono queste figure in tutto il mondo e per tutti i temi possibili e immaginabili. Spesso tendono a confondersi tra loro nell'era dei social media ma svolgono ruoli diversi nella comunicazione e nell'informazione con tantissime differenze a seconda delle figure professionali.
La prima distinzione chiara da fare è l'indirizzo di riferimento: qual è l'obiettivo da centrare? Gli influencer sono persone che utilizzano i social media e altre piattaforme digitali per condividere contenuti sulla base delle loro esperienze personali, interessi o competenze. Il loro obiettivo è "influenzare" le opinioni e i comportamenti dei propri follower. Per questo motivo i marchi di ogni genere si servono di queste figure per promuovere prodotti o servizi. I giornalisti sono invece professionisti dell'informazione. Hanno degli obblighi etici e professionali ben definiti dalla legge. L'obiettivo del giornalista è raccogliere, verificare e riportare le notizie in modo obiettivo e accurato. Il giornalismo si basa sulla ricerca dei fatti e sulla presentazione imparziale delle informazioni al pubblico. Gli influencer invece non sono tenuti a seguire norme etiche: per questo motivo hanno la "libertà" di non essere obiettivi.
Nel mondo del food un influencer può quindi fare post e stories su un ristorante perché è stato pagato o perché ha avuto la cena offerta. I giudizi sono quindi pilotati dalla promozione che devono fare. Non c'è nulla di male: si chiama influencer marketing ed è una pratica antichissima: pensa che Napoleone Bonaparte lo faceva per Moët & Chandon. Queste persone pubblicano recensioni prettamente positive per creare fermento attorno a un determinato indirizzo. Va da sé che il giudizio sia distorto e poco affidabile. Questa pratica può ingannare i lettori ma è un'arma a doppio taglio: se i posti recensiti non mantengono mai le aspettative generate nei follower alla fine il creator perderà credibilità e verrà tacciato di mancanza di sincerità e autenticità nelle sue recensioni. È bene specificare che, per legge, i post di questo tipo devono avere dei disclaimer almeno negli hashtag: bisogna scrivere #ad, #adv, #gifted o #suppliedby. Sono dei dettagli a cui fare caso quando si legge il post di un creator. I follower devono sapere altrimenti si tratta di banale pubblicità occulta. I creator digitali fanno una pubblicità legittima che va pagata e rendicontata: si stipula un contratto, c'è lo scambio economico e di prestazioni e l'influencer paga le tasse come ogni imprenditore in Italia.
Un giornalista non può essere pagato per fare dei post. Lo dice la per legge. Il suo giudizio deve essere scevro da qualsiasi influenza esterna. Le recensioni, positive o negative che siano, devono essere frutto della propria esperienza e della propria formazione. Proprio per questo motivo abbiamo la necessità di un giornalismo obiettivo che guidi il pubblico verso scelte attendibili e che non gli faccia buttare i propri soldi nel cassonetto. Il potere è proprio in mano agli utenti: un po' come suggeriamo sempre di leggere le etichette per non essere fregati, sta in mano ai lettori il potere di attuare una scrematura selezionando accuratamente le figure a cui dare credito.
Un discorso ancora diverso va fatto con la categoria dei food blogger. A volte food blogger e influencer sono la stessa cosa: succede quando il primo ha una tale fama online da avere un vero e proprio ascendente sui propri seguaci. Nei casi più comuni però il food blogger è esattamente a metà tra la figura dell'influencer e del giornalista.
Scrivono tutte e tre figure di cibo e ristorazione. I food blogger sono generalmente appassionati di cibo che condividono le proprie esperienze, opinioni e ricette su blog o su social media. L'obiettivo non è né economico, come per gli influencer, né informativo, come per i giornalisti. Vogliono solo condividere il loro amore per il cibo con il pubblico, spesso dando una prospettiva personale e soggettiva.
Food blogger e giornalisti gastronomici hanno giustamente approcci diversi nella presentazione delle informazioni sul cibo. I food blogger condividono opinioni e esperienze personali, mentre i giornalisti seguono standard professionali per presentare notizie e articoli oggettivi e basati su fatti. Entrambe le figure possono svolgere un ruolo importante nella diffusione delle informazioni culinarie, ma è importante riconoscere le differenze tra i due ruoli.