In Italia e in America ci sono latte e biscotti ma le tradizioni sono svariate in tutto il mondo: dalla birra allo sherry, vediamo come se la passa Babbo Natale.
I bambini adorano Babbo Natale e ogni anno, in tutto il mondo, va in scena il tentativo di corruzione più adorabile che ci sia: per farsi amico l'omone vestito di rosso, in ogni casa vengono lasciati latte e biscotti così da aiutare Santa Claus a continuare il proprio viaggio e portare i doni a tutti i bimbi del pianeta.
Questo succede soprattutto in Occidente ma Paese che vai, usanza che trovi: non tutte le nazioni hanno adottato le stesse tradizioni che spesso variano anche di zona in zona. Prendete l'Italia per esempio: è usuale, nelle zone alpine, lasciare il vin brûlé con i biscotti per riscaldare Babbo Natale. Al Sud, invece, per moltissimi anni questa tradizione è stata legata indissolubilmente all'Epifania e solo le nuove generazioni hanno cominciato a servire latte e biscotti a quest'uomo che veglia tutto l'anno sui bambini.
Ma cosa mangia nello specifico Babbo Natale lungo tutto il tragitto che, da Polo a Polo, lo porta in giro per il pianeta nella notte tra il 24 e il 25 dicembre?
La notte del 24 dicembre c'è un uomo che viaggia per il mondo impegnato a portare doni a tutti i bambini buoni. Visto che questo tragitto lo percorre di notte, trova sempre bar e ristoranti chiusi e quindi, per ritemprarsi, Babbo Natale deve accontentarsi di quello che gli lasciano i suoi "assistiti". Per i bambini la "prova certa" dell'esistenza di Santa Claus sta proprio negli avanzi: le briciole dei biscotti, il bicchiere vuoto in cui prima c'era il latte, un incarto di merendine senza più nulla dentro.
In Italia sono queste le cose che vanno forte, ma in giro per il mondo si trova di tutto e di più nelle case in attesa di Babbo Natale e delle renne. Dopotutto un primo assaggio delle differenze tra le culture lo abbiamo avuto nella prima stagione di How I Met Your Mother con Lily e Marshall, due dei protagonisti, che discutono dell'educazione dei figli: la ragazza, newyorkese doc, immagina di lasciare i classici cookies accanto al latte caldo; il suo fidanzato, del freddo Minnesota, la deride perché "in piena tormenta di neve non ha bisogno di un'impennata di zuccheri, ha bisogno di proteine" ed è per questa ragione che a Minneapolis e dintorni lascerebbero latte e stoccafisso a Santa Claus.
Questa tradizione è comune un po' in tutto l'Occidente, con delle variazioni sul tema e sugli ingredienti dei biscotti. L'usanza originale è legata alla mitologia nordica ed è molto antica; ci sono diverse leggende legate a questa consuetudine. Quella più comune pare sia nata in Olanda, qualche secolo fa, grazie a Sinterklaas, ovvero San Nicola, il protettore dei bambini, dei poveri e degli emarginati. In questa leggenda San Nicola porta i doni ai bambini di un villaggio nei Paesi Bassi e resta un po' con loro per vedere l'effetto che hanno sull'umore dei più piccoli. La disponibilità del vescovo lo porta però ad attardarsi e nell'ultima casetta trova i bambini a dormire. Nonostante la stanchezza, i bimbi gli hanno lasciato biscotti e latte alla finestra per far rifocillare il vecchio prelato.
In realtà questa usanza è più americana che europea e non è nemmeno così antica, per questo arriva in Italia solo con il boom economico, partendo dal settentrione. Il rito è legato alla Grande Depressione: la povertà dilaga e i genitori cercano in tutti i modi di far vivere un felice Natale ai propri figli. Il modo più semplice, insieme a qualche dono, è giocare sullo stupore: convincono i bambini a sacrificare latte e biscotti da lasciare a Babbo Natale; di notte sono proprio mamma e papà a fare un sorso e dare un morso ai biscotti per lasciare ugualmente ai figli il cibo "donato" e una "prova tangibile" del passaggio di Santa Claus.
Quindi come celebrano le nazioni questa leggenda?
In realtà questa usanza è legata al culto pagano del dio Odino. Secondo questo mito, a inizio dicembre, Odino è solito cacciare nelle foreste con il suo cane a otto zampe, Sleipner. I bambini, per ingraziarsi Odino, piuttosto che pregare lui, cercano di conquistare il bene dell'animale lasciando carote e altre verdure lungo il tragitto nella speranza che la divinità in persona, mossa dalla compassione, riconoscesse il lavoro dei bambini donando loro dei regali.
Per questa ragione, in molte zone del Nord del mondo, il pensiero è tutto per gli "aiutanti" di Babbo Natale e non per Santa Claus:
Ma come, starete pensando, tanto Nord Europa e mancano le due patrie di Babbo Natale? Che succede in Norvegia e Finlandia? Qui la storia è piuttosto curiosa: nel mondo la "casa" di Babbo Natale è la Lapponia, precisamente nel villaggio di Rovaniemi in Finlandia. In Norvegia invece no, per i norvegesi Babbo Natale risiede a Drøbak, con tanto di ufficio postale che ogni anno smista circa 30 mila letterine:
Se fino ad ora abbiamo dipinto uno scenario candido e carino, dobbiamo correggere il tiro: in Irlanda e Australia i bambini lasciano la birra per Babbo Natale. Nella terra dei canguri questa cosa ha senso: in Australia il Natale cade d'estate e quindi la birra serve a rinfrescare Santa Claus. In Irlanda invece viene servita la tradizionale Guinness, insieme a una torta di frutta, la mince pie.
La stessa torta viene servita anche in Gran Bretagna e anche qui c'è la tradizione della birra, accompagnata da un cicchetto di sherry. I bambini inglesi però si accodano a quelli dei Paesi Bassi e lasciano anche le carote per far mangiare le renne.
Soprattutto in Cile, ma questa tradizione viene condivisa anche da Perù, Ecuador, Venezuela e Colombia, la notte di Natale per il Viejo Pascuero (cioè Babbo Natale) si usa preparare il pan de pascua, un dolce allo zanzero e miele con i canditi. La forma ricorda molto quella del panettone e infatti ha origini proprio italiane perché la base di questa torta è fatta con il marzapane. Solitamente è accompagnato dal latte ma in Cile la tradizione lo vuole abbinato al colemono, un cocktail a base di brandy, latte, caffè, zucchero e spezie (a scelta tra cannella , chiodi di garofano, vaniglia e buccia d' arancia).