Polipetti e moscardini, pur appartenendo alla stessa famiglia, sono molluschi diversi per forma, dimensione, gusto e prezzo. Scopriamo come distinguerli e riconoscerli.
Polipetti e moscardini, quante volte li abbiamo confusi o pensato che fossero la stessa cosa? Scambiare questi due molluschi è molto semplice, soprattutto per un occhio poco esperto, eppure parliamo di prodotti del mare molto diversi tra loro non solo per forma e dimensione ma anche per prelibatezza delle carni, possibili usi in cucina e, di conseguenza, prezzo. Prima di capire come distinguere questi due cefalopodi, è importante sottolineare che, in italiano, si parla di polpo (anche detto piovra) e non polipo, termine con cui vengono indicati una serie di organismi tra cui anemoni del mare e coralli e, in ambito medico-patologico, escrescenze anomale dei tessuti, benigne o maligne. Fatta questa dovuta premessa, non ci resta che scoprire tutte le differenze che intercorrono tra polipetti e moscardini così da poterli scegliere, acquistare e utilizzare al meglio nelle nostre ricette. Cookist è qui per aiutarti a fare chiarezza, una volta per tutte.
Simili ma non uguali: si fa presto a dire polipetti e moscardini, correndo il rischio di utilizzarli in cucina come se fossero la stessa cosa (non lo farai più, ne siamo certi) ma, pur essendo entrambi molluschi cefalopodi, parliamo di prodotti differenti. Vediamo nel dettaglio come distinguerli e riconoscere dalla dimensione al costo passando per i tentacoli, vera e propria "prova dell'otto".
Anche ai fornelli troviamo delle differenze: il polpo presenta carni tenere, elastiche e maggiormente prelibate rispetto al moscardino, considerato un prodotto più umile ma non per questo meno gustoso. Con il polpo possiamo preparare ogni tipo di ricetta, servirlo in primi piatti, freschi carpacci, ricche insalate e perfino maionesi alternative (e stellate): una volta scelti e trattati correttamente, polpo i polipetti si mostrano per quello che sono, ingredienti incredibilmente versatile, non a caso protagonisti di molti piatti della tradizione mediterranea. Spesso sottovalutato, se cucinato nel modo giusto il moscardino non ha nulla da invidiare al suo "cugino maggiore": ottimo in umido o in guazzetto, si sposa perfettamente con le patate o con la salsa di pomodoro, ingredienti in grado di esaltare il profumo, il sapore e la consistenza di questi piccoli molluschi.
Nel variegato universo dei cefalopodi troviamo anche dei piccolissimi calamari che, per la forma affusolata e le dimensioni decisamente ridotte, vengono definiti "spillo". Di cosa parliamo? Il calamaro spillo, detto anche calamaretto, è una specie appartenente alla famiglia delle Loliginidae, molto diffusa nei mari italiani, in particolare nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio. Non più lunghi di 14 centimetri, i calamaretti spillo, a differenza dei più grandi e comuni calamari, non necessitano di una pulizia accurata: basterà sciacquarli con acqua fredda per eliminare i residui di sabbia prima di impanarli e friggerli in olio bollente, è infatti la frittura, la preparazione in cui questi minuscoli molluschi riescono a dare il meglio di sé.