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10 Aprile 2025 10:35

Trump ha rimandato i dazi: resta tutto invariato per l’enogastronomia italiana

Ieri sera il presidente degli Stati Uniti ha rimandato di 90 giorni l'applicazione dei dazi internazionali: in questi tre mesi saranno aperte delle trattative con tutti tranne che con la Cina per cercare di arrivare a una soluzione comoda per tutti.

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Tanto rumore per nulla. O meglio, proprio nulla no dato che le borse americane ed europee hanno perso oltre 5 punti percentuali in questi giorni provocando un crollo significativo che solo con mesi di lavoro si risanerà. Però ieri sera il presidente statunitense Donald Trump ha sospeso per 90 giorni i dazi aggiuntivi (che lui definisce erroneamente "reciproci") per tutti tranne che per la Cina. Alla Cina ha dichiarato quasi una guerra commerciale imponendo dazi del 125%. Per tutti gli altri invece si resta al 10% a eccezione di Messico e Canada, sottoposti a dazi del 25%. L'enogastronomia italiana è salva.

Cosa cambia ora per il commercio italiano

Per assurdo a questo punto non cambia nulla. Mercoledì scorso erano stati annunciati i dazi e da quel momento abbiamo visto una profonda crisi sui mercati finanziari, che in pochi giorni sono crollati. I più accorti hanno notato che gli annunci di Trump erano un po' confusi e spesso ritrattati o modificati, per questo più di qualcuno ha invitato alla calma ma non è bastato: la maggior parte dei governi e degli industriali sono andati nel panico cercando di capire come adattarsi.

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Con le sue solite colorite espressioni Trump ha giustificato questa pausa dicendo che la maggior parte dei Paesi hanno provato a contattarlo, implorandolo di ritrattare (non ha detto proprio così, è stato molto meno democristiano) e quindi, per premiare la buona volontà degli Stati, ha deciso di rimandare le ritorsioni e aprire queste trattative.

Tra i Paesi "buoni" evidentemente non c'è stata la Cina che ha risposto ai dazi rendendo di fatto impossibile il commercio tra i due colossi. L'Unione Europea ha imposto i dazi al 25% ma in risposta ad altre imposte, sempre messi dagli Stati Uniti ma entrati in vigore a marzo, quindi irrilevanti in questa fase della trattativa perfino per Trump che continua a bearsi di una posizione di forza in cui tutti gli chiedono favori, almeno a quanto dice. In realtà l'imposizione di dazi così alti, senza aver fatto uno studio competente in materia (ricordiamo che ha assegnato tassazioni anche a isole abitate esclusivamente dai pinguini) è stata criticata dalla maggior parte degli economisti americani e perfino da molti esponenti del suo partito d'appartenenza.

Tra tutto questo caos però non ha sbagliato l'orario dell'annuncio, almeno dal suo punto di vista: il rinvio dei dazi è stato dato quando le borse europee e asiatiche avevano già chiuso (in negativo) ma prima della chiusura delle borse americane che invece hanno guadagnato moltissimo, pur non recuperando il terreno perso negli ultimi 7 giorni.

Tutto annullato dunque o almeno rimandato, evidentemente la pizza di Sorbillo ha avuto il suo effetto: la mozzarella sulla pizza, il pecorino sulla cacio e pepe e i fiumi di Prosecco da far scorrere tra le strade di Manhattan sono salvi, almeno per ora.

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