Una costa dalle spiagge incantevoli e molto varie, costellata da una miriade di bellissimi borghi storici, in cui la comunità da sempre convive con il vulcano attivo più alto d'Europa, l'Etna. La riviera dei limoni siciliana è una zona che va da Taormina a Catania, insistendo in particolare su Acireale, dove l'agrume è coltivato fin dall'antichità: oggi vi portiamo in un viaggio gastronomico fra queste bellezze, con i piatti che non potete perdere una volta giunti a destinazione.
Un litorale che alterna spiagge docili a scogliere a picco sul mare, in parte dominata dal promontorio della Timpa, incantevole riserva naturale: parliamo della Riviera dei limoni siciliana, il tratto di costa che si snoda fra Taormina e Catania, abbracciando Acireale. Una zona ricca di prodotti e piatti tipici, da assaporare fra un bagno nelle acque ioniche e un itinerario naturale.
La costa è caratterizzata da bellissimi borghi antichi, dalla meravigliosa Taormina con il suo Teatro greco antico e Isola bella di fronte alla costa, passando per Acireale, Aci castello, Santa Tecla, fino alla maestosa Catania: territori rigogliosi e produttivi, grazie alla vicinanza con l'Etna, che da sempre sostanzia queste terre. Non vi resta che aprire la cartina e partire: ai consigli culinari ci pensiamo noi. Ecco quali sono i piatti tipici da assaggiare se vi trovare sulla Riviera dei limoni siciliana, fra Taormina e Catania.
Partiamo da una ricetta che troverete lungo tutta la costa e che viene preparata in maniera diversa in altre parti della Sicilia. Il vero segreto degli involtini di pesce spada è loro ripieno: un mix di pangrattato arricchito con pinoli, uvetta, capperi, scorza di limone e a volte anche pomodorini. Morbidi e saporiti, vengono cotti in forno, sulla piastra rovente o sulla brace: un piatti che si usa spesso anche per i pic-nic e le gite fuori porta.
Sulla storia della pasta alla Norma, piatto molto caro ai catanesi, si potrebbe discutere per ore: la vulgata passata come narrazione principale è quella che la vuole come "premio di consolazione" per il musicista, Vincenzo Bellini, dopo un flop di un suo lavoro a teatro. Premio di consolazione che, però, ha fatto la storia: una ricetta semplicissima, fatta con melanzane fritte, sugo di pomodoro, basilico e, soprattutto, ricotta salata siciliana, elemento immancabile, da grattugiare in cima. Passare per queste coste senza mangiare almeno un piatto di pasta alla Norma (la troverete ovunque!) sarebbe una vera e propria offesa alla cucina catanese.
Fra le varie pietanze tipiche della cucina locale, questa è davvero locale: a differenza delle altre, la pasta ch'e masciluni si fa solo a Catania e in pochi comuni limitrofi. Si tratta di un piatto tipico dei pescatori, che utilizzavano i pesci più piccoli e invenduti per sfamare la famiglia: con il termine “masculini”, infatti, i catanesi si riferiscono alle alici o acciughe, uno tra i pesci più amati dai siciliani per la facile reperibilità, il basso costo ma anche per il gusto. Si tratta di una ricetta semplicissima che vede al centro questi piccoli pesci ricchi di benefici e pochi altri ingredienti come aglio, prezzemolo e a volte mollica di pane abbrustolita.
Altro piatto che troverete ovunque fra Taormina e Catania: la caponata. Diffusa in tutta la Sicilia, la versione catanese si distingue dalle altre caponate per la predominanza di melanzane e pomodori, insieme a pinoli e basilico fresco, rispetto agli altri ingredienti: è naturalmente immancabile il sughetto agrodolce fatto con aceto e zucchero. Da qualche anno, inoltre, la caponata è diffusa anche in versione conserva, soprattutto qui, nel Catanese: in questo caso però è chiamata caponatina.
Lo sappiamo, questa pietanza farà storcere il naso a molti. Ma nel Catanese la carne di cavallo è un must, un prodotto antichissimo lavorato e vendute da macellerie specifiche, gestite dalle stesse famiglie da generazioni. In particolare, una delle vie dove c'è la maggior presentaz di trattorie con la brace, su cui si cuoce la carne di cavallo, è via del Plebiscito a Catania: qui è tutto un tripudio di profumi e sapori carnivori. Se vi piace questo tipo di carne vi consigliamo di non perdere l'occasione di sedervi e gustare gli involtini di carne di cavallo, la salsiccia oppure la polpetta, tutto rigorosamente arrostito. Se poi non avete voglia di sedervi e volete smangiucchiare, potete provare i "mangia e bevi", street food fatti con la carne (spesso di cavallo), fra cui il rappresentativo è la cipollata: strisce di pancetta che avvolgono un cipollotto intero, tutto arrostito sulla brace.
Una ricetta la cui paternità (ma anche il nome) è contesa da tutte le città siciliane. Gli arancini, veri re dello street food catanese, qui sono "maschi" e "a punta": oltre ai gusti classici, qui troverete facilmente anche l'arancino alla norma, vera emanazione della cucina cittadina, e quello al pistacchio, che invece esalta un prodotto di provincia; più rari ma non introvabili gli arancini al pesce spada, quelli al nero di seppia.
Altro capitolo importante dello street food catanese molto importante: quello delle "focacce". Non sarebbe corretto chiamarle così, perché so tratta di ricette diverse, ma per comodità le raggrupperemo sotto questo grande insieme: ma su quali puntare se si hanno pochi giorni a disposizione per assaggiare? Sicuramente sulla cipollina, la più caratteristica: un involucro di pasta sfoglia con ripieno di prosciutto, pomodoro e cipolla, tanta cipolla; interessante pure la bolognese, una focaccia alta e soffice che farcita con pomodoro, mozzarella, prosciutto e uovo, coperta con una friabile e dorata pasta sfoglia; da non perdere, per i più audaci, la bomba, che può essere fritta, o al forno, e di solito viene farcita con ripiena con prosciutto e formaggio. Le preparazioni della rosticceria siciliana sono però davvero molte: potrete assaggiare cartocciate, pizzette, paté, piccoli calzoni fritti chiamati siciliane, o le crispelle, un cuore di ricotta e/o acciughe, avvolto in una pastella e poi fritto: insomma ce n'è per tutti i gusti.
Diffusa in tutta il litorale, la versione catanese delle sarde a beccafico si distingue da quella palermitana per diversi elementi: per primo la preparazione, dato che le sarde sono disposte una sopra l'altra, a due a due, impanate e poi fritte. Inoltre, si aggiunge nella farcia il caciocavallo, che le rende filanti. Una delizia da non perdere, se vi trovate su questa costa.
Impossibile scoprire il tratto fra Taormina e Catania e non assaggiare almeno una granita: una specialità fortemente contesa fra la tradizione catanese e quella messinese. Se interrogate un abitante del luogo, infatti, vi dirà che la vera granita è solo in quetsa zona, soprattutto se vi trovate ad Acireale: qui le granite sono più cremose rispetto a quelle del messinese e si varia anche nei gusti. Oltre alle classiche qui vanno per la maggiore la granita al pistacchio (tipico delle zone di Bronte), quella alle mandorle e quella ai gelsi rossi.
Il miglior momento per gustare i cannoli è senza dubbio l'estate: per tradizione, infatti, si dovrebbero farcire con la ricotta (di pecora) prodotta dai pascoli estivi. Anche in questo caso si tratta di un dolce diffuso su tutto il territorio, ma che viene realizzato diversamente a seconda delle zone specifiche. A Catania, all’impasto non si aggiunge il cacao, come nel palermitano, ma solo il vino bianco; la ricotta del ripieno, inoltre, viene “lisciata”, ovvero passata al setaccio e “condita” con cubetti di zuccata e gocce di cioccolato; infine, una bella spolverata di granella di pistacchio e zucchero a velo.