L'ultima nazione è stata la Svizzera, che ha offerto una fetta di torta a chiunque si sottoponesse alla prima dose. Anche nel resto del mondo però ci sono state iniziative del genere: in Italia, nel messinese, sono state distribuite bottigliette di olio d'oliva. Negli Stati Uniti birre, pop corn e dolci, in Asia c'è chi ha messo in "palio" mucche e polli.
Mentre in Italia, ma non solo, prosegue la polemica riguardante i vaccini (ora enfatizzata dalla questione Green Pass), in Svizzera hanno deciso di "prendere per la gola" tutti gli indecisi. Ma no, non nel senso che state pensando. Nessun significato letterale, solamente figurato, per la nuova iniziativa che è stata promossa a Berna, dove l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha voluto incentivare le persone a sottoporsi alla prima dose di vaccino in cambio di una bella fetta di torta.
Un metodo originale per addolcire la pillola o, in questo caso, il vaccino. L'idea (pubblicizzata pure sui giornali locali) è favorita anche dal buon andamento della campagna di vaccinazione nazionale: in Svizzera infatti ci sono ben pochi dissidenti e due adulti su tre dai 16 anni in su hanno ricevuto almeno una dose della cura. Insomma, al di là delle Alpi non solo gran parte della popolazione si è già sottoposta al vaccino, ma pochi giorni fa nella Capitale Svizzera tutti coloro che hanno deciso di rompere gli indugi sottoponendosi alla prima somministrazione hanno ricevuto una torta, da poter consumare sul posto a puntura avvenuta. L'iniziativa sembra abbia avuto successo, e non è escluso che in futuro possa ripetersi. Quella elvetica è stata un'idea sicuramente simpatica e curiosa, ma anche in altri Paesi del mondo sono stati offerti prodotti gastronomici per incentivare la popolazione a vaccinarsi. Sì, anche in Italia.
Israele è stato uno dei primi Paesi a far ricorso a un incentivo del genere: già lo scorso febbraio per favorire la vaccinazione dei giovani non solo venivano coinvolti bar e pub (trasformati in veri e propri hub), ma a tutti coloro che ricevevano la seconda dose era offerto un bel boccale di birra spillata al momento.
A giugno in Sicilia, in occasione di un Open Day, sono state distribuite bottigliette di olio di oliva locale a chiunque decidesse di sottoporsi al vaccino. È successo nel messinese, nel paesino di Alcara Li Fusi, dove la Coldiretti ha promosso quest'iniziativa che ha permesso a ogni paziente di tornarsene a casa con una bottiglia del caratteristico prodotto nella zona. Negli Stati Uniti non hanno fatto solamente ricorso all'immancabile birra per incentivare la popolazione a vaccinarsi. I cinema americani hanno tentato di fare la loro parte, offrendo pop corn e bevande ai propri clienti che si fossero sottoposti ad almeno una somministrazione. Sulla stessa linea anche alcuni ristoranti, che hanno messo in "palio" scontistica sui menu e dolci gratuiti. Solo per fare un esempio, la catena Kryspy Kreme ha offerto la tradizionale ciambella americana a tutti coloro che fossero in possesso del proprio certificato vaccinale. A Seattle birre e cheeseburger gratis, a New York cheesecake e patatine fritte.
In Thailandia hanno fatto direttamente ricorso alle mucche: il Governo locale ha indetto qualche settimana fa una lotteria tra chiunque avesse ricevuto il vaccino, con in palio una giovane esemplare da potersi portare direttamente a casa. Poche migliaia di chilometri più a nord, in Indonesia, per convincere gli anziani restii o indecisi sono stati offerti dei polli da allevamento. Se la questione vaccino continua a dividere, insomma, sembra che ci debba pensare ancora una volta il cibo a mettere d'accordo tutti.