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9 Dicembre 2023 13:00

Torroni dal mondo: le varietà tipiche in Italia e all’estero

Uno dei dolci più celebri del Natale è il torrone: una specialità della tradizione italiana che in realtà si trova anche in altri paesi e continenti, dove non sempre, però, è legata a questa festività.

A cura di Federica Palladini
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Le festività natalizie sono sinonimo di specialità culinarie tipiche, che difficilmente compaiono sulle tavole durante il resto dell’anno. È il caso, per esempio, del torrone, dolce immancabile del periodo che vanta una lunga storia e tradizione, non solo in Italia, ma anche in giro per il mondo, e che si può gustare in tante varietà diverse: duro, morbido, con mandorle, nocciole o pistacchi, spezie e cioccolato. L’origine di questo dolce si fa risalire agli arabi, che lo portarono in Sicilia e in Andalusia: miele e frutta secca, infatti, sono ancora tra gli ingredienti più utilizzati nella pasticceria mediorentale, che vede preparazioni simili al torrone nei croccanti al sesamo o nella versione mediterranea dell’halva, una mattonella a base di tahina, zucchero e miele con l’aggiunta di arancia, vaniglia, mandorle e pistacchi. Si potrebbe dire paese che vai, torroni (al plurale) che trovi, con un ampio ventaglio di tipologie locali italiane ed estere, alcune delle quali strettamente legate al territorio di produzione e quindi riconosciute come prodotto IGP, per esempio il turrón de Alicante spagnolo, o inserite nell’elenco dei PAT (Prodotti agroalimentari tradizionali italiani), tipo il torrone classico di Cremona.

1. Il torrone italiano, un dolce che attraversa la Penisola

Da Nord a Sud, il torrone è uno dei dolci che non manca sulla tavola delle Feste. Le varietà sono davvero tantissime a partire da quella probabilmente più famosa, il torrone di Cremona, composto da mandorle, miele, zucchero e albumi, che si celebra ogni anno con una festa nel mese di novembre. In Puglia, Natale significa copeta (o cupeta), un mix tra il torrone e il croccante di mandorle. In Calabria, c’è l’unica IGP italiana, quella del torrone di Bagnara, lavorato dai monaci già nel ‘700: si realizza con zucchero, mandorle tostate, miele, albumi, cacao amaro, oli essenziali e spezie in polvere. In Sicilia, precisamente a Caltanissetta, invece, il torrone si distingue per avere nell’impasto insieme alle mandorle anche i pistacchi, entrambi caratteristici dell’isola.

2. Il torrone spagnolo, ovvero l’antica tradizione del turrón

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Duro o blando (morbido), anche in Spagna il turrón è un’eccellenza di derivazione araba, diffusa soprattutto nella Comunità di Valencia, tra Alicante e Jijona. Qui viene prodotto il Turrón de Alicante IGP, dalla tradizione artigianale documentata già dal ‘500: si tratta di un torrone duro preparato con mandorle tostate ben amalgamate nell’impasto di miele e zucchero, ricoperto completamente da un’ostia. Si può trovare sia in barrette, sia in veste di torta rotonda. Da citare anche il turrón a la piedra di Jijona, cremoso e profumato, a base di mandorle, zucchero, cannella e limone. Fa parte delle antiche specialità dolciarie della Catalogna, invece, il Torró d'Agramunt IGP, tipico della provincia di Lerida, che può contenere mandorle o nocciole ben visibili racchiuse tra due ostie e che viene commercializzato in monoporzioni rotonde o rettangolari.

3. Il torrone cubano: protagoniste le arachidi

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Si chiama turrón de maní e lo si può trovare anche in paesi dell’America del Sud come Argentina e Venezuela. Rispetto ai torroni precedenti si caratterizza per avere solo due ingredienti, arachidi e zucchero (di canna, a velo, semolato): dal colore marroncino, si trova sia in versione crema, con le arachidi completamente triturate, sia en granos, dalla texture più rustica. In generale viene prodotto da aziende locali a conduzione famigliare: a Cuba lo si compra dai venditori ambulanti lungo la strada, mentre all’estero lo si può reperire nei negozi di prodotti equosolidali.

4. Il torrone portoricano, come un croccante al sesamo

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Il turrón de Ajónjolí è presente non solo a Porto Rico, ma se ne trovano tracce in tutto il Centro e Sud America. Più che un torrone, si presenta come un croccante di semi di sesamo tostati  – tipo la giurgiulena – che possono essere bianchi e neri tenuti insieme da miele e zucchero di canna. Non ne esiste una sola versione: è facile imbattersi, infatti, nella sua variante con sesamo e arachidi o aromatizzata con cannella e succo di limone.

5. Il torrone filippino, uno snack a base di anacardi

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https://amiablefoods.com/turrones–de–casoy/

Anche nelle Filippine è presente una specie di torrone molto particolare: il turrones de casoy, dalla pronuncia inglese del termine cashew che significa anacardo. Questa frutta secca è alla base di una pasta realizzata con miele, zucchero e albume, tipica della provincia di Pampanga. Il tutto si confeziona all’interno di un foglio di carta di riso edibile di piccole dimensioni, stile barretta energetica, e viene venduto per strada, sotto forma di snack spezzafame.

Il torrone peruviano: si chiama "turrón", ma non lo è

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Lo mettiamo nella lista, ma non si può includere nella grande famiglia dei torroni, nonostante ne prenda in prestito il nome. Stiamo parlando del Turrón de Doña Pepa, un dolce della tradizione di Lima, considerato patrimonio della cucina peruviana, che però si compone di strati di bastoncini realizzati con una specie di frolla arricchita da semi di sesamo e anice tostati tenuti insieme da una riduzione di chancaca (zolletta ottenuta con il succo dello zucchero di canna), frutta tropicale e spezie e infine decorato con diavolini colorati. Si mangia in occasione del giorno dedicato al Señor de los Milagros, il 28 ottobre.

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Quello che i piatti non dicono
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