Un dolce che parte da 4 ingredienti semplici e caratteristici: mandorle, miele, zucchero, albumi d'uovo. Ricetta antichissima - risale addirittura ai popoli sanniti - che ha trovato a Cremona la sua casa ideale tra antiche leggende e nuove riproposizioni. Vediamo la storia e la preparazione del torrone cremonese.
Secondo un’antica leggenda locale, il primo torrone cremonese sarebbe stato servito in un giorno ben preciso: 25 ottobre 1441 al banchetto di nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza che unì due delle più importanti famiglie dell’Italia medioevale. Il dolce, sempre secondo la leggenda, è stato modellato cercando di riprodurre la torre campanaria della città, il Torrazzo: proprio da qui deriverebbe infatti il nome. Cremona è oggi la patria di uno dei dolci più iconici in Italia, che abbina friabilità e dolcezza come poche pietanze in circolazione.
Si parla di leggenda sulle nozze tra Visconti e Sforza, perché non c’è attestazione ufficiale che risalga al menu del 1441 e perché la prima notizia ufficiale sul torrone a Cremona è di oltre 100 anni più tardi. Il comune di Cremona in preda alle scorribande dei lanzichenecchi e sotto il dominio spagnolo, acquistò del torrone per farne dono ad alcune autorità milanesi. Niente Torrazzo dunque, che vedete in foto qui di fianco.
La cosa curiosa è che in Catalunya e Castilla la produzione di torrone era ben avviata e risalirebbe addirittura al 1200 quindi è possibile che il torrone cremonese derivi da quello della Comunità valenciana. Secondo gli scritti del ‘500 il dolce era un po’ diverso rispetto a come lo si trova oggi in Lombardia: “un dolce squisito fatto con mandorle, miele e bianco d’uovo”, oggi sono in pochi a realizzarlo secondo questa antica ricetta; piuttosto troviamo pasticcieri fedeli agli scritti del ‘900, in cui si specifica che il torrone alla rottura deve comportarsi come fosse di vetro.
Il torrone di Cremona è una bomba energetica con mandorle, miele, zucchero ed albumi. Se di buona qualità, più del 50% è composto dalle mandorle, il 40% dal miele e solo meno del 10% è fatto da zucchero e albumi. Secondo il disciplinare della Denominazione Comunale del Torrone di Cremona ci sono delle percentuali minime di miele e massime di zucchero da rispettare (5% minimo miele e massimo 25% di zucchero) che però lasciano grande libertà agli artigiani. Per quanto riguarda le mandorle, la tradizione prevede la buccia ma oggi si utilizzano pelate e tostate.
Il segreto per un buon torrone oltre alla grande qualità degli ingredienti sta proprio nella cottura che avviene a bagnomaria. Fuoco lento, per tantissimo tempo. Attraverso una piccola caldaia si inserisce uno sciroppo fatto con miele e zucchero a cui vengono poi aggiunti gli albumi montati. La temperatura deve essere di circa 80° e la massa va continuamente mescolata. Solo alla fine si aggiungono le mandorle, le si amalgamano e si completa il torrone.
A questo punto viene la parte difficile: per dare la forma all’impasto prima che si solidifichi ci sono due strade. La prima vede uno stampo, la seconda vuole il torrone modellato a mano, molto più complicata.
Solitamente una volta assunta la forma, l’impasto viene steso su sottilissimi fogli di ostia e incartato immediatamente perché miele e zucchero rischierebbero di sciogliersi in superficie a causa dell'umidità. Quello dell’umidità è un fattore chiave per tutta la lavorazione del torrone perché influisce in maniera importante sulla solidità del prodotto.
Scopri come fare il fare il torrone cremonese in casa.
L’insegna storica a Cremona per il torrone è sicuramente Augusto Fieschi in via dei Lanaioli 24, una fabbrica che ha 150 anni e che utilizza una ricetta antichissima, pare di metà ‘800, con più del 50% di mandorle e un blend di miele studiato per esaltare il sapore del torrone. Tutti gli ingredienti sono italiani e certificati.
Altro indirizzo molto interessante è Bandirali in via Piacenza 93, a Crema: la particolarità di questo prodotto è la presenza dello zucchero di canna nel torrone cremasco.
Interessante anche la proposta della Pasticceria Lanfranchi, via Solferino 30, a Cremona; uno dei pochi a creare il torrone a forma di violino, altra grandissima tradizione della città lombarda. Da provare anche i bocconcini di torrone, una versione sfiziosa e leggera del classico torrone cremonese.