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11 Agosto 2024 11:00

Tonno: tutte le parti che possiamo mangiare

Che sia fresco o in scatola, il tonno è un pesce nutriente, facile da reperire e da cucinare. Inoltre, è considerato un alimento antispreco: quasi tutte le sue parti sono commestibili e le altre si riutilizzano in cosmesi, nell'industria del pet-food e farmaceutica.

A cura di Federica Palladini
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Il tonno è uno dei pesci simbolo del Mediterraneo, in particolare quello rosso, che per tradizione è protagonista di piatti tipici della cucina sarda e siciliana, le zone dove operano maggiormente le tonnare. Quello che arriva sulle tavole di tutta Italia, fresco e in scatola, appartiene a diverse varietà: le due più diffuse sono il pinna gialla e il tonnetto striato, che si trovano nelle acque dell’Atlantico, del Pacifico e dell’Oceano Indiano.

Il tonno viene comunemente definito come “il maiale del mare” perché le sue parti si usano praticamente tutte, dalla rinomata ventresca alle interiora, a partire dalla pregiata bottarga. Il suo essere antispreco si riflette anche al momento della sua lavorazione industriale: ciò che non viene inscatolato nel classico tonno sott’olio, infatti, viene sempre più spesso destinato ad altre produzioni. Secondo i dati dell’Ancit – l’Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare – il tonno è un esempio perfetto di economia circolare: gli scarti della carne possono essere impiegati nel pet-food di qualità o per fare surimi, mentre ossa, pelle e coda sono ottime fonti di omega-3, proteine e collagene, così da essere dirottati verso prodotti farmaceutici, per la cosmesi o come integratori alimentari. Andiamo alla scoperta di tutte (o quasi) le parti del tonno che possiamo mangiare e utilizzare.

1. Ventresca

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La ventresca è uno dei tagli più nobili del tonno, che si ricava dai fasci muscolari del ventre, morbidi e grassi. Si può gustare sia fresca sia sott’olio: in entrambi i casi si valorizza in cucina in ricette che non necessitano di lavorarla, come per esempio fettine nel sushi e nel sashimi oppure semplicemente scottata in padella.

2. Filetto

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Con questo termine si identificano le parti magre del pesce dell’addome e dei fianchi, che arrivano appena sotto al dorso. Si tratta di carni pregiate, tenere e saporite che vengono principalmente sezionate per essere consumate fresche, vendute in tranci da cui ricavare “bistecche” per realizzare piatti come la tagliata di tonno, la tartare o il carpaccio.

3. Tarantello

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Si trova nell'area bassa dell’addome ed è uno dei tagli più pregiato del tonno, meno reperibile dei due precedenti. Ha un buon equilibrio tra parte magra e parte grassa, risultando così gustoso. Si confeziona soprattutto sott’olio, in scatole di latta o vasetti di vetro di fattura per lo più artigianale: un ingrediente prezioso per arricchire pastasciutte e cous cous dove far ammirare una materia prima di qualità. Quando viene essiccato prende il nome di mosciame, definito “bresaola di mare”.

4. Dorso

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La carne che si estrae dalla parte dorsale del pesce è magra, sapida, ma risulta meno pregiata di quelle appena viste. Si utilizza soprattutto per realizzare le scatolette di tonno, perfette per ricette economiche e salvacena da tutti i giorni (come un’insalata di riso), oppure creative e sfiziose, come polpette, polpettoni, pomodori ripieni, involtini, tartine, dove il tonno è facile da legare ad altri ingredienti (tipo ricotta o maionese) per ripieni stuzzicanti.

5. Guance

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Le guance, situate proprio sotto gli occhi sono una componente del tonno che nella cucina casalinga si tende a sottovalutare, perché meno nota, ma gli amanti del pesce, gli chef o chi è abituato a trattarlo perché ci convive da sempre, sa che al contrario è una porzione molto prelibata, dalla polpa morbidissima. Si possono fare dei succulenti ragù, oppure ridurre a fettine come preferiscono i giapponesi, che ne fanno sushi e sashimi.

6. Occhi

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In Italia gli occhi del tonno (e del pesce in generale) non si consumano, ma in altri paesi sono considerati una vera e propria delizia. È il caso del Giappone, dove i bulbi oculari del tonno si chiamano medama e vengono proposti come antipasto o contorno: si cuociono in umido o leggermente scottati, ma vengono serviti anche crudi, in stile sushi. Il sapore ricorda quello del polpo e del calamaro, mentre la consistenza è gommosa.

7. Testa

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Le guance e gli occhi fanno parte della testa, ma non sono l’unico pezzetto che si può recuperare se si è comprato il pesce intero. Qui, infatti, ci sono tante “frattaglie” come la gola, la tracchia, la mandibola o i tappi frontali che vengono generalmente usati in sughi, zuppe e condimenti come insaporitori. La stessa testa intera, oltretutto, è ottima per realizzare un fondo, un brodo o il fumetto di pesce. Come scarto della lavorazione industriale, invece, attraverso la sua spremitura è possibile ricavare olio di pesce, ricco di omega-3, farine per mangimi animali, concentrati proteici per gli integratori o sostanze da destinare alla cosmesi.

8. Codella

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La codella indica tutta la sezione posteriore del tonno e si divide in codella nera (quella superiore) e codella bianca (quella inferiore). Si tratta di una parte fibrosa, quindi meno tenera dei filetti, che si presta alle lunghe cotture: il piatto più celebre che la vede come ingrediente principale è il tonno alla carlofortina, con il trancio prima fritto e poi cotto dolcemente nella passata di pomodoro.

9. Interiora

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Il cuore che si fa essiccare, lo stomaco con cui si realizza la trippa, le uova che diventano bottarga e il liquido seminale da cui si ricava il lattume: sono solo alcune delle interiora del tonno, “avanzi” pregiatissimi della sua lavorazione più o meno note. Senza dubbio è popolarissima la bottarga, che grazie al suo sapore intenso di mare e la sua facilità di utilizzo (basta spolverarla o grattugiarla) rende gourmet un primo piatto di pasta o un crostino per l’aperitivo.

10. Pelle

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La pelle del tonno se il pesce viene trattato per l’inscatolamento diventa uno scarto che non viene buttato, ma riciclato. Essendo ricca di omega-3, se ne estrae l’olio, così come diventa uno degli ingredienti per fabbricare la gelatina alimentare. In più, è una buona fonte di collagene marino, da usare come integratore o nelle applicazioni cosmetiche. Quando compriamo il tonno, togliamo tutte le squame e puliamo la pelle con cura, perché è anch’essa commestibile.

11. Coda e pinne

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La coda e le pinne del pesce non sono edibili, ma rientrano in quelle parti che vengono destinate ad altri scopi. In particolare, essendo composte da pelle e tessuto muscolare contengono collagene marino, alla base di molti prodotti anti-aging.

12. Lische

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Le lische sono la struttura ossea del tonno e possono essere impiegate in cucina insieme alla testa per fare il brodo o il fumetto di pesce, mentre a livello industriale quando non servono vengono ridotte in polvere e indirizzate al settore del pet-food o come integratori alimentari, dato che contengono proteine.

Bonus: l'olio del tonno in scatola

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Non è una vera e propria parte del tonno, ma la includiamo come "bonus track". Quando si apre la scatoletta o il vasetto si tende a gettare l'olio perché si pensa che non sia buono. In realtà,  se si compra un prodotto di qualità, anche l'olio in cui è conservato lo è, ricco di vitamina D e omega-3: si impiega in diversi modi, dai condimenti alle marinature.

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Quello che i piatti non dicono
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