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16 Novembre 2024 19:01

Tonno in scatola e mercurio: c’è da preoccuparsi? L’esperto ci aiuta a fare chiarezza

Ma se il tonno è pieno di mercurio perché ce lo fanno mangiare? Siamo tutti in pericolo? Il nostro biologo nutrizionista Simone Gabrielli ci aiuta a fare chiarezza sull'argomento, spiegando anche come limitare i danni.

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Ma se il tonno è pieno di mercurio perché ce lo fanno mangiare? Siamo tutti in pericolo? Il mercurio è un metallo pesante che si accumula negli oceani a causa dell'inquinamento ed è tossico per il sistema nervoso umano. L'esposizione prolungata può causare problemi di memoria, difficoltà di apprendimento, disturbi della vista e dell'udito.

L’inchiesta, di cui tutti parlano sui social in questi giorni, fatta da Bloom e Foodwatch sembra mettere in luce un risultato più preoccupante con circa il 57% dei casi in cui i livelli superano il limite di sicurezza di 0,3 milligrammi per chilo. Dobbiamo preoccuparci? Il nostro biologo nutrizionista Simone Gabrielli ci aiuta a fare chiarezza sull'argomento, spiegando anche come limitare i danni.

Il mercurio e la catena alimentare

Come abbiamo già detto, il mercurio è un metallo pesante che si accumula negli oceani a causa dell'inquinamento. Questo metallo entra nella catena alimentare, partendo dai piccoli organismi marini e arrivando fino ai predatori più grandi, come il tonno. Questo processo si chiama biomagnificazione, e significa che più in alto si trova un animale nella catena alimentare, maggiori saranno i livelli di mercurio presenti nel suo corpo.

Quali sono i rischi per la salute?

Il mercurio è tossico per il sistema nervoso umano. L'esposizione prolungata può causare problemi di memoria, difficoltà di apprendimento, disturbi della vista e dell'udito.

I bambini e le donne in gravidanza sono particolarmente vulnerabili agli effetti del mercurio. Durante lo sviluppo fetale, l'esposizione a questo metallo può causare danni permanenti al cervello e al sistema nervoso del bambino.

La leggenda narra che l'eccentrico Cappellaio Matto, del romanzo Alice nel paese delle meraviglie, potrebbe essere ispirato ai cappellai dell'epoca vittoriana, i quali, a causa dell'esposizione al mercurio che usavano per lavorare i cappelli, subivano alterazioni neurologiche che ne alteravano la lucidità. Ovviamente è solo una leggenda, i sintomi da intossicazione da mercurio sono ben più gravi di una leggera eccentricità.

Dobbiamo escludere il pesce dalla dieta?

Primo pensiero che molti avranno sarà: "Non mangerò mai più tonno in scatola" o peggio "Non mangerò mai più pesce". Il pesce, nonostante la presenza di mercurio in alcune specie, rappresenta una fonte preziosa di nutrienti essenziali come proteine, vitamine del gruppo B, D e A, e acidi grassi omega-3. Il suo consumo regolare, circa 3 volte a settimana, si è dimostrato favorevole alla nostra salute.

Oltre a questo, per garantire la sicurezza alimentare, i prodotti ittici importati vengono sottoposti a controlli sanitari presso i Posti di Ispezione Frontaliera, oltre a ricevere controlli duranti gli scambi all'interno dell'UE da parte dell’ASL. Nel 2019, su oltre 6.700 campioni analizzati, solo 25 hanno superato i limiti consentiti per i metalli pesanti, dimostrando l'efficacia dei sistemi di controllo.
L’inchiesta, di cui tutti parlano sui social in questi giorni, fatta da Bloom e Foodwatch sembra mettere in luce un risultato più preoccupante con circa il 57% dei casi in cui i livelli superano il limite di sicurezza di 0,3 milligrammi per chilo, ma attenzione questo non è il limite imposto per il tonno che equivale ad 1 milligrammo per chilo, ma è un limite che si riferisce ad altre tipologie di pesce come il merluzzo. Infatti sottolineano come sia il caso di imporre anche questo limite per tutte le tipologie di pesce senza escludere nessuno, che può essere un proposta discutibile per diminuire la contaminazione ma ben lontana dai video allarmistici lanciati sui social.

Come limitare i rischi

Ma quindi, nel frattempo, come possiamo ridurre il rischio di contaminazione? Ecco alcuni consigli:

  • Limitare il pesce a 3 volte a settimana di cui massimo una volta a settimana pesci di grandi dimensioni, come tonno e pesce spada, e preferire pesci di piccole dimensioni come sardine, alici e sgombri. Detta in parole povere non esiste solo il tonno in scatola, lo so che è la salvezza degli studenti universitari ma cerchiamo di variare.
  • Ricordiamoci che, quando si parla di pesce, in realtà in ambito alimentare includiamo anche molluschi, crostacei e cefalopodi. Quindi nelle 3 porzioni di pesce dobbiamo includere anche questi.
  • Non sottovalutare il pesce surgelato, costa mediamente meno, si conserva meglio e non perde nutrienti come in molti credono. Ok il tonno in scatola è pratico ma anche il pesce surgelato non scherza a praticità.
  • Alcune categorie di consumatori, come bambini, donne in età fertile, donne in gravidanza e durante l'allattamento è bene riducano ulteriormente il consumo di pesci di grandi dimensioni.

La salute è un bene prezioso, e proteggerla inizia dalle nostre scelte alimentari. Facciamo attenzione al mercurio presente nel tonno e scegliamo alternative più sicure per la nostra salute e quella dei nostri figli. Se poi vuoi escludere totalmente dalla tua dieta il pesce, anche per questioni etiche, e ci riferiamo a vegetariani e vegani, assicurati comunque di avere un’alimentazione sana ed equilibrata.

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