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19 Febbraio 2024 12:30

Tiny food: il nuovo trend del cibo in miniatura che viene dal Giappone

Impazza sui social il fenomeno del cibo in miniatura, dei veri e propri manicaretti cucinati sulla fiamma di una candela grandi quanto i modellini per le case delle bambole, ma realizzati con ingredienti veri e perfettamente commestibili.

A cura di Martina De Angelis
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I social network ti hanno abituato alla diffusione di trend di ogni tipo, anche dal punto di vista gastronomico: croissant giganti da 2 kg l’uno, pizza bowl e zuppa di lasagne sono solo alcuni esempi di tendenze alimentari fuori dal comune. In questo filone si inserisce il tiny food, ovvero il cibo in miniatura. Ti basterà fare una breve ricerca su qualsiasi social network per capire di cosa si tratta: pietanze minuscole che ad una prima occhiata sembrano quelle per le case delle bambole, ma che in realtà sono reali e commestibili.

In versione mini si trova di tutto, dalla pizza al sushi, dai pancakes alle ciambelle, e tutto è grande quando l’unghia di un dito ed è cucinato con strumenti altrettanto minuscoli. Un trend nato in Giappone dove arte e cucina si mescolano, dando una nuova dimensione (in tutti i sensi) a ciò che una volta era il finger food.

In cosa consiste la moda del tiny food

Il trend del tiny food consiste proprio in quello che suggerisce la parola: cibo in miniatura, preparato con ingredienti veri su piatti minuscoli, che vengono assemblati con pinzette e altri strumenti di precisione tipici del miniaturismo per poi essere cotti generalmente sulla fiamma di una candela in una cucina in miniatura. Prova a cercare un video a riguardo: ne rimarrai ipnotizzato. È davvero incantevole guardare pancake grandi come una monetina, porzioni di riso grandi come cucchiaini di caffè, piccolissimi croissant della dimensione di un polpastrello.

Chi si cimenta nella cucina in miniatura è un vero e proprio maestro, non solo per la precisione nel cucinare alimenti così piccoli (e tutti perfettamente commestibili) ma anche nell’allestimento del contesto. Sì perché per pietanze minuscole vengono creati contesti ad hoc in cui presentarli, che comprendono non solo piatti e posate piccolissimi, ma anche piccoli salotti composti di tavoli, sedie e piante decorative. Una vera e propria casa delle bambole, ma con cibo vero.

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Attenzione a non confonderlo con il finger food

Sentendo parlare di tiny food potresti subito fare il collegamento con il finger food, ma attenzione: non si tratta della stessa cosa. Con il termine finger food si intendono tutte quelle pietanze che si possono mangiare con le mani in un solo boccone, proprio come suggerisce il nome. Sono principalmente stuzzichini per aperitivi e buffet o da servire come antipasto, ma pur trattandosi di monoporzioni rimangono comunque di grandezza normale. Invece il tiny food è ancora più piccolo, della dimensione esatta degli accessori che usavi per giocare con le bambole durante l’infanzia, e riguarda tutti i tipi di ricette, persino le torte e il sushi.

Da dove viene il trend del tiny food

Come molte delle tendenze più singolari, non solo nel campo dell’alimentare, anche la moda del tiny food viene dal Giappone. È iniziata con persone che creavano modellini di cibo realizzati con la plastilina per le case delle bambole, e si è trasformata nella preparazione degli stessi cibi minuscoli, ma con ingredienti veri. Un trend più estetico che con una vera e propria utilità, ma allora perché spopola così tanto? Gli antropologi hanno provato a trovare alcune spiegazioni sul perché potrebbe avuto un successo così grande.

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Per prima cosa si tratterebbe di una manifestazione della passione giapponese tutto ciò che è kawaii, ovvero grazioso e adorabile, ma dalla forte componente infantile. È una grande parte della cultura del Giappone che si applica a ogni aspetto della vita, dall’abbigliamento alla fisicità, fino alla gastronomia.

E il successo a livello globale sarebbe proprio da ritrovarsi nella sfumatura infantile del kawaii: il tiny food ricorda fortemente il periodo, da bambini, in cui si giocava con le bambole e i loro piccoli accessori. A scatenarsi sarebbe un effetto nostalgia che alimenta il tiny food rendendolo un fenomeno social seguito ben oltre i confini del Giappone.

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Quello che i piatti non dicono
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