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18 Marzo 2025 13:00

Storia di ciceri e tria: il piatto simbolo del Salento e il legame con San Giuseppe

Un viaggio nel cuore della Puglia: ceci cremosi, pasta croccante e un’antica ricetta che unisce fede e sapori autentici. Ecco il racconto di una specialità che profuma di festa e condivisione.

A cura di Monica Face
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Ci sono piatti che raccontano la storia di un popolo e ciceri e tria è uno di questi. Si tratta di una ricetta antica, nata dalla semplicità degli ingredienti e dalla necessità di nutrire con sapienza. Oggi è considerato uno dei piatti simbolo del Salento, ma le sue radici affondano in secoli di usanze e influenze culturali di vario tipo. La sua particolarità risiede nell’equilibrio tra il morbido e il croccante, tra la cremosità dei ceci e la fragranza della pasta fritta. Tradizionalmente preparato in occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, rappresenta un legame profondo tra gastronomia e devozione popolare. Andiamo alla scoperta della storia di ciceri e tria, un piatto che continua a tramandarsi nel tempo.

Che significa ciceri e tria?

Il nome di questa ricetta è un perfetto esempio di come la gastronomia sia un intreccio di lingue e culture. Ciceri è il termine dialettale salentino per ceci, un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea fin dall’antichità. Tria invece deriva dal termine arabo itriyya, che indicava un tipo di pasta simile alle odierne tagliatelle. Questo dettaglio linguistico testimonia l’influenza araba sulla gastronomia del Sud Italia tra l’VIII e il IX secolo. Oltre al nome, anche la preparazione del piatto affonda le proprie radici nel passato. I ceci erano, infatti, un alimento cardine della dieta degli antichi Romani e ancora prima in quella dei Greci.

Il segreto di un contrasto irresistibile

La particolarità di questa pasta risiede nella doppia cottura: una parte viene lessata per assorbirne il sapore, mentre l’altra viene fritta per conferire croccantezza e carattere. In questo modo, la porzione lessata si presenta morbida e avvolgente, mentre quella fritta aggiunge un tocco di croccantezza inaspettato. Questo contrasto rende ogni boccone sorprendente, esaltando la semplicità degli ingredienti attraverso un gioco di texture che anticipa persino concetti di cucina moderna. È proprio grazie a questa caratteristica che ciceri e tria risulta ancora oggi un piatto attuale, apprezzato non solo dai salentini ma anche da chiunque ami la gastronomia di impronta classica. Tale equilibrio tra morbido e croccante è diventato un tratto distintivo della tradizione salentina, a testimonianza di come la semplicità possa dare vita a sapori straordinari.

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Le radici contadine e il legame con San Giuseppe

Come molte specialità della pratica contadina, ciceri e tria nasce dall’esigenza di utilizzare ingredienti economici e facilmente reperibili. I ceci, ricchi di proteine e sostanziosi, tanto da essere chiamati la carne dei poveri, si rivelano perfetti per sfamare intere famiglie, mentre la pasta fatta in casa non richiedeva altro che farina e acqua.

In alcune aree del Salento, ciceri e tria era considerato un vero e proprio piatto del popolo, perché veniva preparato in grandi quantità e offerto a chiunque bussasse alla porta nel giorno di San Giuseppe. Questa usanza, ancora viva in alcune località, è parte di una cultura dell’ospitalità tipica delle comunità contadine, in cui la solidarietà rivestiva un ruolo fondamentale. Celebrare il Santo significava dunque non solo onorarlo, ma anche mettere in pratica la carità cristiana e il mutuo aiuto. La scelta dei ceci, in particolare, non era casuale: questi legumi erano simbolo di umiltà e semplicità, perfettamente in linea con la figura di San Giuseppe, considerato il protettore delle famiglie e dei bisognosi.

Benché inizialmente fosse cucinato quasi esclusivamente in occasione del 19 marzo, oggi ciceri e tria ha perso la sua connotazione stagionale ed è presente sulle tavole salentine tutto l’anno. Ancora oggi, molte famiglie salentine seguono la tradizione di offrirlo come omaggio alle proprie radici. Oltre alla sua importanza culinaria, ciceri e tria ha anche un valore simbolico: rappresenta la resistenza e la creatività di una comunità che ha saputo trovare gusto e nutrimento anche nelle condizioni più difficili.

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Ciceri e tria oggi: tradizione e innovazione

Oggi ciceri e tria continua a essere uno dei piatti più amati del Salento, servito nelle trattorie tipiche e reinterpretato da chef che vogliono rendere omaggio alla tradizione. Sebbene la ricetta classica rimanga intatta, esistono varianti che aggiungono erbe aromatiche, spezie o perfino una nota piccante con il peperoncino. Alcuni ristoranti sperimentano con ingredienti diversi, come la farina di grano arso per la pasta o l'aggiunta di una leggera mantecatura con olio extravergine d'oliva di alta qualità.

Il segreto per un ciceri e tria perfetto sta nella scelta degli ingredienti: ceci di alta qualità, cotti lentamente fino a diventare morbidi e saporiti, e una pasta fatta in casa, capace di assorbire il condimento senza perdere la sua struttura. La frittura deve essere leggera e dorata, per dare croccantezza senza appesantire. Un buon equilibrio tra questi elementi è fondamentale per rispettarne le radici e garantire un risultato eccellente.

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