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26 Gennaio 2025 11:00

Storia della minestra broccoli e arzilla, il piatto simbolo della cucina popolare romana

Un piatto che rappresenta appieno la cucina delle campagne intorno a Roma, creato dalle classi meno abbienti e ora diventato una vera star della cucina romana.

A cura di Monica Face
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La minestra di broccoli e arzilla è un piatto iconico della cucina popolare romana, che fonde sapori rustici e autentici, simbolo di una tradizione gastronomica radicata nel cuore della Capitale. Questo piatto rappresenta un perfetto equilibrio tra il mare, con l’arzilla, e la terra, con i broccoli romani, due ingredienti semplici ma ricchi di significato, che raccontano la storia di una cucina povera ma incredibilmente saporita. Ma quali sono le origini di questo piatto tanto amato? Scopriamo insieme la storia della minestra di broccoli e arzilla e di come sia diventata un’icona della tradizione culinaria romana.

Origini popolari e tradizione

Questo piatto nasce nei quartieri popolari di Roma, come Testaccio e Trastevere, tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX, quando i mercati rionali erano il punto di riferimento per l’approvvigionamento quotidiano delle famiglie. In un periodo in cui il pesce fresco era un lusso per pochi, l’arzilla, spesso scartata dai pescatori per via della sua carne umile, trovava spazio sulle tavole grazie all’ingegno delle massaie, che ne sfruttavano il brodo saporito.

La cucina dell’epoca era guidata da un forte senso pratico: nulla andava sprecato, e ogni alimento trovava il suo utilizzo. Non a caso, la minestra di broccoli e arzilla era spesso protagonista nei giorni di magro, quando le prescrizioni religiose imponevano di evitare la carne. In queste occasioni, questo pesce, con la sua polpa semplice ma gustosa, e i broccoli, ricchi di sostanze nutritive, si rivelavano perfetti per un pasto caldo e sostanzioso.

Questo piatto ha ispirato anche figure celebri della cultura capitolina. Tra i suoi più illustri estimatori c’è Aldo Fabrizi, attore e poeta, che nutriva una profonda passione per la cucina romana. Fabrizi dedicò poesie e racconti a queste ricette, descrivendole come un’espressione di una tradizione semplice ma ricca di sapori e significati. Per lui, questo piatto rappresentava le radici autentiche della gastronomia locale,  un simbolo di genuinità e di profondo legame con la città.

aggiungere i broccoli

Nonostante le sue umili origini, oggi questa preparazione è un pilastro della tradizione gastronomica del territorio, spesso proposta con orgoglio come piatto speciale nei menù delle feste. La sua riscoperta testimonia l’amore per le tradizioni culinarie della città eterna, che continua a valorizzare ricette capaci di raccontare una storia di semplicità e sapore. Ancora oggi, questa ricetta è preparata con fierezza, non solo per il suo gusto unico, ma anche per il valore culturale che rappresenta, ricordando una Roma capace di trasformare ingredienti semplici in veri capolavori della cucina.

Il connubio broccoli-arzilla, un equilibrio tra semplicità e sapore

La minestra di broccoli e arzilla si compone di pochi ingredienti semplici ma ben equilibrati, capaci di trasformarsi in un piatto ricco di sapore e profondità. L’arzilla, termine popolare per indicare la razza, è un pesce economico e poco apprezzato dalle classi più abbienti per via della sua carne ricca di cartilagini, che rilasciano un brodo estremamente gustoso. Tuttavia, per le famiglie romane rappresentava un alimento prezioso, soprattutto perché, una volta bollita, sprigionava sapori intensi e ricchi di sfumature.

Accanto all’arzilla, un altro protagonista della ricetta è il broccolo romano, caratteristico per la loro forma a spirale e il verde brillante. Questa verdura, tipica delle campagne laziali, è facilmente reperibile durante l’inverno e si distingue per la sua nota amarognola. Oltre a conferire sapore e colore al piatto, aggiunge una texture leggermente croccante che arricchisce la consistenza della minestra.

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La preparazione tradizionale prevede l’aggiunta di ingredienti semplici ma preziosi per completare il profilo aromatico del piatto: aglio, peperoncino e, in alcune varianti, acciughe, utilizzati per insaporire la base. A fine cottura, il tocco finale è dato da prezzemolo fresco e un filo di olio extravergine d’oliva a crudo, che esaltano le note mediterranee della ricetta.

Pane o pasta: la minestra di broccoli e arzilla è completa

Un tempo, per rendere la minestra di broccoli e arzilla più nutriente e adatta a sfamare tutta la famiglia, si aggiungeva spesso pane raffermo. Questo ingrediente economico, sempre presente in casa, veniva tagliato a fette o sbriciolato nella zuppa, assorbendo il brodo ricco di sapore e dando una consistenza più corposa al piatto.

Nel tempo, però, il pane è stato sostituito dalla pasta, grazie alla sua crescente disponibilità e alla capacità di amalgamarsi perfettamente con il brodo e gli altri ingredienti, esaltandone i sapori.

La scelta del formato di pasta dipende dalle tradizioni familiari. Tradizionalmente, si utilizzano i "maccaroni spezzati", spaghetti o altre paste lunghe rotte a mano in pezzi più piccoli, oppure formati di pasta corta come i ditalini o i quadrucci, ideali per una zuppa.

aggiungere la pasta

In bianco o con pomodoro: due modi per gustare la tradizione

Il fascino di questa zuppa tradizionale romana risiede anche nella sua versatilità, che consente di servirla in bianco o con pomodoro. La variante in bianco, la più antica, riflette la semplicità della cucina povera: brodo di arzilla, broccoli romani, aglio, peperoncino e un filo d’olio extravergine d’oliva. Il risultato è un piatto dal sapore delicato e genuino, in cui pesce e verdure risaltano in tutta la loro essenzialità.

La versione con il pomodoro, molto diffusa in tempi più recenti, nasce dall’impiego di passata o pomodori pelati aggiunti durante il soffritto: il gusto dolce del pomodoro si fonde con la sapidità dell’arzilla e l’amaro dei broccoli, regalando un colore vivace e una consistenza più corposa. In entrambe le preparazioni, l’equilibrio fra pesce, verdure e pasta rimane il cuore del piatto, che mantiene così intatta la propria identità, pur offrendo due interpretazioni distinte e ugualmente invitanti.

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