Storia del forno a microonde, lo strumento nato grazie a i radar militari

Non si direbbe ma ha già 70 anni: parliamo del microonde, uno strumento così moderno da farci credere che sia stato inventato pochi anni fa. Eppure il microonde è uno strumento che "dobbiamo" al periodo della seconda guerra mondiale: e, come spesso succede, fu inventato per causalità. Ecco qual è la storia del microonde, uno strumento che ci ha decisamente semplificato la vita in cucina.

Quando nasce il microonde

Durante la seconda guerra mondiale l'esercito britannico adottò il magnetron: una valvola termoionica ad alta potenza destinata alla produzione di microonde e usata per potenziare i radar. Grazie a questa tecnologia nel 1944 l’ingegnere statunitense Percy Spencer, mentre lavorava su un radar acceso, usando il magnetron per creare dei radar militari, si accorse che un cioccolatino che aveva in tasca si era sciolto. Intuì quindi che la tecnologia poteva essere usata per cucinare: la prima prova, perfettamente riuscita, la fece con il pop corn. La seconda prova fu invece sull'uovo: così l'ingegnere scopri che l'uovo esplodeva.

Man mano che i test continuavano, però, Spencer decise di brevettare il processo di cottura a microonde: nel 1947 costruì il primo apparecchio commerciale chiamato Radarange. Un forno a microonde decisamente preistorico, che pesava 340 kg ed era altro quasi 1 metro e 80. Ma il successo fu immediato, tanto da spingere la nuova azienda a comprare un marchio di produzione di elettrodomestici dell'Iowa, la Amana, per produrre in massa il forno. Una decina di anni dopo la holding Litton Industries acquistò da Studebaker gli stabilimenti Franklin Manufacturing per la produzione di magnetron e forni a microonde simili al Radarange: grazie a questo fu stabilita la configurazione definitiva dei forni a microonde, che è quella più diffusa ancora oggi.

Una serie di miglioramenti tecnologici portarono il forno a microonde al successo dagli anni '70 in poi: nuovi materiali, peso minore, maggiore funzionalità permisero di abbassare i prezzi e, man mano, il microonde divenne un oggetto comune nelle case dei cittadini americani. In Italia, però, il forno a microonde inizia a diffondersi solo dagli anni '80 in poi, e soprattutto nei primi 2000, a causa di molti pregiudizi che tuttora ruotano attorno a questa tecnologia.

I pregiudizi italiani sul microonde

Nel nostro Paese il microonde non diventò subito uno strumento di uso quotidiano come negli USA: parecchie le resistenze generate proprio dal modo in cui nacque. Il fatto di essere stato creato in un ambiente militare che lavorava sulle radiazioni ha generato una mole enorme di notizie false e preoccupazioni inutili: prima delle quali il fatto che le microonde possano generare radiazioni.

Vogliamo subito chiarire che queste informazioni sono del tutto infondate: il microonde non "trasmette" radioattività a nessun alimento, inoltre non altera le proprietà nutritive degli alimenti, come per anni si è detto. La cottura al microonde, in realtà, non differisce molto da una bollitura o da una cottura al vapore, perché avviene proprio tramite il surriscaldamento delle particelle di acqua presenti negli alimenti. Le onde agiscono sull'acqua presente negli alimenti e le radiazioni prodotte sono così "deboli" da non poter in nessun modo incidere o modificare le cellule del cibo.

Oggi i forni a microonde sono diventati dei veri e propri forni, che spesso combinano cottura tradizionale e cottura al microonde: sono poi forniti di tantissime funzioni diverse, compresa la "crispy", che permette di evitare uno degli affetti negativi della cottura al microonde cioè le consistenze mollicce. Conoscendolo bene potrai usarlo al meglio: ti semplificherà enormemente la vita.