L'iniziativa nasce per rispondere ai rincari dei produttori di bitter e garantire che lo spritz rimanga accessibile a tutti: ma sul lungo termine rischia di mettere in crisi i bar locali.
Bloccare il prezzo dello spritz a 4 euro per tutto il 2025 malgrado i rincari: è il patto stretto dai baristi di Padova per rispondere ai rincari applicati dai produttori di bitter negli ultimi mesi. Un'iniziativa che nasce, secondo i baristi padovani, per difendere la tradizione locale e garantire che lo spritz rimanga accessibile a tutti, preservando il suo valore sociale e culturale. Ecco i motivi della "protesta" e le critiche che sono state fatte da produttori e colleghi.
A Padova, lo spritz non è solo un cocktail, ma un simbolo di cultura e tradizione: i baristi padovani rivendicano come una creazione autoctona, sottolineando l’importanza di preservare questa tradizione culturale. L'iniziativa messa in atto dalla gran parte dei baristi ha come obiettivo quello di mantenere un prezzo che permetta a un pubblico più ampio, inclusi i residenti, di godere di questa bevanda senza gravare eccessivamente sul portafoglio, mantenendo viva una pratica sociale condivisa. Lo spritz ha origini profonde nella storia veneta, nato come un semplice mix di vino bianco e acqua frizzante prima di evolversi nella versione moderna con l’aggiunta di bitter. A Padova, rappresenta un rito sociale, un momento di condivisione tra amici e un’icona della vita cittadina.
I baristi padovani cercano così di resistere alle pressioni dei grandi marchi di alcolici, che spingono per aumentare i prezzi, soprattutto in località turistiche come Jesolo e Mestre, dove il costo dello spritz arriva anche a 6 euro. Alcuni marchi hanno spinto per una valorizzazione “premium” del prodotto, spesso associata a un aumento dei prezzi: un modo per rispondere all'aumento delle materie prima e dei costi in generale rilanciando un prodotto e cercando di inserirlo in una fascia di lusso.
Potrebbe sembrare strano a chi vive in una città diversa da Padova, dove i costi dello spritz vanno ben oltre, ma qui l'aperitivo per eccellenza ha ancora costi contenuti: anche se la percezione locale è diversa. Il prezzo medio dello spritz a Padova era 2,07 euro nel 2003, come riportato dal Mattino di Padova, che evidenzia come il prezzo sia aumentato del 18% rispetto al 2003, raggiungendo i 4 euro nel 2025, con un incremento complessivo del 93%. L’aumento di 50 centesimi nel 2024 è un ulteriore dato che conferma questa tendenza. La valorizzazione “premium” del prodotto ha attecchito soprattutto in località turistiche come Jesolo e Venezia, dove lo spritz può costare oltre 6 euro. Naturalmente, l’aumento dei costi delle materie prime, delle bollette energetiche e delle locazioni ha ulteriormente influito sul rincaro dello spritz.
In generale, un aumento del prezzo di questo tipo di bevande è prevedibile a causa degli aumenti dei costi di produzione, ma questo deve essere legato strettamente anche all'aumento della qualità. Gli aumenti di prezzo sono giustificati quando accompagnati da un miglioramento della qualità: un approccio che garantisce al cliente un’offerta proporzionata al costo, creando un equilibrio tra qualità e accessibilità. In definitiva, se l’aumento è frutto di un investimento reale nella qualità, diventa un segnale positivo, un riconoscimento del valore aggiunto che si offre al consumatore.
D'altra parte, mantenere il prezzo a 4 euro significa però accettare margini di guadagno più bassi, soprattutto in un contesto di inflazione e aumento dei costi delle materie prime: una scelta che potrebbe diventare insostenibile sul lungo termine. Inoltre, non tutti i baristi hanno aderito all’iniziativa, creando una situazione di concorrenza interna: chi decide di mantenere il prezzo basso potrebbe trovarsi in difficoltà rispetto a chi opta per aumenti, specialmente in zone ad alta affluenza turistica. Alcuni critici, infatti, sostengono che un prezzo troppo basso potrebbe influenzare negativamente la percezione del valore del prodotto, facendolo apparire come un’opzione di bassa qualità.