Per alcuni un affronto alla tradizione, per altri un vero e proprio peccato di gola: parliamo di spaghetti spezzati, tra ricette golose e qualche curiosità scientifica.
Spezzare gli spaghetti: per alcuni un vero e proprio delitto culinario, per altri un rito casalingo legato ai piatti poveri della tradizione, in ogni caso un gesto quantomeno curioso che ha suscitato perfino l'interesse di fisici e scienziati. Da qualche tempo li troviamo facilmente già confezionati sui banchi dei supermercati, pronti per essere cotti e gustati nei nostri piatti: se il mercato li richiede, vuol dire che gli italiani gli spaghetti spezzati li apprezzano e non poco. Impossibili da spezzare perfettamente a metà, gli spaghetti sminuzzati risultano a tutti gli effetti, un elemento delle nostre cucine: come usarli al meglio? In quali ricette possono davvero fare la differenza? Tra curiosità, tradizioni e antichi metodi di riciclo, ecco tutto quello che sappiamo degli spaghetti spezzati e perché farne a meno sarebbe un gran peccato.
I puristi della tradizione molto probabilmente stanno storceranno il naso solo al pensiero, eppure nella cucina italiana spezzare gli spaghetti è un'abitudine molto più diffusa e accettata di quanto si possa pensare tanto che, nel tempo, diverse aziende hanno provveduto a mettere sul mercato questo formato di pasta "già spezzata". Rompere in più pezzi la pasta più famosa e amata al mondo non è solo un modo per permettere ai più piccoli di gustare gli spaghetti ma anche un insolito quanto gustoso metodo per preparare ricette che, diversamente, non avrebbero lo stesso fascino.Concordato che spezzare gli spaghetti non è un gesto da condannare, tanti sono i piatti poveri della tradizione popolare che ben si prestano a questo formato.
In Campania, complice l'antica usanza di cucinare anche con gli scarti dei pastifici in una logica completamente "no waste", possiamo godere di una corroborante e profumata pasta e lenticchie: un piatto povero in cui la pasta cuoce direttamente con i legumi e rilasciando l'amido rende la zuppa "azzeccata" al punto giusto; restando nei confini regionali non possiamo non ricordare la pasta patate e provola, più che un semplice piatto, un vero e proprio capolavoro della cucina napoletana.
In Sicilia, in particolare nella tradizione palermitana, gli spaghetti spezzati fanno coppia fissa con i tenerumi, foglie delle zucchine lunghe, in una deliziosa minestra condita con olio, aglio e pomodori pelati. Ultimo ma non certo per importanza, il brodo: è proprio nel piatto caldo per eccellenza, in ogni sua versione, che gli spaghetti spezzati possono dare il meglio di sé.
Hai mai provato a spezzare uno spaghetto a metà, in due parti perfettamente uguali? Lasciaci indovinare, si è rivelata un'impresa impossibile. La buona notizia è che non è capitato solo a te, la brutta è che perfino la fisica quantistica si è espressa a questo proposito: spezzare gli spaghetti a metà, a meno che tu non sia un robot, è scientificamente impossibile.
Il "caso" venne studiato già negli anni '30 dal fisico premio Nobel Richard Feyman, ma per trovare una risposta al quesito dobbiamo aspettare il 2005, quando due scienziati francesi dimostrano che piegando uno spaghetto facendo la stessa pressione da entrambi le parti, una sorta di energia "elastica" rimbalza nel punto di maggiore curvatura dello spaghetto, rompendolo in più parti.
Una rottura centrale degli spaghetti sarebbe possibile solo attraverso un movimento di torsione e con una forza tale da non essere replicabile a mani nude: è quanto ci dicono tre ricercatori del MIT di Boston che, per dimostrarlo, hanno perfino costruito uno strumento meccanico. Dopo tutte queste informazioni, siamo sicuri che non ti cruccerai più dei tuoi spaghetti spezzati così tanto diversi tra loro.