Meno carne, più vegetali, attenzione al modo in cui si producono gli alimenti: questi i temi principali emersi da Tuttofood, la più importante fiera dell’agroalimentare che c’è in Italia. Mangiamo bene, pensiamo al futuro.
Cosa mangeremo nei prossimi anni? Ce lo siamo chiesti nel corso di Tuttofood, la più importante fiera agroalimentare italiana. Un tema molto sentito perché il numero di abitanti aumenta sempre più, serve sempre più cibo per sfamarci tutti e il pianeta ci sta mandando inequivocabili segnali: bisogna darsi una regolata. La cucina non può ignorare le grida d'aiuto che vengono da tutto il globo anche perché l'alimentazione è uno dei problemi principali per la sostenibilità futura globale. Saremo condannati a mangiare grilli tutti i giorni? Assolutamente no, ci sono soluzioni alternative molto più gustose. Vediamo nel dettaglio cos'è che abbiamo trovato tra centinaia di stand di Tuttofood a Milano.
La sostenibilità è stato il tema principale dell’ultimo Tuttofood, noi ci siamo stati per capire un po’ cos’è che vogliono fare le aziende italiane. Ci aspettavamo tanti insetti e invece non ne abbiamo trovati ma in compenso abbiamo trovato davvero tantissimi alimenti a base vegetale. Ma di che si tratta nello specifico? Il plant based, per definizione, un tipo di alimentazione basata su piante e vegetali, ma nel caso specifico ci riferiamo a prodotti di origine vegetale che vogliono somigliare alla carne "classica" per attirare un pubblico sempre più ampio. L'idea di una dieta vegetariana o vegana è superata in questo caso: l'obiettivo è convincere tutti a consumare meno carne sostituendo un hamburger di manzo con una "polpettina" vegetale che simuli quel sapore.
Questo tentativo è molto lodevole perché convincere gli onnivori a mangiare meno carne, di qualità superiore, può essere una soluzione. Un prodotto animale qualsiasi, che sia salmone, tonno, manzo, pollame o altro avrà sempre e comunque un sapore migliore se quell'animale ha vissuto una vita piena e soddisfacente. Non a caso la carne di Kobe è celebre in tutto il mondo e in Giappone non esistono allevamenti intensivi: queste mucche sono trattate come delle principesse. Abbattere gli allevamenti intensivi deve essere una priorità della nostra generazione: secondo la Fao gli allevamenti intensivi producono il 15% dei gas serra sulla produzione totale e che l'agricoltura è la principale responsabile dell'inquinamento da ammoniaca e dell'emissione di altri composti azotati.
Dobbiamo ripensare ai nostri menu e il plant based può essere una buona alternativa alla miriade di carne che mangiamo tutti i giorni. La soluzione per aumentare l’appetibilità di questi prodotti è però una sola: il gusto. Per tanti anni abbiamo visto questa frontiera assimilabile a qualcosa di "malaticcio", però le cose stanno cambiando. La crescita dei plant based è dovuta alla capacità creativa in cucina e allo sviluppo di nuovi prodotti, con gusti molto interessanti.
Le prime domande che ci siamo fatti sono state però quelle pragmatiche: com’è l’apporto energetico? Abbiamo visto che i prodotti contengono meno calorie in questi prodotti che nei loro rispettivi "animaleschi". Ci sono coloranti o edulcoranti per rendere questi prodotti così appetibili? Assolutamente no. Quanto costano? E qui invece le cose cambiano un pochino perché sì, costano di più. Non molto di più però: molto dipende dall’azienda, ma chiaramente non hanno gli stessi prezzi dei corrispettivi a base di carne. Alla fine di tutto questo viaggio nella galassia di Tuttofood non sappiamo dirti se i prodotti testati possano essere sostituti tout court degli alimenti a cui siamo abituati, ma sicuramente ci aiutano – e non poco – a ridurre l’impatto della produzione di carne nel mondo. Mangiare meno carne è un obbligo, non abbiamo molta scelta.