Entrambe le figure rappresentano pilastri della cultura enologica italiana. Il sommelier è quello che ti accompagna in un percorso enogastronomico al ristorante, l'assaggiatore è quello che analizza tecnicamente il vino nelle fasi iniziali del processo. Le differenze però sono molteplici.
Nel mondo del vino due figure professionali spesso confuse ma profondamente diverse sono quelle del sommelier e dell’assaggiatore di vini. Entrambi condividono una conoscenza approfondita del vino e una passione per la degustazione, ma i loro obiettivi, competenze e ambiti di lavoro sono distinti. Comprendere le differenze tra queste due professioni può aiutare non solo chi desidera intraprendere una carriera in questo settore, ma anche gli appassionati che vogliono approfondire la cultura enologica.
Sebbene il punto di partenza sia comune – la degustazione professionale del vino – sommelier e assaggiatori si differenziano per approccio e finalità.
L’assaggiatore è un esperto tecnico che valuta le caratteristiche qualitative e tecniche del vino con l’obiettivo di garantirne la qualità e identificarne eventuali difetti. Si tratta di una figura neutrale, indipendente sia dal produttore sia dal commerciante, che opera per promuovere la cultura del vino e tutelarne la qualità lungo tutta la filiera. Gli assaggiatori devono valutare oggettivamente le caratteristiche del vino, come acidità, tannini, e struttura. È compito loro l'identificazione di eventuali difetti o imperfezioni.
Solitamente questi professionisti lavorano nelle aziende vitivinicole, dove assaggiano il vino durante le fasi di produzione per individuare problematiche e suggerire miglioramenti; nei consorzi di tutela dove partecipano a panel di degustazione per garantire standard qualitativi oppure ai concorsi enologici come giuria tecnica.
Per diventare assaggiatore, è necessario seguire un percorso formativo specifico che fornisca gli strumenti tecnici per giudicare il vino in modo obiettivo. In Italia, l’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) è il punto di riferimento principale per chi desidera intraprendere questa carriera.
Il sommelier è una figura chiave nell’ospitalità e nella ristorazione di alto livello. A differenza dell’assaggiatore, il suo focus è sull’esperienza sensoriale e sull’abbinamento del vino con il cibo, raccontando il vino in modo affascinante e coinvolgente. Il suo compito è valutare il vino da un punto di vista organolettico: profumo, sapore, consistenza, e retrogusto. Questa sua conoscenza lo rende indispensabile nella scelta del vino da acquistare, negli abbinamenti gastronomici e nella costruzione dei menu. Solitamente lavorano nei ristoranti, negli hotel, nelle enoteche e nei wine bar dove aiutano la creazione delle carte vini e dove offrono il proprio sapere per accompagnare i clienti verso una degustazione più piacevole possibile. Lavorano spesso anche in eventi privati e cerimonie, servendo e spiegando il vino.
Per diventare sommelier, è necessario frequentare un corso professionalizzante offerto da associazioni riconosciute a livello nazionale e internazionale. Le principali in Italia sono:
I corsi comprendono lezioni teoriche su viticoltura, enologia, e abbinamento cibo-vino, oltre a degustazioni pratiche. Al termine del percorso, viene rilasciato un attestato di qualifica, valido per lavorare come sommelier professionista.
È importante sottolineare che, in Italia, il titolo di sommelier o assaggiatore non ha un riconoscimento giuridico equiparabile a diplomi o lauree. Questo significa che la qualità della formazione e l’esperienza personale giocano un ruolo determinante nel consolidare la professionalità di chi intraprende queste carriere.