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29 Dicembre 2024 18:00

Sei stanco e smemorato? È colpa di ciò che mangi. Uno studio lo dimostra

Il sonno e l’alimentazione sono strettamente collegati, e intervenire su ciò che mangiamo potrebbe essere una chiave per migliorare non solo la nostra qualità del riposo, ma anche la salute a lungo termine del cervello. La prossima volta che scegli cosa mettere nel piatto, ricorda: il cibo è molto più di un carburante. È uno strumento potente per proteggere il corpo, preservare la mente e migliorare la qualità della vita.

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Ti senti stanco, distratto o fai fatica a ricordare le cose? La risposta a questi disturbi potrebbe trovarsi nel tuo piatto. Sì, lo sappiamo, sembra una cosa da Capitan Ovvio però ora c'è la scienza a confermare queste ipotesi. Uno studio condotto dall’Università di Uppsala in Svezia, pubblicato sulla prestigiosa rivista Obesity, ha dimostrato che una dieta ricca di grassi, zuccheri e sale può avere effetti negativi non solo sulla salute fisica, ma anche sulla qualità del sonno e, di conseguenza, sulle capacità cognitive. In particolare, i ricercatori hanno rilevato che il consumo abituale di junk food altera la fase del sonno profondo, compromettendo processi fondamentali come la memoria e l’apprendimento.

L'importanza del sonno: cibo e cervello a confronto

Il sonno non è semplicemente un momento di riposo: è un processo attivo e vitale per il nostro cervello. Durante il sonno a onde lente (fase del sonno profondo), si verificano fenomeni essenziali per il consolidamento della memoria e l’elaborazione delle informazioni apprese durante il giorno. Questa fase, caratterizzata da specifiche oscillazioni elettriche chiamate onde delta, permette al cervello di “resettarsi” e rafforzare i circuiti neurali. Secondo i risultati dello studio, una dieta ricca di alimenti ultra-processati riduce significativamente la qualità di questa fase del sonno, generando alterazioni nelle onde delta e un aumento delle onde beta. Questi cambiamenti, tipici di un cervello meno riposato, sono stati associati al declino cognitivo che si osserva con l’invecchiamento.

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Per indagare il legame tra alimentazione e sonno, i ricercatori hanno reclutato due gruppi di volontari. Un gruppo ha seguito una dieta equilibrata e ricca di alimenti naturali come muesli, pesce, frutta e verdura, mentre l’altro ha consumato una dieta composta prevalentemente da junk food, tra cui dolci, polpette e pizza.

Dopo una settimana, i ricercatori hanno analizzato l’attività cerebrale notturna dei partecipanti attraverso l’elettroencefalogramma. Sebbene entrambi i gruppi abbiano dormito per un numero simile di ore, sono emerse differenze significative nella qualità del sonno. Il sonno profondo dei partecipanti era regolare e caratterizzato da un’attività stabile delle onde delta, favorendo un recupero ottimale. Gli individui che avevano consumato alimenti ultra-processati presentavano alterazioni nelle onde delta e un aumento delle onde beta, tipiche di un sonno meno ristoratore. Questi risultati indicano che il junk food non solo compromette la salute fisica, ma interferisce anche con le funzioni cerebrali più sottili e delicate. Tutto questo dopo una sola settimana, pensa se lo fai per un periodo prolungato.

La scoperta più allarmante dello studio riguarda l’analogia tra gli effetti di una dieta insana e il naturale processo di invecchiamento. Con l’età, infatti, si osserva una riduzione della qualità del sonno profondo e una difficoltà crescente nel consolidare i ricordi o apprendere nuove nozioni. I ricercatori sottolineano che una settimana di alimentazione scorretta ha prodotto effetti simili nei partecipanti giovani e sani. Secondo il professor Jonathan Cedernaes, autore principale dello studio: "Questi risultati sottolineano l’importanza di una dieta equilibrata per mantenere non solo il corpo in salute, ma anche il cervello. Il sonno profondo è essenziale per preservare le funzioni cognitive, e alterarlo significa compromettere la capacità di apprendere e ricordare".

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