Il professor Alberto Grandi ha spiegato che la pizza napoletana non sarebbe tale senza prima essere migrata in Brasile. Purtroppo è un'altra bufala priva di fondamenti storici.
Ci risiamo. Il professor Alberto Grandi, docente di Economia e Management all'Università di Parma, ha scatenato una nuova polemica nel mondo dell'enogastronomia. Protagonista della vicenda è sempre lei, la regina della cucina italiana: la pizza. Questa volta il professore ha spiegato che senza l'apporto del Brasile, a Napoli sarebbe un alimento morto e sepolto.
È dal 2014, anno di pubblicazione del suo libro "La cucina italiana non esiste", che il professor Alberto Grandi sta lanciando una serie di informazioni facendo storcere il naso a chi è un estimatore di questa cucina. Prima la vicenda del vero Parmigiano reggiano che sarebbe nato in Winsconsin, quella della carbonara, nata dalla Razione K di Ancel Keys e poi i dubbi sull'origine della pizza.
Proprio quest'alimento è, ancora una volta, protagonista di una polemica. Il docente ha infatti spiegato che la pizza sarebbe diventata, come oggi la conosciamo, grazie a una prima migrazione verso il Brasile Paulista. È proprio nel Paese sudamericano, luogo in cui vive la più grande comunità di napoletani, che sarebbe diventato un "piatto celebre". Grandi ha detto con convinzione che l'effetto ritorno non ci sarebbe stato se la pizza non fosse prima stata esportata in Brasile.
In effetti parlare di pizza in maniera abbastanza spropositata, andando contro la città in cui è nata e da dove non s'è n'è mai andata, è un modo facile di attirare critiche e quindi click. Ci piacerebbe citare il giornalista Luciano Pignataro che ha descritto Grandi come un anti-meridionalista gastronomico. Secondo il giornalista c'è sempre un po' di gusto attaccare la cucina italiana che ha come icone gli spaghetti e la pizza: guarda caso proprio alimenti nati nel "ventre di Napoli".
"Sono operazioni innocenti – scrive Pignataro – ma che in realtà nascondono una profonda insoddisfazione culturale e commerciale da parte di una certa critica del Nord verso il fatto che, lo stile alimentare del Sud sia dilagato dettando gusti e modalità in Italia e nel mondo".
Effettivamente le idee del professore sembrano poco chiare. Lo stesso, qualche tempo fa, facendo riferimento al pizza effect, diceva che questo alimento fosse diventato celebre solo dopo essere migrato in America. È negli Stati Uniti che, dopo essere stata esportata da contadini siciliani e calabresi, la pizza è diventata famosa e poi è tornata a Napoli come oggi la conosciamo.
"L'anti-meridionalismo gastronomico non demorde – scrive Pignataro – ha dei pregiudizi duri a morire anche negli interessi commerciali che diventano opachi per chi tiene alla scienza e alla ricerca". Il professor Alberto Grandi ha certamente espresso un'opinione che però resterà tale. Napoli ha pizzerie storiche che sono nate più di cento anni fa e di certo nessun pizzaiolo di queste è emigrato in Brasile. Su quanto affermato da Grandi non ci sono fonti storiche, bensì quelle che invece dimostrano esattamente il contrario di quanto sostenuto. Una notizia che tale potrà esserlo solo sui social poiché è una fake news nata solo per fare click e per questo merita di essere riportata come bufala.