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26 Gennaio 2024 13:00

Saponine: cosa sono, dove si trovano e quali conseguenze hanno sul fisico

Hai mai sentito parlare delle saponine? Sono delle sostanze presenti in alcuni alimenti che, secondo l’opinione di molti esperti, potrebbero essere dannosi per il nostro organismo. In realtà non sono così nocive, e possono essere eliminati in modo molto semplice.

A cura di Martina De Angelis
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In alcuni alimenti che consumiamo quotidianamente sono presenti delle sostanze che si chiamano saponine, nome che deriva dal latino sapo (sapone) con un evidente riferimento alla schiuma generata dalla sostanza a contatto con l’acqua. Alcuni esperti del settore alimentare affermano che si tratti di sostanze nocive per l’organismo umano, anche se è una questione molto dibattuta: altri, infatti, affermano che in realtà non facciano così male.

Se dal punto di vista alimentare non è certa la loro sicurezza, quello che invece è sicuro è che le saponine trovano un grande impiego industriale grazie a una serie di proprietà che le rendono preziose in diversi ambiti. Per quanto riguarda la questione alimentare, non essendo chiara la questione, è sempre meglio eliminare le saponine dagli alimenti che le contengono con un procedimento davvero molto semplice.

Cosa sono le saponine e dove si trovano

Le saponine sono delle particolari sostanze di origine vegetali, nello specifico dei glicosidi terpenici di natura glucosica la cui caratteristica è una forte azione tensioattiva. Chimicamente si compongono dall'unione di residui zuccherini (come glucosio, fruttosio, galattosio, arabinosio o altri) e da una componente non zuccherina chiamata sapogenina. Sono contenute in centinaia di piante, di cui possono costituire anche il 30% del peso secco, e servono a proteggerla dall’attacco di microrganismi, funghi o altri predatori per il loro sapore particolarmente amaro.

Tra i molti alimenti che contengono le saponine spiccano cibi di uso comune come quinoa, soia, avena, legumi (ceci, fagioli & co.), ma anche basilico, aglio, spinaci e vino. Questa sostanza è facilmente identificabile negli alimenti poiché crea una schiuma biancastra quando il cibo entra in contatto con l’acqua.

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Perché le saponine possono essere pericolose?

Come già accennato, le saponine hanno di natura un effetto repellente che si può ripercuotere anche sul nostro organismo. C’è un grande dibattitto riguardo il loro possibile essere nocivi per l’essere umano: potenzialmente, infatti, in gradi dosi potrebbero distruggere i globuli rossi presenti nel sangue e provocare anche mal di stomaco, diarrea vomito, nausea e irritazione della mucosa orale.

Chi afferma la loro non nocività, però, si appella al fatto che questo effetto collaterale potrebbe manifestarsi solo in caso in cui la molecola rimanga intatta, cosa impossibile dato che già attraverso il processo digestivo le saponine vengono disgregate diventando innocue.

Per evitare qualsiasi rischio, comunque, esistono dei sistemi molto semplici da adottare per eliminare le saponine dagli alimenti.

Come ripulire gli alimenti dalle saponine

Eliminare completamente le saponine è impossibile. Quello che puoi fare però è ridurre drasticamente la loro presenza negli alimenti che vuoi utilizzare per cucinare.

  • Il metodo più efficace per farlo è usare l’acqua: metti l’alimento a mollo in acqua fredda, lascialo a riposo per un paio di ore e cambia l’acqua almeno due o tre volte in questo periodo di tempo. Dopo l’ultimo ammollo risciacqualo per bene e a questo punto buona parte delle saponine sarà andata via.
  • Meglio ancora se l’alimento in questione va cotto: la cottura, infatti, provvede a eliminare quasi ogni traccia di saponine.
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Le proprietà delle saponine e il loro utilizzo industriale

Al di là della loro presunta tossicità, le saponine in realtà contengono una serie di proprietà benefiche interessanti, tra cui tonica, antinfiammatoria, diuretica e depurativa. Inoltre, sono molto utili per accelerare l’assorbimento di alcune sostanze e di migliorare l’utilizzo che ne fa l’organismo.

Proprio per questi motivi, le saponine sono spesso utilizzate in quantità controllata dalle industrie dell’ambito cosmetico, in agricoltura e nell'industria farmaceutica per realizzare diverse tipologie di farmaci.

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