Tra i molti modi di dire diffusi in Italia “sano come un pesce” è uno dei più diffusi e sicuramente lo hai usato anche tu. Ma da dove e perché è così utilizzato? Si tratta di un’antica credenza per cui i pesci, vivendo nell’acqua, ne beneficiano delle proprietà curative mantenendosi sani, vitali e senza nessuna malattia.
Di espressioni idiomatiche e modi di dire, nella lingua italiana, ne esistono tantissime. Sono delle locuzioni tramandate di generazione in generazione e diventate parte nel nostro patrimonio linguistico, portatrici di significati figurati in grado di esprimere concetti e situazioni in modo preciso ed efficace.
Tra queste frasi e detti uno dei più diffusi è “sano come un pesce”: ti sarà capitato di sentirlo tantissime volte o di usarlo tu stesso. È un’espressione, infatti, particolarmente comune utilizzata per indicare uno stato di salute buono e positivo.
Ma perché si usa proprio questa espressione legata al benessere fisico e cosa c’entrano i pesci in tutto questo? Scopriamo le origini di uno dei modi di dire più particolari e utilizzati del nostro patrimonio linguistico.
L’espressione “sano come un pesce” si usa per indicare un ottimo stato di salute o una persona che non ha nessun problema a livello fisico, anzi che è particolarmente in forma. Ma perché il paragone viene fatto proprio con un pesce?
Questo modo dire ha origini molto antiche, che risalgono addirittura alle popolazioni greche e romane. Il tutto ha a che fare con la percezione che si aveva in passato dei pesci: in antichità, infatti, erano considerati il più sano degli animali, difficilmente colpiti da malattie poiché, vivendo nell’acqua, ne beneficiano delle sue proprietà curative in grado di mantenerli sani e vitali.
Sia gli antichi greci che gli antichi romani, infatti, ritenevano l’acqua un elemento sacro, potente e in grado di proteggere dalle malattie. Una credenza ereditata probabilmente da popolazioni ancora precedenti: ad esempio, i sumeri, erano particolarmente legati al culto dell’acqua e veneravano Oannes, un essere metà uomo metà pesce che avrebbe insegnato agli uomini la civiltà, le scienze, le lettere e le arti prima del diluvio universale.
Inoltre, in passato, lo stato di salute del mare era migliore di quello attuale ed era più raro vedere pesci morti o poco sani, elemento che ha contribuito ha sviluppare la credenza che i pesci non potessero ammalarsi. Proprio da queste concezioni è nato un modo di dire unico nel suo genere e che ancora usiamo nella vita quotidiana.
Nonostante il detto “sano come un pesce” sia ancora molto diffuso e utilizzato anche ai giorni nostri, la scienza ha dimostrato come la credenza a cui esso è legato sia solo una superstizione: per quanto l’acqua abbia tantissimi benefici per il nostro corpo e sia fondamentale anche per gli animali, non ha potere di impedire un’eventuale malattia.
Inoltre, oggi, lo stato di salute dei nostri mari non è purtroppo dei migliori, tra pesca eccessiva, cambiamento climatico e inquinamento umano che porta anche i pesci ad essere contaminati con elementi nocivi, come per esempio il mercurio.
“Sano come un pesce”, quindi, rimane solamente un modo di dire che, per quanto non sia valido da un punto di vista scientifico, è bene conservare come un retaggio culturale che rende la lingua italiana ancora più preziosa e colorita.