Appuntamento tradizionale di fine estate è il Cous Cous Fest, che si tiene a San Vito Lo Capo da oggi fino al 26 settembre. Al centro dell'attenzione un alimento simbolo di integrazione e commistione tra culture, con cooking show, dibattiti e contest tra chef italiani e internazionali a base di ricette con il cous cous protagonista.
Come ormai da tradizione consolidata, a far calare il sipario sull’estate e sugli eventi della bella stagione italiana ci pensa il Cous Cous Fest. A San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, un festival di culture, usanze e tradizioni gastronomiche nella manifestazione che forse più di tutte celebra la commistione di culture a tavola. Il cous cous, alimento importato in Trinacria dagli arabi, dopo la pausa del 2020 a causa della pandemia, quest'anno il festival si apre oggi, 17 settembre, e si concluderà il 26 settembre.
Merito degli organizzatori, nel lontano 1998 (anno della prima edizione), l'aver avuto la lungimiranza nel porre al centro dell'attenzione un alimento ancora “sconosciuto” nel Paese, ma capace dopo 23 anni di acquisire un importante ruolo su gran parte delle tavole italiane. Le cucine etniche sono diventate quasi una normalità anche nelle nostre case, al punto che oggi sono quasi 21 milioni gli italiani che si dilettano nella preparazione di questo tipo di ricette. E proprio il cous cous, negli ultimi cinque anni, è l’alimento etnico che ha avuto la maggior crescita di consumo. Merito anche della sua grande versatilità, essendo abbinabile con verdure, legumi carne o pesce.
A San Vito Lo Capo si festeggia la fratellanza tra le culture del Mediterraneo che hanno fatto “proprio” questo alimento di origine nordafricana, ma oggi diffuso in gran parte dei Paesi che affacciano sul Mare Nostrum.
Non sarà un’edizione come quelle solite: a causa della pandemia il Cous Cous Fest avrà delle fisiologiche limitazioni, ma non mancheranno sfide, contest, dibattiti e incontri (in sicurezza) per discutere di questo alimento. Passano gli anni, cambiano i tempi e con loro le abitudini gastronomiche, ma la finalità, di edizione in edizione, è rimasta sempre la medesima: eleggere questi chicchi di semola come simbolo di pace, integrazione e unione tra culture.
A San Vito Lo Capo ci sarà la Casa del cous cous, dove i visitatori potranno recarsi per assaggiare gustose ricette e ghiotti abbinamenti. Avranno luogo anche sfide ai fornelli tra gli chef presenti (anche internazionali) che proporranno diverse e nuove preparazioni a base di cous cous giudicate da una giuria composta da Enzo Vizzari, Sonia Peronaci e Annalisa Cavalieri. Non mancheranno, comunque, i cooking show e momenti di approfondimento e dibattito. A differenza delle altre edizioni non si terranno spettacoli ed eventi musicali, in ottemperanza alle norme anti Covid.
Stando ad alcune testimonianze il cous cous sarebbe di origine berbera, diffusosi nell’attuale territorio compreso tra Marocco e Algeria tra l’XI e il XIII secolo. Altri studiosi, invece, lo fanno risalire alle popolazioni della Numidia nel primo secolo a.C. Dal Nordafrica questo alimento, grazie alle rotte commerciali, si diffuse in gran parte delle coste del Mediterraneo. Particolarmente interessata la Sicilia, dove a Trapani è diventata una preparazione tipica (per lo più a base di pesce), al punto da essere eletto prodotto agroalimentare tradizionale della Regione. Anche in Sardegna il cous cous si è guadagnato il suo posto nella tradizione gastronomica locale, in particolar modo nelle zone meridionali dell’isola. Qui la variante carlofortina, chiamata anche cascà, prevede l’utilizzo dei granelli di semola opportunamente lavorata, cavolo cappuccio o cavolfiore e ceci.
Tutte le info sul Cous Cous Fest potete trovarle sul sito ufficiale dell'evento.