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19 Luglio 2023 13:23

Salta l’accordo Russia-Ucraina per l’esportazione del grano. Nuovo aumento dei prezzi?

La Russia non proroga l'accordo e blocca di nuovo l'esportazione del grano ucraino. In Italia non dovremmo avere troppi problemi, la vera crisi la affronteranno i Paesi più poveri, fortemente dipendenti dalle esportazioni dell'Europa dell'Est.

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La Russia non rinnova, e di fatto fa saltare, l'accordo del grano sul Mar Nero. Interrotta l'esportazione del grano dall'Ucraina al resto del mondo. La scelta di Putin può creare enormi problemi di stabilità planetaria: la decisione di non prorogare più gli accordi per tenere aperto il corridoio di sicurezza da Kiev al Mar Nero è molto drastica. Nel nostro Paese, però, le conseguenze dovrebbero essere minime e non sono prevedibili degli aumenti sulla pasta o sull'olio di semi come successo subito dopo lo scoppio del conflitto. Vediamo cosa comporta questa scelta e perché secondo Giorgia Meloni questa "è un'altra offesa contro l'umanità" da parte di Putin.

Un problema gigantesco per i Paesi poveri

La Russia ha chiuso la trattativa sul grano perché gli impegni presi nei suoi confronti non sono stati rispettati dagli altri Stati: questa è la versione ufficiale dichiarata da Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino. La scelta è unilaterale ed è molto grave perché danneggia milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo: per Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, questa presa di posizione avrà conseguenze negative sui Paesi più poveri e purtroppo le persone pagheranno un caro prezzo pur essendo incolpevoli e neanche colpite dal conflitto in maniera diretta.

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Ma cosa comporta questo cambio di posizione? La fine dell'accordo "autorizza" l'armata russa a impedire il passaggio delle navi cariche di grano lungo il Mar Nero, con ogni mezzo. Questo potrebbe portare a una crisi dei cereali nei Paesi più poveri e a un aumento dei prezzi in tutto il resto del mondo. Tra le vittime più immediate ci sono i Paesi dell’Africa, soprattutto subsahariana. Lo scontro favorirà l'aumenti dei prezzi e porterà instabilità sociopolitica in una zona già di per sé tumultuosa. Problemi anche per il Sud-Est asiatico in zone poverissime come Vietnam e Thailandia.

In Italia sono giunti 2 milioni di tonnellate di grano: siamo il quarto Paese per importazione, dietro Cina, Spagna e Turchia. Nonostante la quantità consistente di cereali arrivati nel Bel Paese non dovremmo patire i problemi avuti in passato. È comunque bene sottolineare che è proprio l'accordo sul grano appena rescisso dalla Russia ad aver inciso profondamente sull'andamento dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo. Quando è scoppiata la guerra c'è stata un'impennata, poi sono scesi lo scorso maggio con l'avvio dei primi corridoi di solidarietà in uscita dall'Ucraina. I prezzi sono poi tornati definitivamente alla normalità a luglio 2022, con i primi accordi siglati tra Russia, Ucraina e Onu. Oggi la paura per l'aumento torna incombente ma le autorità internazionali rassicurano i mercati dell'Occidente.

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