Un post sui social mostra la firma per 3 contratti su ristoranti da aprire a Milano, Roma e Napoli nel corso di quest'anno: e le polemiche, come sempre, non tardano ad arrivare.
Fra le novità che arrivano dall'esterno certo non passeranno inosservata le aperture italiane di Sal Bae, l'ex macellaio turco Nusret Gökçe, diventato famoso per il suo gesto del sale sulla carne, che gli ha attirato tanti sfottò quante views. Lo chef sfiderà dunque con grande coraggio la patria dei gastronomi per eccellenza, in cui anche i muri sono cuochi, pronta a criticare chiunque porti un po' di novità, di qualità o meno che sia: al contrario di quanto si sbandiera su carta, però, gli italiani sono spesso attratti da queste novità.
Diventato il "re del sale" grazie ai social, Salt Bae li sta sfruttando anche per creare hype sulle sue aperture italiane. L'imprenditore, infatti, si è fatto fotografare sui social mentre firma una serie di contratti d'apertura, con la dichiarazione: "Ecco come entriamo nel 2025: Città del Messico Roma, Milano, Cappadocia e Napoli. Auguro a tutti il meglio per il nuovo anno". Aprirà dunque tre locali in Italia – a Milano, Roma e Napoli appunto – più uno nella sua terra natale e uno nella Capitale messicana.
L’apertura nella Capitale non è una sorpresa: era già stata preannunciata lo scorso 20 giugno, quando Salt Bae aveva scritto sui social: “Italia sei pronta? Stiamo aprendo un ristorante a Roma”. Non si conoscono ancora i dettagli sulle sedi specifiche, o sui quartieri in cui il cuoco turco aprirà i suoi ristoranti.
Naturalmente sono fioccate le critiche, anche perché si parla di locali per alto spendenti: Salt Bae, al di là delle prese in giro, serve carni pregiate da tutto il mondo, sicuramente valorizzandole in un ottima "luxury", come fa con la carne di waygu o con la Tomahawk ricoperta di scaglie d'oro. Inoltre, Gökçe è stato al centro di polemiche per il trattamento dei suoi dipendenti, cosa che non lo ha reso certo più simpatico agli occhi del pubblico.
Detto questo, alla stregua di Crazy Pizza, il progetto deve essere provato prima di essere criticato: siamo sicuri che, malgrado i pregiudizi, gli italiani faranno la fila per assaggiare le sue specialità, almeno all'inizio. E se qualcuno spende per comprare qualcosa che la maggioranza non ritiene di qualità non possiamo farci nulla: il capitalismo funziona proprio così.