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Salsa al cren: la ricetta della salsa dal gusto forte ideale per i bolliti

Preparazione: 15 Min
Difficoltà: Facile
Dosi per: 8 persone
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A cura di Stefania Zecca
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ingredienti

radice di rafano
100 gr
Aceto di vino bianco
100 ml
Zucchero semolato
1 cucchiaino
Sale
q.b.
Mollica di pane
50 gr

La salsa al cren è un condimento a base di radice di rafano, conosciuto anche come cren (dal tedesco kren) o barbaforte, mollica di pane e aceto. Si tratta di una crema adatta a chi ama i sapori forti e pungenti, simile a quello della senape e del wasabi, ottima per accompagnare arrosti, bollito misto, carne alla griglia, pesce e uova sode. Diffusa soprattutto tra Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige, è molto apprezzata anche in Germania e in Austria, dove viene servita in abbinamento ai classici würst.

Realizzarla è semplice e veloce: si rimuove la buccia del rafano fresco, precedentemente sciacquato e asciugato, e lo si riduce a cubetti; questi vengono trasferiti in un mixer e tritati grossolanamente, quindi si aggiungono un pizzico di sale, zucchero, cubetti di mollica di pane e si frulla nuovamente, versando l'aceto di vino bianco poco per volta, fino a ottenere una consistenza densa e cremosa.

Una volta pronta, ti basterà versarla in una ciotolina e portarla in tavola, oppure trasferirla in un vasetto di vetro sterilizzato munito di apposito tappo, ricoprire la superficie con olio extravergine di oliva o aceto e conservarla in frigorifero per diverse settimane, per usarla all'occorrenza. Sarà perfetta per arricchire tartine per un aperitivo diverso dal solito, o per dare un tocco in più a panini con la salsiccia o con il roast beef da proporre in occasione di una cena informale con gli amici, insieme a un buon boccale di birra o a una bevanda ghiacciata.

Per quanto riguarda il pane, puoi optare per quello casereccio, rimuovendo la crosta con un coltello, per il pane in cassetta o per panini morbidi. La radice di rafano, ideale anche da grattugiare cruda, può essere acquistata in negozi di ortofrutta ben forniti o nei supermercati etnici.

Scopri come preparare la salsa al cren seguendo passo passo procedimento e consigli. Se ti è piaciuta questa ricetta, prova anche la salsa verde, il bagnetto rosso piemontese e la salsa rubra.

Come preparare la salsa al cren

Sistema il pane su un tagliere ed elimina la crosta 1.

Riduci la mollica a dadini 2.

Sciacqua la radice del rafano sotto l'acqua corrente, asciugala per bene con un canovaccio pulito e tagliane le estremità 3.

Rimuovi la buccia con un coltello o un pelapatate 4.

Inizia ad affettare il rafano 5.

Dovrai ridurlo a cubetti non troppo grossi 6.

Trasferisci la dadolata di rafano nel boccale di un mixer da cucina 7 e tritalo velocemente.

Aggiungi lo zucchero e un pizzico di sale 8.

Unisci anche la mollica di pane 9 e frulla ancora qualche secondo.

Incorpora l'aceto poco per volta 10, continuando a lavorare gli ingredienti con il mixer.

Alla fine, dovrai ottenere un composto dalla consistenza densa e cremosa 11.

Versa la salsa in un vasetto sterilizzato e chiudi con l'apposito tappo 12.

La tua salsa al cren è pronta per essere gustata o conservata in frigorifero per qualche giorno 13.

Consigli

Per rendere meno intenso il sapore della salsa al cren, puoi grattugiare la radice di rafano nell'acqua, in modo da disperdere parte dei principi attivi responsabili del suo gusto pungente. Ti consigliamo, inoltre, di assaggiarla dopo ogni passaggio, in modo da bilanciare l'acredine e la piccantezza con zucchero o sale, in base alle tue preferenze.

La salsa al cren si conserva in frigorifero, in un vasetto di vetro con tappo a chiusura ermetica, per 1 mese al massimo, ricoprendo la superficie con aceto o olio d'oliva.

Variante

La salsa al cren può essere preparata anche senza pane: in questo caso, però, il sapore del rafano risulterà molto forte, quindi ti suggeriamo di attendere qualche settimana prima di assaggiarlo, in modo che perda un po' della sua piccantezza.

Origini e storia

Sembra che il rafano, originario dell'Asia occidentale e largamente adoperato in Oriente, fosse consumato sin dall'antichità e conosciuto anche dai Romani, benché non ci siano delle fonti certe: probabilmente era coltivato come pianta officinale, utile per curare diversi malanni, poiché ricco di vitamina C, sali minerali e di proprietà antibatteriche e antinfiammatorie, oltre ad avere un effetto diuretico e disintossicante. È invece certo che i Normanni lo utilizzassero ampiamente in cucina nel VI secolo, e da qui sia diventato uno degli ingredienti più amati in alcune zone del Sud Italia, in particolare in Basilicata dove, in occasione del Carnevale, si prepara la rafanata di Aliano, piatto tipico a base di uova, pecorino e rafano crudo, conosciuto come "tartufo dei poveri".

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