La Wallachia è una nave mercantile che, dal 1895, è adagiata sui fondali marini della Scozia. Al suo interno un gruppo di sommozzatori ha ritrovato numerose bottiglie di birra, ora in fase di studio in un laboratorio britannico. L'obiettivo? Ricreare un prodotto quanto più fedelmente simile alla birra originale, partendo dal lievito vivo che sono riusciti a isolare.
Per tutti gli appassionati del mondo brassicolo, una scoperta che potrebbe valere più del ritrovamento del Santo Graal. Soprattutto perché, in questo caso, di santi Graal ce ne sono qualche centinaio, per la maggior parte integri e in perfette condizioni. E, va detto, con il contenuto rimasto comodamente a riposarsi nella bottiglia per quasi 130 anni.
Al largo dei mari della Scozia sono state recuperate numerose bottiglie di birra nella pancia di una nave, il mercantile Wallachia, affondata nel lontano 1895. Era l'anno in cui a Parigi i fratelli Lumière eseguivano la prima proiezione cinematografica in sala, era l'anno in cui Guglielmo Marconi brevettava la radio. Strumento che nel giro di poco tempo avrebbe rivoluzionato (anche) la comunicazione navale e, se la Wallachia avesse avuto a disposizione per chiedere soccorso, forse ora non sarebbe avvenuto lo straordinario ritrovamento di bottiglie di birra risalenti alla fine del XIX secolo.
Oggi, con il senno di poi, si può dire quanto sia stato quasi un bene che quelle bottiglie siano rimaste adagiate per quasi 130 anni in fondo al mare, con l'oscurità degli abissi a proteggerle dalla luce del sole, permettendo una conservazione tale che oggi rende possibile qualcosa d'inimmaginabile fino a pochi anni fa.
Parafrasando e adattando un noto spot le antiche bottiglie (o quantomeno una parte) sono state portate in salvo e ora l'ambizione è di quelle importanti. È possibile sfruttare questa scoperta per creare delle nuove birre ispirate a quelle di 150 anni fa? La speranza, e l'obiettivo, è proprio questo.
Un team di scienziati britannico, dopo il recupero (attuato da una squadra di sommozzatori) del carico rimasto sott'acqua per oltre un secolo, a seguito di mesi di lavoro è stato in grado di estrapolare e isolare lievito ancora vivo. Con il quale, grazie alla sapienza di un mastro birrario, cercare di ricreare un prodotto quanto più simile all'originale. L'obiettivo è ambizioso ma, qualora dovesse riuscire, potrebbe rivoluzionare il settore brassicolo attuale. Bere una birra ricreata a immagine e somiglianza di quella prodotta a fine ’800, insomma, non sembra (più) una follia.
Dal laboratorio in cui stanno studiando la birra ultra centenaria affermano come il sapore della bevanda sia forte e terroso, ma con una sapiente lavorazione del lievito si possa ricreare un prodotto ricco di aromi e, stimano, attorno al 7,5% di gradazione alcolica. In un periodo in cui si stanno adottando le più disparate tecniche per creare nuove birre, lo studio che stanno conducendo in Gran Bretagna potrebbe rappresentare un vero e proprio salto indietro nel tempo, indirizzato però allo sviluppo del settore. Un sorso di passato, per le birre del futuro.