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24 Settembre 2024 13:00

Ristoranti che vietano gli smartphone: moda o idea innovativa?

Chiacchierare di più, mangiare di più, distrarsi di meno: questa è la filosofia dietro alla scelta di alcuni ristoratori di vietare gli smartphone nei loro locali. L’iniziativa è partita dall’Alsazia ma si è diffusa in tutto il mondo, anche in Italia. E i risultati sono sorprendenti.

A cura di Martina De Angelis
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Lo smartphone è diventato parte integrate della nostra vita quotidiana, fin troppo: è sempre più un oggetto di cui non si riesce a fare meno e non solo quando sei solo a casa, ma anche nelle occasioni sociali come per esempio un pranzo o cena al ristorante.

Quante volte ti è capitato, anche se sei a tavola in compagnia, di aprire il telefono e “scrollare” i social senza un reale bisogno di farlo, oppure di far freddare il piatto perché dovevi immortalarlo per poi condividere lo scatto? È esattamente il motivo per cui sempre più ristoranti stanno scegliendo di incentivare i clienti a staccare la connessione per il tempo di un pasto e riprendere lo smartphone solo a fine esperienza.

Uno dei primi ad avere l’idea di vietare gli smartphone è stato un piccolo ristorante di Rothau, in Alsazia, ma dalla sua iniziativa sono tanti i ristoranti in tutto il mondo che hanno scelto di seguirne l’esempio, anche in Italia, dove già in tempi non sospetti alcuni ristoratori si rifiutavano di vedere i clienti incollati agli schermi dei loro dispositivi digitali.

I risultati? Secondo tutti i ristoratori che hanno messo in pratica la politica “no smartphone” sono sorprendenti: non solo le persone sono stimolate a condividere e relazionarsi di più tra commensali, ma gustano di più il cibo che mangiano e, alla fine, ne ordinano anche di più. Il divieto degli smartphone, dunque, non sembra essere solo una regola strana o una moda momentanea, ma un'idea innovativa e utile per spingerci verso un sempre più necessario digital detox.

Il caso in Alsazia e i risultati

Il Petits Plats de Mamama è un piccolo ristorante di Rothau, paesino dell’Alsazia, ed è stato uno dei primi casi di locale che vieta gli smartphone a tavola di cui si è parlato a livello globale. L’iniziativa è stata presa nel corso del 2023 di proprietari del locale, Sandra e Olivier Holtzmann, non senza qualche timore: il rischio che la clientela si rivoltasse contro la loro scelta era alta.

I due proprietari d’altronde, ci avevano già provato qualche anno fa, durante una sera di San Valentino in cui avevano notato che quasi tutte le coppie a cena erano distratte dall’uso massiccio di dispositivi elettronici a tavola. Provarono a spingere la clientela a togliere gli smartphone, ma all’epoca non aveva funzionato. Oggi invece, riprovando a far diventare il divieto una regola del locale, hanno trovato terreno fertile e l’idea è diventata un successo.

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Le persone si sono rivelate intrigate da questa scelta particolare – anche chi è contrario si siede lo stesso a mangiare e almeno ha qualcosa di cui discutere – e il ristorante alla fine ha iniziato a guadagnare di più. Non solo perché continua ad essere pieno, ma perché le persone senza essere distratte dal telefono godono di più il cibo e ne consumano anche di più: nell’ultimo anno i soli ordini del dessert sono aumentati del 30%.

E la mancanza di smartphone al tavolo ha dato anche altri risultati sorprendenti, come raccontano gli stessi titolari in una delle interviste che hanno rilasciato: «Una domenica, un cliente si è messo a suonare la fisarmonica. Un’altra volta, due persone a tavoli differenti hanno iniziato a chiacchierare tra di loro e poi sono tornate al ristorante insieme».

Gli altri, in Francia e nel mondo

La scelta del Petits Plats de Mamama, e il successo della presa di posizione dei titolari del locale, ha dato il coraggio a tanti altri ristoratori di imporsi nello stesso mondo perché quello degli smartphone a tavola sembra proprio essere una lamentela condivisa. Così l’iniziativa del ristorante “no smartphone” ha iniziato a diffondersi anche in altri locali francesi come il Royat Chamalières casino, che in questo caso ha proposto a chi lasciava il telefono da parte delle fish da usare al casino, corrispondenti al 30% del conto.

E piano piano l’iniziativa si sta diffondendo in tutto il mondo. Né è un perfetto esempio il ristorante di Tokyo specializzato in ramen Debu-chan, che lo scorso marzo ha deciso di eliminare i telefoni dal locale. Il titolare Kota Kai ha spiegato che ha preso questa decisione principalmente perché la gente, consumando il suo ramen, occupava il tavolo a lungo proprio perché impegnata a fissare il telefono durante il pasto; indubbiamente però è utile anche a mangiare la zuppa calda e appena uscita dalla cucina. Ancora consentito, però, utilizzare lo smartphone per scattare foto del ramen dopo che è stato servito.

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A New York, secondo il New York Times, sono sempre di più i ristoranti che chiedono ai loro clienti di rinunciare ai loro device mentre sono seduti a tavola. Un esempio è l’Hearth, ristorante nell’East Village a Manhattan, dove lo chef e proprietario chiede di spegnere il cellulare e riporlo in scatole chiuse che si trovano sul tavolo.

In Canada, precisamente ad Halifax, già nel 2017 un ristorante aveva messo al bando cellulari e tablet con un cartello che invitava a fare amicizia, parlare e non chattare, mentre in Olanda la politica “no smartphone” prende una piega creativa: il Café Brecht di Amsterdam ha ideato il format “The Offline Club”, evento itinerante in alcuni dei caffè più belli della città in cui i partecipanti sono invitati a rinunciare volontariamente all’uso dei loro dispositivi digitali per immergersi in un’atmosfera rilassata e godersi il momento.

E l’Italia?  Tra i primi della politica “no smartphone”

I ristoratori italiani, in realtà, è da tempo che provano a diffondere un approccio “no-tech”: sono diversi anni che Casa Coppelle, celebre ristorante italo-francese di Roma, invita i clienti (solo chi vuole, non è una regola fissa) a lasciare lo smartphone in cambio di un libro di poesie, mentre già negli anni ’90 l’Osteria di Rubbiara a Nonantola aveva realizzato un armadietto con cassetti in cui riporre i telefoni e godere del pasto senza distrazioni.

Ultimamente però, complice anche la diffusione globale della politica “no smartphone”, sono sempre di più i locali che apprezzano e adottano questo tipo di scelta. L’ultimo ad avere lanciato la sfida ai suoi clienti è il ristorante Al Condominio a Verona: quando entri lasci lo smartphone in una cassettina della posta accanto al tavolo e lo riprendi solo al momento del conto. In cambio una bottiglia di benvenuto e un’atmosfera conviviale non solo a tavola, ma anche con il personale.

In Toscana il primo a prendere l’iniziativa in questo senso è stato il ristorante Separè 1968 sul lungomare di Marina di Cecina. Con lo slogan “Torniamo a parlare” i titolari hanno scelto di proporre ai commensali di mettere da parte il telefono per il tempo del pasto e in cambio offre voucher da utilizzare entro sei mesi.

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Quello che i piatti non dicono
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