Dalla Spagna una normativa che potrebbe essere presa in considerazione anche in altri Paesi: niente più ristorante se in outfit poco consono o torso nudo. Pochi giorni fa a Jesolo cameriere ferito da ragazzi vestiti da spiaggia che erano stati allontanati.
Niente più clienti al ristorante se vestiti in modo non consono, per esempio in costume o a torso nudo. È la normativa entrata in vigore in alcune località di mare spagnole, su espressa richiesta degli imprenditori del mondo della ristorazione. Da Maiorca una direttiva di rottura col passato che, chissà, presto potrebbe essere presa in considerazione anche al di fuori dell’isola delle Baleari. Basta ristorante, insomma, per chi è vestito da spiaggia.
La legge nasce da un accorato appello di molti ristoratori locali, i quali specialmente durante la bella stagione negli anni hanno spesso avuto a che fare con giovani accomunati sostanzialmente da due fattori. La voglia di divertirsi (cioè di bere) e il fatto di popolare i vari locali sul mare, ristoranti di vari livelli e fasce, tendenzialmente in tenute non proprio decorose, spesso anche con t-shirt da calcio.
Non si parla, ovviamente, di vestirsi bene come se si fosse a una cerimonia, ma le folle di giovani di belle speranze a torso nudo, in costume o in outfit non così consoni per un ristorante danneggia prima di tutto l’immagine dei ristoranti stessi. Una questione di decoro insomma, decoro da salvaguardare anche all’interno di locali e ristoranti sul mare, dove cioè i giovani si sentono più liberi di recarsi in costume da bagno e darsi ai bagordi alcolici.
Da Maiorca l’idea di imporre un dress code per andare al ristorante. Perché proprio ora, dopo decenni e decenni di clienti a tavola a torso nudo o in abbigliamento poco decoroso? Evidentemente una situazione non più sostenibile, legata al comportamento di molti turisti che, con livelli di alcol un po’ troppo alti, rovinano le vibes dell’Isla del Sol. Da tutto ciò prima la decisione da parte di undici ristoratori di non accettare più clienti in costume ai loro tavoli. Da qui, poi, anche il provvedimento da parte del Governo spagnolo, a confermare come da questa estate la legge verrà applicata non solo a Maiorca, ma anche Ibiza e Minorca, mete particolarmente battute in estate.
Di questo abbiamo parlato con Danilo Colaiaquo, cuoco con alle spalle varie stagioni ad Ibiza facendoci spiegare più nel dettaglio quale fosse la situazione sull’isola più turistica e movimentata delle Baleari.
“A Ibiza c’è una parte ricca, popolata da famiglie più benestanti e quindi più tranquilla e ordinata, e poi una parte più giovanile e trasgressiva. Per questo molti locali, tra bar, beach club e ristoranti, in questa zona si erano cautelati con buttafuori e selezione all’ingresso: chi non avesse quantomeno una maglietta non veniva fatto entrare, a meno che non prendesse da asporto, non fermandosi quindi all’interno del locale stesso. Analogamente non viene fatta entrare gente troppo alticcia, proprio per un motivo di decoro e ordine interno".
A Ibiza insomma la situazione era controllata in questa maniera: senza maglietta già non si faceva entrare nei ristoranti, ma era tutto a discrezione della proprietà in assenza di una legge specifica. “Non c’era una norma precisa, ma si cercava per quanto possibile, attraverso buttafuori e selezioni all’ingresso, di controllare la situazione per evitare situazioni spiacevoli di disordine e poco decoro. Se le condizioni di chi voleva entrare in un locale non erano consone, insomma, nella maggior parte dei casi non si veniva fatti accedere”.
Sulla scia di quanto sta accadendo a Maiorca potrebbero prendere provvedimenti anche altre località balneari, anche nel nostro Paese, a maggior ragione dopo ciò che è avvenuto pochi giorni fa a Jesolo. Nel centro turistico veneto la situazione è gravemente degenerata proprio per questo motivo: un gruppo di ragazzi di ritorno dalla spiaggia voleva sedersi al tavolo, per di più con il costume ancora bagnato. Di fronte al rifiuto di uno dei dipendenti del locale di farli sistemare la situazione ha preso una piega inaspettata, con il ferimento del cameriere al braccio e conseguenti 20 punti di sutura.