Un sistema semplice e divertente, che abbraccia la filosofia dell’anti-spreco e quella di un consumo alimentare più consapevole e sostenibile. Parliamo del regrowing, un metodo di coltivazione che permette di dare nuova vita agli ortaggi, verdura e frutta, proprio a partire dai loro scarti. Scopriamo insieme come funziona e a quali vegetali è possibile applicarlo.
Per la serie “non si butta via niente”, soprattutto in cucina. Vera e propria filosofia anti-spreco, il regrowing, termine tecnico che letteralmente significa “ricrescita”, è un metodo di coltivazione che consente di dare nuova vita agli ortaggi, a partire dai loro scarti. Bastano il davanzale di una finestra luminosa, uno spicchio di sole, un vaso con del terriccio e un pizzico di cura e pazienza, per assistere a una piccola ed emozionante “risurrezione” del mondo vegetale. Anche incredibilmente educativa. Sì perché ripiantare qualcosa che andrebbe altrimenti buttata, e poterne osservare la sua rinascita, giorno dopo giorno, può insegnare molto e divertire al tempo stesso. Soprattutto se tale attività viene svolta insieme ai più piccoli di casa, che ameranno mettere le "mani in pasta" e sporcarsi con la terra. Grazie a questa rigenerazione si regala nuova vita agli scarti alimentari, si generano meno rifiuti e si combattono gli sprechi in cucina. Quindi, cosa state aspettando?
Il regrowing non può essere applicato a tutto il mondo vegetale e necessita di alcune cortezze. Come afferma Melissa Raupach, nel suo libro “L’orto in casa dagli scarti dei vegetali”, è fondamentale che ci sia il sole e che la temperatura non sia mai troppo bassa. Perfetto, dunque, il classico davanzale di casa, purché sia assolato.
Ma come funziona? Innanzitutto si taglia la parte finale della pianta, si trasferisce in un contenitore con acqua, assicurandosi che le radici sia ben bagnate, e poi si lascia il tutto al sole per circa 7-10 giorni (il tempo dipende dall’ortaggio scelto), cambiando l’acqua ogni giorno. Trascorso questo tempo, si trasferisce il vegetale in un vaso con della terra e poi si innaffia regolarmente. Ed ecco che si assiste al compimento di questa magia.
I prodotti che meglio si prestano a questa tecnica di coltivazione sono le cipolle, i porri, le insalate (come la lattuga) e il sedano, ma vanno benissimo anche le patate, le barbabietole, il cavolo cinese, lo zenzero, il rafano e il topinambur. Tra le erbe aromatiche, basilico, citronella, menta e coriandolo e, tra i frutti, avocado, mango e ananas.
Piuttosto delicato, quest’ultimo frutto, per esempio, richiede molta luce e calore: anche in condizioni ottimali, non sempre ricresce in maniera corretta ma può trasformarsi comunque in una meravigliosa pianta ornamentale. Per far ricrescere l’ananas, infatti, bisogna estrarre con grande delicatezza la corona di foglie del frutto, preferibilmente maturo, si immerge in acqua e si lascia in un ambiente caldo e luminoso. Dopo circa una settimana, una volta spuntate le prime radici, si procede all’interramento.
Il consiglio dell’autrice del libro è comunque quello di iniziare con un prodotto molto semplice come il cipollotto o il porro: i risultati, infatti, si possono osservare sin dai primi giorni. E, nel caso in cui i primi tentativi falliscano, il suggerimento è di non mollare e riprovare: anche la qualità stessa delle verdure può compromettere il risultato finale. Per cui la parola d'ordine è non demordere.
Facile da rigenerare, il cipollotto si rivela l’alleato ideale per chi è alle prime armi con il regrowing: cresce rapidamente e in un paio di giorni già si intravedono le prime radici. Come prima cosa si taglia la parte finale a circa 3 cm dalla radice stessa, quindi si mette in un apposito contenitore in vetro e si aggiunge l’acqua necessaria a coprirle. Anche in questo caso il recipiente va esposto al sole, ma tenuto al chiuso, per circa una settimana, avendo l’accortezza di cambiare l’acqua ogni giorno. Trascorso questo tempo, si saranno formate tantissime radici e sarà giunto il momento di travasare il tutto e ricoprirlo con del terriccio. L’unica attenzione, da questo momento in poi, sarà quella di annaffiarlo regolarmente, ma poi vedrete che soddisfazione.
Fragranti e profumate, le erbe aromatiche come menta, basilico o coriandolo, saranno sempre a vostra disposizione, pronte a colorare e impreziosire insalate di cereali, secondi di pesce, salse e pesti. Nel caso della menta è importante che, al momento dell’acquisto, i germogli siano “vivi”. Si tagliano le punte a una lunghezza di circa 7 cm, rimuovendo le foglie inferiori, e poi si lasciano in un contenitore di vetro con l’acqua per 7-10 giorni (2-3 settimane invece per il basilico). Una volta formate le prime radici, si trasferisce la piantina in un vasetto con il terriccio e si procede a innaffiarla regolarmente. L’ideale sarebbe posizionarla in un luogo caldo e luminoso, ma anche a mezz'ombra andrà comunque bene.
Tra i vantaggi di questo metodo di coltivazione, c'è il recupero di un contatto più diretto, spontaneo e naturale con la terra e i suoi magnifici "regali". Che non nascono su uno scaffale ma sono il frutto del lavoro e della fatica di un agricoltore, un produttore e, proprio nel caso del regrowing, anche nostro. Realizzare un orto in casa è sicuramente un'attività che richiede tempo e dedizione ma, se affrontata con la giusta ottica, può trasformarsi in un'attività molto divertente e formativa, da condividere in famiglia, e grazie alla quale sensibilizzare ed educare anche i più piccoli di casa e quindi le future generazioni. Il tutto riciclando ed evitando inutili sprechi alimentari. Mica male.