Gli italiani sono bravi a riciclare il vetro, ma qualche dubbio può sempre venire. Il tappo si toglie? La bottiglia va sciacquata? E lo specchio rotto è permesso o meno? Ecco le linee generali per non sbagliare.
Riciclare è una pratica virtuosa, un’azione concreta che il singolo cittadino può fare per favorire l’economia circolare, al fine di creare condizioni ambientali migliori, ridurre gli sprechi e abbattere costi. Tra i materiali più riqualificati in Italia c’è il vetro, dove il nostro Paese si dimostra un vero e proprio fuoriclasse: secondo i dati di una ricerca di Coreve – il Consorzio del recupero del vetro – rilasciati lo scorso agosto, la Penisola ha registrato nel 2022 un tasso di riciclo dell’80,8% piazzandosi per il 4°anno consecutivo al di sopra al target UE del 75% stabilito per il 2030. Non sempre, però, è facile capire come fare la raccolta differenziata ed è possibile incorrere in errori (anche in buona fede) perché confusi. Per esempio, tutto il vetro che c’è in casa è considerato uguale? I bicchieri rotti vanno buttati insieme ai barattoli? E i tappi delle bottiglie? Vediamo di seguito cosa mettere e cosa non mettere mai nei bidoni del vetro, per dissipare ogni dubbio.
C’è da fare subito una breve premessa: la raccolta del vetro non è regolamentata in modo uniforme in tutto il territorio nazionale. La differenza sostanziale è questa: ci sono città in cui i bidoni sono adibiti unicamente allo smaltimento del vetro, quindi adatti solo a questo materiale, e altre in cui si trovano in abbinamento alle lattine, unendo nello stesso cassonetto scatole in metallo e vaschette di alluminio. La prima cosa è quindi informarsi rispetto al proprio comune di residenza o di domicilio. In secondo luogo, può sembrare strano, ma nel vetro ci vanno solo bottiglie e vasetti: ecco perché e in che modalità.
Questi imballaggi, come le bottiglie di vino, aceto, olio, o i vasetti di sughi, sottaceti, confetture, sono realizzati con il tipo di vetro più diffuso, detto sodo-calcico, che ha la capacità di fondersi alla perfezione nei forni e di essere rimesso in circolazione sotto forma di altri contenitori. Da ricordare che devono essere puliti, quindi ben sciacquati e privati del tappo, che andrà gettato o nell’alluminio o nell’indifferenziato a seconda del materiale con cui sono fatti. Nei comuni dove la raccolta del vetro è mista a quella delle lattine è meglio documentarsi su quali siano gli altri elementi consentiti, visto che le disposizioni non sono univoche.
Da fare attenzione ai flaconi dei medicinali: possono essere riciclati nel vetro solamente se privi del contenuto, quindi vuoti e lavati con cura, non deve esserci alcun residuo.
Esistono quelli che sono definiti i falsi amici del vetro, ovvero oggetti che intuitivamente getteremmo nello stesso contenitore, ma che invece si rivelano particolarmente insidiosi e che quindi non vanno nella raccolta differenziata: una volta mescolati al classico vetro da imballaggio risultano difficili da separare, complicando tutta l’operazione di riciclo.
Che siano rotti o integri, i comuni bicchieri da cucina non vanno messi nel vetro, in quanto composti da un tipo di vetro che non è riciclabile. Da smaltire nell’indifferenziato.
Bicchieri, ma anche tutti gli oggetti in cristallo, contengono un'alta percentuale di piombo, un metallo pesante nocivo se disperso nell’ambiente e quindi non adatto alla fusione. Dove si buttano? Nell’indifferenziato.
Ovvero il vetro borosilicato, che però è meglio conosciuto con il suo nome commerciale. Vietato gettare quindi pirofile (quelle comuni da forno trasparenti, per intenderci), insalatiere o altri utensili realizzati con questa materia prima: la sua caratteristica principale è quella di resistere alle alte temperature e quindi se disciolta insieme al vetro sodo-calcico compromette la struttura dei nuovi contenitori. Anche il Pyrex finisce nell’indifferenziato.
Bollino rosso anche per tazze, tazzine da caffè e piatti. Il motivo? Come per il Pyrex la ceramica ha un punto di fusione più alto e non garantirebbe l’uniformità al prodotto frutto del riciclo, che potrebbe quindi rompersi più facilmente. Fortunatamente, rispetto ai precedenti, essendo bianca è più facile da individuare ed eliminare, anche se l’operazione è molto difficoltosa quando è ridotta in frammenti piccoli. Il giusto modo di dire addio alla tazzina rotta è mettendola nell’indifferenziato.
Importante sapere che non tutte le lampadine costituiscono la stessa tipologia di rifiuti luminosi, tra quelle che sono destinate al cestino dell’indifferenziato e quelle che invece sono da portare nelle apposite isole ecologiche. Quel che è certo, è che non vanno gettate nel vetro, in quanto contengono altri materiali come plastiche e metalli.
Specchio rotto? I noti sette anni di guai potrebbero aumentare se i cocci finissero nella raccolta differenziata del vetro. Quello dello specchio, infatti, è un vetro riflettente, caratteristica data da un rivestimento di argento o di metallo. La regola generale è che se si è di fronte un oggetto voluminoso ci si rivolge al ritiro degli ingombranti o ci si reca nelle isole ecologiche; se è piccolo si può allora gettare nell’indifferenziato.
Da ricordare, inoltre, che nel bidone del vetro non c’è spazio neppure per il sacchetto di plastica in cui solitamente vengono conservati vasetti e bottiglie prima di liberarsene: il suo posto è appunto il bidone della plastica.