Non è ancora così diffusa in Italia, ma può essere un’alleata preziosa in cucina (e non solo). La pianta del rabarbaro è originaria dell’Asia e molto diffusa nei Paesi anglosassoni: ci dona un ingrediente versatile che può essere usato in vari modi, sia sul versante dolce sia sul salato.
Assomiglia a un incrocio tra sedano e cardo, e colpisce al primo sguardo con il suo intenso colore rosso fiamma con sfumature tendenti al rosa: è il rabarbaro, una pianta officinale usata anche come alimento e molto apprezzata per le sue proprietà digestive e purgative. Con il suo sapore amarognolo potrebbe sembrarti poco utilizzabile in cucina, e invece può essere un grandissimo alleato per dare un tocco insolito e una nota dolce anche ai piatti salati. Nonostante dalla Cina abbia trovato ampio spazio in Europa, in Italia questa pianta ancora non è molto diffusa.
Potresti aver visto il rabarbaro soprattutto sotto forma di salsa o di liquore digestivo, o ancora di tisana, ma è in realtà un prodotto che merita di essere approfondito meglio, perché è estremamente versatile e anche molto utile a livello di salute.
Il rabarbaro è una pianta erbacea rustica appartenente alla famiglia delle Polygonaceae ed è originaria del Tibet e della Cina Occidentale. In natura ne esistono oltre 50 varietà diverse, ma le più diffuse sono tre: il Rheum palmatum o rabarbaro cinese, il Rheum undulatum e il Rheum officinale, impiegato come rimedio naturale contro problemi digestivi e intestinali.
La varietà più diffusa si presenta con coste dal colore rosso-rosa molto acceso e da grandi foglie verdi rugose e ondulate. Le parti più adatte al consumo sono le coste, il rizoma e le radici, mentre sarebbe meglio evitare le foglie o moderarne di molto l’utilizzo: pur essendo commestibili, infatti, contengono una sostanza che potrebbe andare ad appesantire i reni.
È da centinaia di anni che le popolazioni dell’estremo Oriente, in particolare dell’altopiano tibetano, utilizzano il rabarbaro non solo come alimento, ma come vero e proprio rimedio di medicina naturale. Tutte le varietà di questa pianta, infatti, sono famose per le loro proprietà digestive e depurative, ma anche purgative e epatoprotettive.
Il rabarbaro infatti, nello specifico il suo rizoma, contiene una serie di principi attivi eccellenti per contrastare i disturbi dell’apparato digerente, motivo per cui spesso la pianta viene usata per decotti, tisane e liquori digestivi. Questo perché è ricco di acqua, fibre, vitamine e sali minerali, oltre a contenere una buona percentuale di carboidrati e proteine.
Grazie ai suoi principi nutritivi si usa per digerire, ma anche per depurare e stimolare il fegato, oltre che come decongestionante e antisettico. Proprio da queste sue caratteristiche deriva la principale controindicazione del rabarbaro: ha forti proprietà lassative e purgative, quindi consumarlo in quantità eccessivo potrebbe creare dei problemi in tal senso. Per gli stessi motivi è sconsigliato alle donne in gravidanza o ai bambini troppo piccoli.
Il rabarbaro in cucina può essere davvero molto utile: lo puoi impiegare sia nelle preparazioni dolci sia in quelle salate. Ricorda solo di dosarlo bene perché ha un retrogusto amarognolo e può essere molto dolce, soprattutto se è un esemplare molto fresco dal colore rosso intenso.
L’impiego più conosciuto del rabarbaro è l’utilizzo per realizzare marmellate, chutney e confetture da utilizzare in pairing con formaggi (è ottimo sia con i freschi che con gli stagionati) o in dolci come le crostate, ma lo puoi usare anche a tocchetti per creare ricette come lo strudel al rabarbaro (si sposa molto bene con il sapore della mela), oppure la torta al rabarbaro.
Grazie alla sua grande versatilità, il rabarbaro si sposa benissimo anche con le ricette salate: provalo in abbinamento a un pesce grasso come il salmone, su cui andrà a svolgere un’azione sgrassante proprio come il limone, oppure abbinalo ai piatti di carne per alleggerirne il sapore, in particolare a salsicce e costine di maiale.
Con le radici, invece, si possono preparare tutta una serie bevande che non solo hanno un piacevole connubio di sapore amarognolo e aromatico, ma sono anche ottimi tonici-digestivi. Largo spazio quindi a tisane a base di rabarbaro, ma anche a cocktail, liquori e amari.