In che modo gli italiani cambieranno le loro abitudini di spesa nel prossimo futuro? Come contrastare il rincaro di prezzi generale legato all'alimentare? Il trend si rivolge al Made in Italy.
Secondo un report firmato Coldiretti, gli italiani per contrastare il rincaro dei prezzi legato all'alimentare stanno cambiando il loro modo di fare la spesa. Non solamente sempre più persone vanno al discount, come abbiamo spiegato in un articolo precedente, ma in molti hanno deciso di rivolgersi (già da ora o nell'immediato futuro) ai prodotti a chilometro zero. Questa una delle strategie adottate, stando allo studio in questione, da almeno 4 italiani su 10.
"La crisi scatenata dalla guerra in Ucraina – si legge nella nota pubblicata sul sito di Coldiretti – porta quasi 4 italiani su 10 (37%) a caccia di prodotti locali e a km zero, che risultano al primo posto della classifica sulle intenzioni di spesa per i prossimi mesi". Una motivazione dettata anche dall'intenzione di ridurre i consumi energetici e sostenere l'economia locale.
Una fetta sempre maggiore di consumatori pare essersi accorta di come il chilometro zero possa contribuire non solamente ad alleggerire la spesa, ma pure a salvaguardare l'ambiente. Non solo freschezza di ciò che si consuma, anche riduzione di emissioni nell'atmosfera, consumo di carburante e tempistiche di trasporto: questi i vantaggi nell'acquistare i prodotti a chilometro zero (il quale si differenzia dalla filiera corta).
La scelta di prodotti a chilometro zero favorisce chiaramente la filiera legata al Made in Italy. Sempre più persone si rivolgeranno ad alimenti non solo locali, ma nazionali più in generale, per i loro acquisti.
Dall'altro lato della medaglia sembrano destinati a calare i cibi pronti così come quelli etnici, anche perché caratterizzati da prezzi superiori a causa dei lunghi trasporti. Prevedibile anche un calo di cibi considerati premium, per via delle sempre maggiori esigenze di risparmio legate alla riduzione del potere di acquisto dei consumatori.
"Strategie rese necessarie – continua il comunicato – da un balzo dell’inflazione che, secondo una stima Coldiretti, costerà nel 2022 alle famiglie italiane 650 euro in più soltanto per la spesa alimentare, a causa della guerra in Ucraina, che colpisce soprattutto le categorie più deboli che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione".