Cosa c’è di più buono dei fichi? Succosi, zuccherini, morbidi, questi frutti sono un perfetto snack estivo, ma anche un ingrediente eccellente per ricette dolci e salate. L’Italia è particolarmente ricca di fichi poiché l’albero trova nella nostra penisola l’habitat ideale e proprio per questo vanta decine di varietà diverse: ecco alcune di quelle che devi assolutamente provare.
Squisiti e carnosi, piacevolmente zuccherini, semplicemente irresistibili: i fichi sono i “falsi” frutti tipici dell’estate anche se i primi, chiamati fioroni, vengono raccolti fin dall’inizio della primavera. In realtà non sono veri e propri frutti ma grosse infruttescenze carnose che contengono i semini, i veri frutti del fico.
La sostanza non cambia: i fichi sono buonissimi, ricchi di benefici e proprietà nutritive, ottimi da mangiare da soli o da impiegare nelle ricette più varie, dalla confettura alle torte, fino a piatti salati come crostini con il prosciutto e lo stracchino.
Tra neri e bianchi i fichi, in natura, sono tantissimi: ne esistono più di 700 varietà diverse e tantissime di queste crescono solo nel nostro paese. Le varietà si distinguono per grandezza, per colore interno ed esterno, per periodo di maturazione e per sapore, e accontentano davvero tutti i gusti. Ecco alcune delle varietà italiane di fichi che non puoi fare a meno di assaggiare.
Conosciuto fin dai tempi degli antichi romani (Plinio il Vecchio lo vanta come uno dei migliori a seccare), il fico dottato è una delle varietà più diffuse in Italia, coltivato particolarmente in Puglia e Calabria ma presente anche in diverse aree della Toscana. Verde chiaro all’esterno e dalla polpa gialla all’interno, ancora oggi è una considerata una delle migliori varietà per preparare i fichi secchi, ma è ottimo anche in conserva come ripieno dei mitici biscotti settembrini.
Proprio dal fico dottato deriva una delle eccellenze italiane quando si parla di fichi: è il fico bianco del Cilento Dop, varietà dalla tradizione millenaria di cui si trova traccia già nei testi di autori come Catone e Varrone. A lungo considerato il “pane dei poveri” per via delle sue caratteristiche particolarmente nutrienti, il fico bianco del Cilento è amato per il gusto prelibato e per il profumo intenso. Lo puoi gustare fresco oppure essiccato come da tradizione, ma lo troverai anche farcito con frutta secca, ricoperto di cioccolata, sciroppato al rhum e in molte ricette campane, per esempio la melassa di fichi usata come condimento soprattutto di carne e pesce.
Verde e dolce, il fico salentino è un nome utilizzato per indicare i frutti che crescono in Puglia e che caratterizzano da millenni il paesaggio di questa regione. È però un termine generico che racchiude tantissime varietà diverse: di fico salentino, infatti, ne esistono circa 90 tipologie, tutte diverse una dall’altra, alcune anche molto antiche recuperate dagli agricoltori locali. Tutte quante le tipologie di fico salentino sono usate per il consumo fresco, per produrre marmellate e per essere essiccate, ma diventano protagoniste anche di prodotti particolari come acque profumate per il corpo e candele.
Tra tutti i fichi salentino il fico dell’Abate è una delle varietà più conosciute e apprezzate anche fuori regione. Delicato e dolce al punto giusto, si presenta con frutti panciuti dalla buccia verde chiaro e dalla polpa succosa, molto saporita ma non troppo zuccherina, motivo per cui lo puoi apprezzare a pieno mangiato fresco o come marmellata.
Anche il fico della monaca rientra tra le specie di fico salentino ma è completamente diverso dal fico dell’Abate. In questo caso i frutti sono molto piccoli e dalla buccia che vira verso il viola, mentre la polpa interna è più tenute, poco dolce e dal sapore molto delicato. Conosciuto anche come fico “della Signura” è ideale da mangiare fresco.
Piccolino e dolcissimo, il fico dattero lo puoi riconoscere facilmente per la sua buccia dalle sfumature marroni-violacee e per la sua polpa rossa intensa. È una varietà piccola che matura alla fine dell’estate, verso il termine del mese di agosto, particolare per la sua forma che ricorda una trottola. Asciutto e compatto, si presta particolarmente bene all’essiccazione.
Il fico brogiotto nero è molti simile al fico dattero: ha la stessa polpa rosso vivo e la stessa forma a trottola, ma è più grande, ha la buccia di un viola scurissimo e ha un sapore che lo distingue da qualsiasi altra varietà. Al gusto, infatti, risulta particolarmente aromatico e estremamente dolce, motivo per cui è usato soprattutto nella preparazione di dolci come torte e biscotti.
Ugualmente zuccherino ma più delicato, il fico gentile è una varietà antica dalla buccia verde e sottile. La polpa di questo piccolo fico estivo (matura a inizio luglio) è rossa e carnosa, motivo per cui è perfetto per essere consumato fresco. La pianta è particolarmente resistente al freddo e quindi viene coltivata anche nelle aree del Nord Italia.
Il fico verdino è una delle varietà più tardive: matura a settembre e si distingue, come suggerisce il nome, per le dimensioni piccoline e per il colore verde brillante della buccia. Tipico del centro Italia, soprattutto di Toscana e Umbria, a livello di sapore questo fico è dolce ma non mieloso, motivo per cui di solito si consuma fresco o essiccato.
Viene dalle Marche ed è soprannominato “la rossa” per il suo colore predominante: è difficile non riconoscere al primo sguardo il fico callara, una varietà particolare per la polpa rossissima e per la buccia dalle sfumature rosate. I frutti sono particolarmente grandi e carnosi.
Il fico piombinese è diverso da qualsiasi altro tipo di fico che conosci: la sua forma, infatti, è singolare poiché particolarmente allungata. Questa varietà singolare ha origine Toscana, ma oggi è molto diffusa anche in Veneto e Lombardia, e si distingue per la buccia molto scura, quasi nera, e per la polpa rossa e saporita. Grazie al suo gusto intenso è molto usato in cucina, soprattutto nelle preparazioni salate: per esempio è ottimo come antipasto abbinato a formaggi freschi.
Piccole dimensioni ma grande sapore: il fico morettina è una tra le varietà tardive più note e apprezzate. È caratterizzato da dimensioni molto piccole, dalla forma tondeggiante e dalla polpa dolce, granulosa e ricca di succo.
Fresco o essiccato, il fico troiano è uno degli ultimi che gusterai perché è tra le varietà più tardive e matura verso la fine di ottobre. È piccolino, di forma schiacciata e allungata, dalla buccia giallo paglierino e dalla polpa rosa; il sapore è molto dolce e la consistenza particolarmente succosa. Si tratta di un’antica varietà originaria dell’area del napoletano e si racconta che sia stata una delle primissime tipologie di fico ad essere importate in Italia, qualche secolo prima dell’anno 0.
Tardivo e tipico di ottobre anche il fico bellone, scurissimo con la sua buccia quasi nera e molto sottile. È particolarmente apprezzato per le sue caratteristiche organolettiche tra cui spicca l’essere asciutto e zuccherino, con un sapore delicato che lo rende ideale ad abbinamenti salati, soprattutto con il prosciutto crudo di varietà Serrano e San Daniele.
Questa particolare tipologia di fico deve il suo nome alla forma che ricorda l’ortaggio omonimo, la melanzana, richiamata anche dal colore viola della sua buccia. Il fico “melanzana” è molto diffuso nel centro-sud Italia, dall’Umbria alla Puglia, ed è molto apprezzato per la polpa leggermente aromatica, dolce ma non in modo eccessivo. Per il sapore e la forma particolare è molto apprezzato come decorazione di torte e crostate, come l'ottima cheesecake ai fichi da guarnire con fette di frutto intere.
Il fico brianzolo bianco è il fico per eccellenza della Lombardia, conosciuto anche con i nomi pasin, pasit, paset che stanno per “passito” in dialetto brianzolo e comasco. Particolarmente resistente al clima più rigido del Nord Italia, questo fico è squisito sia fresco che essiccato, ma si presta benissimo anche a diventare ingredienti di piatti salati come il risotto fichi e speck.
L’isola d’Elba è un piccolo paradiso al largo della Toscana, prezioso per i panorami naturali incontaminati, il mare cristallino e tutta una serie di cultivar di frutta uniche, autoctone e antiche: la Regione ne ha individuate almeno sei, tra cui spiccano ben due varietà di fichi, generalmente racchiusi sotto il di nome di fico dell’Elba. Rientrano sotto questa etichetta il fico nerucciolo o neruccio, di stagione ad agosto e consumato fresco o essiccato, e il fico popone o striato, specie tardiva meno produttiva.