Un 2022 da incubo quello che ci siamo lasciati alle spalle: i beni di prima necessità hanno toccato aumenti vertiginosi, a partire da pane, pasta, farina e riso. Vediamo la classifica dei rincari e cosa dobbiamo aspettarci dal 2023.
Dopo un 2022 orribile dal punto di vista economico, anche il 2023 non comincia sotto i migliori auspici. I beni di prima necessità continuano ad aumentare e l'inflazione pesa sempre più sul nostro carrello della spesa. Vediamo insieme quali sono i prodotti alimentari che hanno subito maggiori rincari nell'ultimo anno e cosa dobbiamo aspettarci.
L'Unione Nazionale dei Consumatori ha elaborato per l'Istat una classifica per capire quali siano stati gli alimenti che maggiormente hanno subito la spinta dell'inflazione. Il quadro rispetto allo scorso anno è piuttosto negativo perché complessivamente ogni famiglia italiana ha speso 513 euro in più solo per il carrello della spesa.
A guidare la classifica ci sono sono i vegetali freschi con una spesa supplementare di 63,30 euro rispetto al 2021, a fronte di un'inflazione media del 14,3%, segue la frutta fresca con un'inflazione del 7,3% che costa 32,30 euro in più per una famiglia media. Medaglia di bronzo per formaggi e latticini, con una stangata rispetto a due anni fa pari a 32,10 euro (+8,6%). Fuori dal podio il pollame con un +13,5% e il pane con un +11% che si trasforma in quasi 30 euro di aumento. Una bella cifra per un bene di prima necessità che l'Italia, in particolar modo, mangia in grandi quantità. Segue la carne bovina con +5,9% e i prodotti di pasticceria e panetteria come crackers, piadine, fette biscottate (+7,8%, +20,20 euro). Chiudono la top 10 il pesce con +8,30% e i salumi con un +5,1%.
Rincari importanti li vediamo anche con l'olio e gli altri grassi argomento che abbiamo più volte trattato, con una stangata su quello d'oliva: quest'anno molti italiani hanno visto una "crisi" sull'olio di semi e invece è il "nostro" olio d'oliva ad averci "tradito".
Oltre al carrello dobbiamo necessariamente parlare delle bollette dell'energia elettrica con un aumento record: +110,4%. Tutto questo incide grandemente su tutta l'economia familiare e non solo: gli aumenti ci sono per le famiglie così come per i ristoranti, di conseguenza anche andare a pranzo e cena fuori è molto più costoso rispetto al 2021.
Purtroppo è difficile fare previsioni per il 2023 ma le prime avvisaglie, lo diciamo subito, non sono per nulla buone. Ci si aspetta un rallentamento dei prezzi entro l'estate ma l'inflazione dei beni alimentari lavorati resterà elevata anche per quest'anno. Questo è un male perché, non avendo aumenti di stipendio, gli italiani saranno costretti a comprare di meno, il che porta a un peggioramento delle imprese industriali e distributive. Un cane che si morde la coda e che continuerà a farlo almeno fino all'estate 2023.